BELLO, Paolo
Comandante di forze mercenarie di fanteria vissuto nella prima metà del sec. XIV, ebbe una parte di grande rilievo nelle lotte tra le fazioni di Orvieto nell'anno 1352. La sua prima attività sembra non aver lasciato ricordo nelle fonti oggi edite: in qualità di semplice comandante di una compagnia di fanteria, la sua posizione non rivestiva rilievo particolare.
Il Discorso historico, scritto orvietano contemporaneo al B., afferma di lui che era "uno dei più prodi fanti che fossero in Toscana et il più perfetto", ed uno scrittore quasi contemporaneo, il conte Francesco di Montemarte, asserisce che era "il più nornìnato fante che si trovasse in quei tempi in Toscana".
Il B. fu dapprima impiegato (sino al maggio 1352) con la sua compagnia in servizio di guarnigione ad Orvieto e divenne estremamente impopolare a cagione della sua crudeltà. Egli ed i suoi uomini avevano cattiva reputazione per le ruberie commesse nella zona. le uccisioni perpetrate per ordine di Benedetto di Buonconte Monaldeschi e, in special modo, per le torture inflitte ai prigionieri. Nel giugno del 1352 il contrasto tra Benedetto di Buonconte ed i figli di Pepo Monaldeschi si manifestò apertamente, e Petruccio e gli altri figli di Pepo abbandonarono Orvieto per rinserrarsi nella vicina fortezza di Rocca Ripesena. Il B. aiutò Petruccio nella difesa di questa fortezza contro le truppe orvietane assedianti, dal 12 giugno al 24 luglio. Il 28 luglio, dopo che l'assedio era stato abbandonato, egli ed i suoi uomini tesero agli Orvietani un'imboscata immediatamente fuori d'Orvieto, dopo di che furono inseguiti sino a Rocca Ripesena; nello stesso giorno il B. era catturato ed ucciso dai soldati germanici, che combattevano nelle milizie orvietane. La notizia della sua morte fu accolta con "grandissima alegrezza" ed il popolo di Orvieto prevenne i mercenari, che ne avrebbero sepolto il corpo, mutilandolo e bruciandolo. Anche dopo la sepoltura "fu scavato et smembrato et gettato per li campi".
Fonti: Ephemerides Urbevetanae, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XV, 5, a cura di L. Fumi, pp. 51-54, 227.