DELLA CELLA, Paolo
Nacque il 13 giugno 1792 a Cabanne, frazione di Rezzoaglio presso Chiavari (Genova), da nobile famiglia, figlio primogenito di Luigi Maria ed Antonietta Rodini. Nel 1815 conseguì presso l'università di Genova la laurea in medicina e, successivamente, in chirurgia, dopo aver completato la sua formazione culturale e professionale, particolarmente in campo naturalistico e con speciale riguardo alla botanica, sotto la guida di D. Viviani, ordinario della cattedra di storia naturale e direttore dell'orto botanico del capoluogo ligure.
Preoccupato di perfezionare la sua preparazione pratica in campo medico e di collegare i suoi studi naturalistici ad esperienze compiute in luoghi lontani dalla sua terra d'origine, l'anno successivo il D. si recò a Tripoli presso il cugino Bartolomeo Boccardi, console sabaudo, che propose il D. quale medico e capo dei servizi sanitari, in una spedizione militare inviata dal regnante pascià di Tripoli Yusuf Qaramanli contro il figlio ribelle Mohammed.
La spedizione raggiungeva l'Egitto, attraverso il territorio sirtico e cirenaico, e in ogni regione visitata il D. poteva compiere osservazioni e ricerche, non senza correre rischi e dar prova di notevole audacia, dati i disagi, le malattie ed i problemi connessi con gli allontanamenti dal campo militare che, necessari per lo studio diretto e l'indagine scientifica, costituivano momenti continui di pericolo a causa della defezione di alcune tribù dell'esercito e delle razzie effettuate dai beduini nomadi. Il D. riusciva, comunque, ad eseguire studi su questioni relative alla patologia, all'igiene, all'agrologia ed a compiere originali osservazioni di carattere geologico, meteorologico, geografico, antropologico, botanico e zoologico, raccogliendo, al contempo, numerosissimi campioni naturali. Il materiale mineralogico e geologico raccolto durante questo viaggio e spedito tutto insieme a vari musei di storia naturale andò perduto. Pervenne invece, al Viviani, per la sua collezione accademica e per gli studi già avviati sulla flora libica, la raccolta di materiale botanico ordinata dal D. sotto forma di erbario, talmente abbondante e prezioso da contenere ben trecento esemplari, tra cui ventisei specie e cinque generi fino ad allora mai descritti. Allo stesso Viviani il D. dava, intanto, via via notizia dello sviluppo delle sue ricerche in una serie di lettere la cui raccolta avrebbe, poi, costituito oggetto di pubblicazione nel volume dato alle stampe, a Genova, nel 1819, con il titolo Viaggio da Tripoli di Barberia alle frontiere occidentali dell'Egitto e dedicato a G. Agnès Des Geneys, comandante in capo della regia marina sarda.
Il libro suscitò grande interesse in Italia e all'estero, sia nella comunità scientifica sia nel mondo politico ed economico. L'abbondante messe di informazioni e di dati su un territorio collocato per posizione geografica in un punto strategico per l'espansione marittima europea nel Mediterraneo e per la penetrazione commerciale nelle regioni interne dell'Africa si rendeva, infatti, tanto più significativa in un momento in cui i vari governi avvertivano l'esigenza di offrire un supporto di esattezza scientifica alle proprie ricerche di nuovi spazi extranazionali. Lo stesso D. ebbe, del resto, chiaro l'interesse politico-economico dell'impianto di una colonia europea in territorio libico, tracciandone alcune linee programmatiche nella stessa opera. Nel 1822 il libro veniva tradotto in tedesco (Reise von Tripolis an die Grenzen von Aegypten, Weimar 1821), poi in inglese (a cura di A. Aufrère, Narrative of an expedition from Tripoli in Barbary..., London 1822), in francese (in Nouvelles Annales des Voyages, XVII [1823], pp. 145-227, 289-352, e XVIII [1823], pp.1-78; 2 ed., Voyages en Afrique au Royaume de Barcah et dans la Cyrenaique à travers le désert, traduit et augmenté de notes historiques, géographiques et botaniques..., Paris 1840); più recentemente esso è stato pubblicato, riassunto, in arabo. In quegli stessi anni l'ammiragliato inglese conferiva al capitano A. Smith l'incarico di condurre una spedizione nelle regioni esplorate dal D. e la Società geografica di Parigi offriva un premio a chi si fosse assunto l'incarico di ripercorrere l'itinerario compiuto dal medico italiano, verificandone le informazioni.
