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BISANTI, Paolo

di Gerhard Rill - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
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BISANTI, Paolo

Gerhard Rill

Nacque nel 1529 a Cattaro. Studiò a Padova dove conseguì il titolo di doctor utriusque iuris; in data ignota ottenne il beneficio di S. Maria de Flumine a Cattaro. Quando Luca Bisanti, il quale era probabilmente suo fratello, l'11 ott. 1565, lasciò il posto di vescovo di Cattaro, lo designò come successore valendosi del diritto di nomina a lui concesso. Ma, avendo i rivali del B. diffuso calunnie sul suo conto, Crisostomo Calvino, arcivescovo designato di Ragusa, esaminò per incarico del papa se il B. fosse adatto alla carica, scagionandolo poi da ogni accusa. Poco dopo il B. fu incaricato anche dell'amministrazione delle diocesi di Budua e di Coron. Nel dicembre del 1573 concesse a certe condizioni il monastero delle clarisse di Cattaro, che era rimasto vuoto per la morte di tutte le monache, ai francescani di stretta osservanza, che nelle guerre con i Turchi (1569 e 1571) avevano perso il monastero di S. Nicolò situato presso la città; questa concessione fu ratificata da Gregorio XIII nel 1575. In questo stesso anno il B. consacrò la chiesa di S. Francesco a Cattaro. Nel 1576 diede le dimissioni da vescovo, ma conservò il titolo fino al 1578: solo il 21 novembre di quell'anno ebbe un successore.

Nel 1577 il vicario generale del patriarca di Aquileia, Iacopo Maracco (successore di Luca Bisanti), diede le dimissioni: alla fine dell'anno il B. fu nominato dal patriarca, Giovanni Grimani, vicepatriarca, vescovo suffraganeo e vicario generale. Munito di una lettera di raccomandazione del Senato veneziano, il B. si recò subito in Friuli dal luogotenente Marco Cornaro. Come vicario, il B. si preoccupò soprattutto dell'attuazione dei decreti del concilio di Trento, della riforma del clero secolare e degli ordini religiosi, e della lotta contro il luteranesimo. Quando il B. nel 1580 venne a conoscenza dei piani della corte di Graz di costituire un nuovo vescovado a Cilli, effettuò subito una visita nelle province austriache del patriarcato per prevenire tale progetto.

Il B. fu profondamente scosso dalla situazione religiosa che trovò in quelle regioni: già a Krain si vide costretto ad arrestare molti preti eretici e concubinari e a sequestrare un gran numero di scritti eretici; fu ancor peggio in Carinzia (a Klagenfurt, a Tarvisio, a Villach), dove quasi ogni prete aderiva alla confessione di Augusta. La sua opera fu resa più difficile dai continui conflitti con i funzionari austriaci, specialmente con i luogotenenti di Gorizia e di Gradisca, che si appellavano al diritto di patronato, cassavano le sentenze del patriarca e contestavano il suo potere di giurisdizione sui preti nella zona austriaca del patriarcato; inascoltate rimasero le energiche rimostranze del B. all'arciduca Carlo d'Asburgo, al consigliere di lui Hans von Cobenzl e al nunzio a Graz Germanico Malaspina.

Il B., in definitiva, si distinse particolarmente per l'avversione ai progetti della corte di Graz concernenti il nuovo vescovado: mise continuamente in guardia il Grimani e cercò di convincere il Malaspina e il suo successore, Giovanni Andrea Callegari, dell'assoluta inutilità del progetto data la vicinanza di Aquileia e Udine. Nel maggio del 1583 partì da Udine per una grande visita: fu, tra l'altro, a Gradisca, Gorizia, San Pietro dell'Isonzo, Ranziano, Vogheresca, Vipulzano, Vipacco, tutto il Basso Friuli orientale, il Carso. Trovò eresie, dissolutezza e ignoranza dei chierici in misura anche maggiore che nelle visite precedenti. Analoga esperienza fece l'anno seguente nel corso di una visita in Carinzia e in Stiria, e giunse ad affermare che non poteva seguire i decreti del concilio perché avrebbe dovuto scacciare tutti i preti delle regioni visitate.

