Letterato italiano (Mussomeli 1812 - Glenmoor 1872); prof. d'estetica a Firenze, deputato al parlamento. L'opera sua più famosa rimane la Storia della letteratura italiana (1855, nata nel 1844 come Storia delle belle lettere in Italia), documento pregevole della critica romantica anteriore al De Sanctis e primo esemplare di storia letteraria italiana quale ancora viene intesa, come sistematica indagine complessiva. "Non nuova nel senso che rappresenti una originale intuizione storiografica" essa è opera nuovissima in quanto "segna la prima concreta applicazione di una problematica storiografica agitata dai più vigorosi intelletti critici del romanticismo". Frutto di larghe ricerche erudite la Storia politica dei municipî italiani (1851) e l'incompiuta Storia del teatro d'Italia (1860). È anche autore di un romanzo d'ispirazione sociale (Beppe Arpia, 1851).