Sul piano propriamente scientifico l'opera mostrava spunti interessanti di pensiero che non riuscivano, tuttavia, a coagularsi ed a organizzarsi in profondità, nonostante l'interesse sempre presente che il D. portava ad una prospettiva ambientale, intesa come un continuum pluridimensionale. Così la tendenza a presentare unitariamente problemi propriamente geologici, di geografia fisica, climatologici, paleontologici, litologici, mineralogici, biologici, antropologici sembrava avvenire più sotto il segno di uno spirito eclettico intenzionato ad offrire una fotografia precisa della realtà che non come risultato di un'attività speculativa pronta a cogliere i fondamenti e le relazioni dentro ed al di là delle forme e dei fenomeni visibili.
Conquistatosi una notevole notorietà presso la corte dei Savoia e l'amicizia e la stima dell'ammiraglio G. Agnès Des Geneys, non fu difficile al D. entrare come chirurgo di seconda classe nella marina sarda e compiervi una brillante carriera, raggiungendo il grado di medico del dipartimento superiore della marina nel 1830, di medico di prima classe con brevetto reale nel 1839 fino alla carica di chirurgo in capo nel 1842 ed alla successiva nomina suprema di medico in capo della marina sarda nel 1849.
Nel settembre 1825 aveva, intanto, partecipato, sulla fregata "Commercio" del comandante della squadra, capitano F. Sivori, ad una spedizione punitiva ordinata dal re Carlo Felice contro il pascià di Tripoli, contro quello stesso Yusuf Qaramanli da cui aveva accettato l'incarico del 1817, per l'appoggio esplicito che questi offriva alle frequenti incursioni effettuate dai pirati nelle acque territoriali poste sotto la giurisdizione sarda, ed in particolare, ad un recente e feroce attacco compiuto ad alcuni navigatori presso l'isola di Gerba.
Membro di varie accademie scientifiche italiane ed estere, medico di casa Savoia, il D. fu uno dei primi ad essere insignito del Real Ordine civile di Savoia, istituito da Carlo Alberto nell'ottobre del 1831.
Collocato a riposo negli ultimi mesi del 1851, con una congrua pensione, il D. morì in Genova il 26 maggio 1854 e venne sepolto nel cimitero di Staglieno.
Manoscritti e studi inediti del D. andarono perduti dopo la sua morte. L'influenza scientifica e la sopravvivenza della sua opera, pur limitate al libro giovanile, non vanno sottovalutate. In un'epoca nella quale l'attività cartografica acquistava grande precisione scientifica ed occupava un posto sempre più importante, la sua esatta registrazione dei punti d'interesse geografico della Libia e la sua correzione delle carte dell'Arrow Smith gli valsero citazioni nelle migliori opere topografiche. Il suo contributo alla botanica fu messo in particolare rilievo dall'opera del Viviani, Florae Lybicae specimen, apparsa a Genova nel 1824. Per il resto, anche se le osservazioni e gli studi del D. non raggiunsero l'eccellenza in campo scientifico, furono realmente noti negli anni a lui contemporanei come parte documentativa e punto d'avvio per le ricerche monografiche relative al territorio libico. La sua opera fu, inoltre, ampiamente utilizzata, negli anni successivi alla sua morte e fino alla seconda guerra mondiale, dalla propaganda a favore dell'azione colonizzatrice dell'Italia in Libia.
Bibl.: D. Viviani, Florae Lybicae specimen, Genova 1824, pp. III s.; E. Gosson, Revision du Florae Lybicae specimen de Viviani, in Bull. d. Soc. bot. de France, XII (1865), p. 276; A. Mei, La lebbra in Cirenaica e nelle regioni limitrofe, in La Clinica chirurgica, XVII (1911), pp. 1462-1518, con rif. al D., p. 1418; L. Rava, Il precursore ital. degli studi sulla Libia, in Mem. della Acc. delle scienze dell'Istituto di Bologna, cl. sc. fis., s. 1, VI (1911-1912), pp. 87-94; A. Béguinot, La flora, il paesaggio botanico e le piante utili della Tripolitania e Cirenaica, Padova 1912, pp. 7 ss.; G. Galliani, Il viaggio di un medico genovese da Tripoli a Derna nel 1817, in Nuova Antol., 16 febbr. 1912, pp. 702-13; Id., Il viaggio di un medico genovese da Derna a Bengasi nel 1817, ibid., 16 apr. 1912, pp. 662-675; F. Rho, La vita e l'opera di P. D., Roma 1912; L. Messedaglia, Per lo studio della patologia e dell'igiene della Libia - Le osservaz. di P. D., Roma 1913; A. Casarini, Medici militari letterati, poeti, artisti, in Giornale di medicina militare, XIX (1941), 3-4, pp. 30-34; G. Pezzi, P. D., medico in capo della real marina sarda, in Annali di mediana navale e coloniale, L (1945), 1, pp. 3-19; S. Bono, Il viaggio da Tripoli alla Cirenaica del ligure P. D., in Italiani nel mondo, XXIII (1967), 20, pp. 15 ss.; Id., La Libia nella descriziorie di P. D., in Levante, XVI (1969), 1-2, pp. 31-40.