Il B. agì col massimo rigore anche ad Aquileia, centro nominale del patriarcato (di fatto lo era Udine), che nelle sue lettere egli chiama "luogo d'orrore". Dal 1580-81 si era procurato informazioni minuziose; nel 1584 (26 novembre-4 dicembre), sotto la presidenza del patriarca, e alla presenza del legato papale Cesare de Nores, egli tenne a Udine un sinodo diocesano e introdusse nuovi statuti disciplinari, che pubblicò in forma definitiva nonostante i canonici, il cui consenso non era menzionato nella pubblicazione, protestassero formalmente (24 marzo 1585). Allorché nel 1586 il patriarca si recò a Venezia, il B. restò a Udine e venne di nuovo a contrasto con il capitolo del duomo di Aquileia a causa della punizione di un canonico che aveva commesso un grave fallo; nell'accordo del 2 marzo 1586 ottenne che la punizione dei delitti più gravi fosse riservata al patriarca.

Il B. morì il 4 marzo 1587, poco dopo che il capitolo di Udine lo aveva eletto canonico.

Fonti e Bibl.: I. Bigarella,Oratio in funere referendissimi in Christo patris D. Pauli Byzantii eptscopi Catharensis..., s.l. (ma Venezia) 1587; F. Ughelli,Italia sacra, V, Venetiis 1720, col. 134; F. Cornelio,Catharus,Dalmatiae civitas, Padua 1759, pp. 39 s.; D. Farlatus,Illyricum sacrum, VI, Venetiis 1800, pp. 494-496; F. Appendini,Mem. spettanti ad alcuni uomini illustri di Cattaro, Ragusa 1811, pp. 14 s.; G. Cappelletti,Le Chiese d'Italia, VIII, Venezia 1851, p. 523; S. Gliubich,Diz. biogr. degli uomini illustri della Dalmazia, Vienna 1856, p. 37; P. B. Gams,Series episcoporum..., Ratisbonae 1873, p. 398; G. Gelcich,Mem. storiche sulle Bocche di Cattaro, Zara 1880, p. 194; G. de Renaldis,Mem. stor. dei tre ultimi secc. del patriarcato d'Aquileia (1411-1750, Udine 1888, pp. 319, 321 s., 329, 340 s., 344 s., 349, 351, 364, 367; A. Battistella,I prodomi della spartizione del patriacato d'Aquileja negli ultimi anni del sec. XVI, in Mem. stor. forogiuliesi, IX (1913), pp. 42-62, 69-74; G. Gulik-C. Eubel,Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, III, Monasterii 1923, p. 160; P. Paschini,Tentativi per un vescovado a Gorizia nel Cinquecento, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, III (1949), pp. 166-168; A. Gancĕvić, in Enciklopedija Jugoslavije, I, Zagreb 1955, pp. 590 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., IX, 1937, pp. 41 ss.

Vedi anche
canonico Ecclesiastico che fa parte di un capitolo cattedrale o collegiale. ● I canonico secolari, secondo l’attuale ordinamento, sono sacerdoti che formano un collegio cui spetta celebrare le funzioni liturgiche più solenni della propria chiesa. ● I canonico regolari sono sacerdoti che costituiscono diversi ... presbìteri presbìteri Nel Nuovo Testamento, gli "anziani" della comunità cristiana, a cui è affidato il governo della comunità stessa. Nel 2° sec. questa funzione di governo della Chiesa locale venne assunta, in alcune comunità, da un vescovo, che si differenzia dal collegio dei presbiteri, dando origine all'organizzazione ... órdine francescano francescano, órdine Regola e forma di vita religiosa promossa da s. Francesco. Si suddivide in tre diversi ordini: il primo formato dai frati minori, il secondo dalle clarisse e il terzo da laici, detti terziari francescani. Successivamente vi furono altre suddivisioni e affiliazioni e l'insieme dei ... OFM Sigla di Ordinis Fratrum Minorum, che si pospone al nome e cognome dei frati francescani. I frati minori conventuali aggiungono conv. (lat. conventualium), i cappuccini cap. (lat. capucinorum), i riformati r. (lat. reformatorum).
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Vocabolario
biṡantato
bisantato biṡantato agg. [der. di bisante]. – In araldica, attributo dello scudo seminato di bisanti; o di figura come la banda, la bordura, il lambello, caricata di bisanti, solitamente di otto pezzi.
biṡante
bisante biṡante s. m. [dal fr. ant. besant, caso obliquo del nominativo besanz, che è dal lat. byzantius «moneta di Bisanzio»]. – 1. Moneta d’oro dell’Impero bizantino; ne furono anche coniati, talora in leghe metalliche varie, nel principato...
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