BIUMI (Bimio), Paolo
Di nobile famiglia, figlio di Giovanni, decurione della città e consigliere dell'imperatore Sigismondo, nacque a Milano nella seconda metà nel sec. XIV. Si licenziò in iure civili a Pavia nel 1393; quattro anni dopo ebbe la carica di giudice presso il podestà Spinetta Spinola a Verona. Nel 1403 entrò a far parte del Collegio dei giureconsulti della sua città, di cui anche il padre era membro, e qualche tempo dopo fu nominato lettore di diritto allo studio di Padova; il 20 luglio dello stesso anno fu eletto tra i "sindacatori" degli ufficiali della corte viscontea. Dal febbraio all'agosto 1409 fu rappresentante del Consiglio generale di Milano per il quartiere di Porta Nuova.
La sua facondia gli guadagnò stima e incarichi. Filippo Maria Visconti lo inviò come suo rappresentante a Pavia presso Martino V reduce dal concilio di Costanza: in onore del papa il B. pronunciò l'8 ott. 1418 una solenne orazione. Secondo l'epitaffio dettato da un suo discendente agli inizi del sec. XVI e posto nella chiesa di S. Maria del Monte presso Varese, avrebbe ricoperto due altre importanti cariche: quella di governatore di Verona (forse quella di giudice del 1397?) e quella di vicario imperiale (quest'ultima probabilmente intorno al 1414, in occasione dell'infelice tentativo di Sigismondo). Morì, secondo l'Argelati, intorno al 1422.
Le opere del B., pubblicate nel 1622 a Milano da Marco Tullio Malatesta, comprendono poesie e orazioni. Del 1402, o di poco posteriori, dovettero essere i Carmina ad inclitum victoriosissimumque militem Dominum Pandulphum de Malatestis..., indirizzati a Pandolfo III signore di Pesaro, consigliere e capitano di Gian Galeazzo Visconti; il B. invoca da lui pace "per desolatam hactenus Mediolani Urbem", travolta dai disordini successivi alla morte improvvisa (3 sett. 1402) di Gian Galeazzo. Del gennaio-febbraio del 1409 è l'orazione in onore di Giovanni II Visconti, eletto arcivescovo di Milano col favore dei Malatesta e poi deposto nel giugno stesso da Alessandro V. Del medesimo anno potrebbe essere anche la Collactio brevissima rivolta al cardinale dal Castiglione "pro parte Collegii Mediolani exposita pro eius visitatione", scritta assai probabilmente allorché il Castiglione fu legato pontificio (e non "vicario imperiale" come nel Mazzuchelli) in Lombardia (1409).
Difficile è collocare cronologicamente i Carmina pro aequanimitate vitae e un'epistola Ad Thomasinum de Fano eius discipulum. L'Epistola metrica ad Sigismundum Caesarem può essere datata tra il 1411 e il 1414, data estrema della discesa dell'imperatore.
Fonti e Bibl.: Codice diplom. dell'Univ. di Pavia, a cura di M. Majocchi, I, Pavia 1905, p. 227; I Reg. dell'Uff. di Provv. e dell'Uff. dei Sindaci sotto la dominaz. viscontea, a cura di C. Santoro, Milano 1929, pp. 159 s., 239 s.; P. Argelati, Bibliotheca Script. Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, coll. 165 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 1293; F. N[ovati], rec. a N. Fainelli, Podestà e ufficiali di Verona dal 1305... al 1405, in Arch. storico lombardo, XXXVI (1909), p. 223, n. 9.