ARESE (Aresi), Paolo
Di nobile casato milanese, nacque nel 1574 a Cremona, dove suo padre, il conte Marcantonio, era podestà. Entrato fra i teatini di S. Antonio di Milano, il 6 genn. 1589, vi professò il 24 giugno 1590, cambiando il nome di Cesare con quello di Paolo. Compì gli studi ecclesiastici in quella Casa, sotto la guida del p. p. Ardizzone. Inviato a insegnare filosofia e teologia a Napoli, vi fu ordinato sacerdote il 19 ott. 1598.
Frutto del suo lungo insegnamento furono le De generatione et corruptione disputationes (Mediolani 1617), mentre nelle Imprese sacre, in sette volumi (Venezia, Tortona, Genova 1624-40), egli sfoggiò la sua erudizione sui più svariati soggetti sacri e scientifici (in astronomia sostiene, con A. Tassoni, il sistema tolemaico), il che gli meritò l'appellativo di Trismegisto: oratore, filosofo, teologo.
Ogni "impresa" consta di una figura allegorica (il sole rappresenta Dio, la pantera l'Eucarestia, la nuvola la Vergine Madre) e di un motto. Ogni impresa poi ha tre discorsi: uno sopra l'impresa stessa, l'altro sulla dottrina da essa significata, il terzo sul motto. L'autore vi ha raccolto quanto di più originale ed estroso ci ha dato l'oratoria sacra del Seicento asservita al marinismo e al concettismo. Larga accoglienza ebbe la sua Arte di predicare bene (Venezia 1611), edita più volte, anche nel compendio del confratello G. Morandi (Roma 1664), e che raccoglie le lezioni tenute dall'A. ai suoi chierici nei corsi estivi.
Predicò nelle principali città italiane: tenne nel duomo di Genova il discorso per l'incoronazione del doge A. Giustiniani (1611), per la morte di Filippo III di Spagna (1613), nonché per quella del cardinale Federico Borromeo nel duomo di Milano (1631).
Religioso di vita esemplare, austero e pio, difese la mediazione universale di Maria. Nei capitoli generali del 1607 e 1615 fu eletto consultore generale dell'Ordine; nel 1612 fu nominato preposito di S. Maria della Ghiara di Verona e nel 1618 preposito di S. Vincenzo di Piacenza. Dimorava a Torino, dove era confessore di Isabella di Savoia, allorché Paolo V, il 20 luglio 1620, lo promosse al vescovado di Tortona, che doveva governare per ventiquattro anni. Riformò anzitutto, e non senza opposizioni, il clero diocesano, a cui diede esempio con la sua famiglia vescovile improntata alla rigida vita teatina. Visitò ogni tre anni la diocesi e celebrò nel 1623 il sinodo diocesano pubblicandone gli atti (Constitutio synodalis Derthonae, Derthome 1623). Membro delle accademie dei Filarmonici di Verona e degli Affidati di Pavia, favorì anche quella dei Rinnovati di Tortona e promosse i buoni studi, come difese più volte le immunità ecclesiastiche. Si prodigò durante la peste del 1630 e nei due assedi che Tortona, nella guerra dei Trent'anni, subì dai Francesi nel 1642 e dagli Spagnoli niel 1643.
Settantenne, poco dopo che Urbano VIII ebbe assecondata la sua domanda di essere esonerato dall'ufficio pastorale, egli morì, in odore di santità, a Tortona il 14 giugno 1644.
Opere principali, oltre quelle già ricordate: De aquae transmutatione in sacrificio Missae, Derthonae 1622, Antverpiae 1628; Guida dell'anima orante, Tortona 1623; Della tribolazione e i suoi rimedi, Tortona 1624, più volte ristampata anche nella versione latina di p. Wemers (Discursus praedicabiles), Antverpiae 1647, 1652, 1655; De vero sacri Cantici Canticorum Salomonis tum historico tum spirituali sensu, Mediolani 1640; Panegirici, Milano 1644; Velitationes sex in Apocalypsim quibus... bona pars prophetiae Danielis exponitur et illustratur, aliisque divinae Scripturae locis lux immittitur, Mediolani 1647; l'opera contiene anche le sue dissertazioni: De Christi libertate e In quo consistat ratio formalis peccati, l'edizione, che è postuma, fu curata dal confratello p. Sfondrati, che vi premise la vita dell'Arese.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. gen. teat., Acta ca Pit. gen., 1 (1524-1568); L. Guarini, Catalogo dei vescovi teatini, f.43, XLIV; A. Sottani, Synopsis chronologica... Congr. Cler. Regularium, a.1620-1625, 1633, 1644; Annali della casa di S. Siro di Genova, ff.439, 483; F. M. Del Monaco, Elogia theat., f.is6. Oltre la vita di P. Sfondrati, cit.: G. Cicala, Orazione detta... nelle esequie di Mons. P. A., Milano 1644; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, IV, Venetiis 1719, pp. 652 S.; G. M. Mizzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, z, Brescia 1753, IPP- 994-997; F. Arisi, Cremona literata, III, Cremonae 1741, pp. 246 s.; A. F. Vezzosi, I scrittori de' cherici regolari detti teatini, I, Rorna 1780, pp. 54-62 (con bibl.); P. G. Pollini, Memorie stor. della Chiesa tortonese, Tortona 1990, p. 64; E. Santini, L'eloquenza italiana, I, Palermo 1923, pp. 66 s., 80; A. Belloni, Il Seicento, Milano 1929, pp. 517 s.; C. Goggi, Storia della diocesi di Tortona, III, Tortona 1945, p. 73; M. Praz, Studi sul concettismo, Firenze 1946, pp. 233 s.