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Emiliani Giudici, Paolo

di Steno Vazzana - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Emiliani Giudici, Paolo

Steno Vazzana

Giudici Storico della letteratura (Mussomeli 1812 - Glenmoor 1872); nella sua Storia delle belle lettere in Italia (Firenze 1845), divenuta poi Storia della lett. it. (ibid 1855), sono dedicati a D: i capitoli IV e V. Studio fortunatissimo, che parve al De Batines " nuovo, ingegnoso e ragionato, tra le cose migliori sin qui pubblicate in Italia su Dante ", fu accolto nell'edizione napoletana di Rossi-Romano (1858) col commento del Biagioli ed ebbe più tardi (1874) l'onore di una traduzione in Inghilterra. Editore, inoltre, di una Commedia con note e illustrazioni (Firenze 1846), l'E.G. fu uno dei promotori del ristabilimento in Firenze della cattedra dantesca, che si era spenta nel 1780.

Foscoliano per i valori civili e politici che esalta nella poesia, l'E.G. interpreta la figura di D. come un esemplare del titanismo romantico non meno che di un patriottismo puro al di là delle stesse lotte politiche. D. fu, scrive, " una tremenda individualità che sorge nella notte del Medioevo, affrena e dà impulso agli elementi tumultuanti dell'incivilimento europeo ", colui al quale " si rivelano le radici stesse dei mali politici dell'universa Italia, gli si ritempra l'ingegno a far prove di più che umana potenza ". Queste prove, più che nell'ambito artistico, si assommano nel suo profetismo, col quale egli intese " riformare i costumi degli uomini in generale e degli Italiani in particolare ". Del Foscolo l'E.G. accetta l'idea che D. nella Commedia propugni una riforma del cristianesimo a lui affidata, non meno che il risanamento della " barbarie politica d'Italia ", al qual compito " conobbe che faceva mestieri un Ercole a riordinarla e l'invocò, fosse italiano fosse straniero poco importava, purché il governo fosse italianissimo e in Italia ".

Dal lato estetico l'E.G. non sente D. con altrettanto vigore: ne loda l'ingegno pittorico e scultoreo, l'equilibrio, la sobrietà di linguaggio pari solo in Tacito.

Bibl. - E. Camerini, Nuovi profili letterari, Milano 1875, 226; A. Aleardi, Due parole di commemorazione sopra P.E.G., Firenze 1872; G.A. Borgese, Storia della critica romantica in Italia, Napoli 1905, 232; E. Scolarici, P.E.G. - La vita e le opere, Palermo 1916; P. Chiminelli, La fortuna di D. nella Cristianità riformata, Roma 1921, 145 ss.; A. Vallone, La critica dantesca nell'Ottocento, Firenze 1958, 91-93.

Vedi anche
Pontano, Giovanni (in seguito Giovanni Gioviano; lat. Ioannes Iovianus Pontanus). - Poeta, umanista e uomo politico (Cerreto di Spoleto 1429 - Napoli 1503). Intellettuale di spicco della corte aragonese (da lui prese il nome l'Accademia pontaniana), usò un latino duttile e moderno. Nella sua cospicua produzione emergono, ... Cantù, Cesare Storico (Brivio 1804 - Milano 1895), professore a diciotto anni nel ginnasio di Sondrio, poi nel ginnasio di Como, pubblicò un poemetto romantico Algiso (1828) e una Storia della città e della diocesi di Como (1829-31). Trasferito nel 1832 a Milano, ove conobbe il Manzoni, scrisse Sulla storia lombarda ... Alfièri, Vittorio Poeta (Asti 16 genn. 1749 - Firenze 8 0tt. 1803). Scrittore di alti ideali, ha precorso le istanze politiche e morali del Risorgimento. Autore di numerose raccolte di versi (Rime, 1804) e di un'autobiografia (Vita), dal 1776 al 1786 compose diciannove tragedie in endecasillabi sciolti, tra le quali il ... Tasso, Torquato Poeta (Sorrento 1544 - Roma 1595). Tra i maggiori poeti italiani del Cinquecento, nelle sue opere appaiono già rappresentate le aspirazioni e le contraddizioni dell'uomo moderno. Dopo la composizione della favola pastorale Aminta (1573), in cui riprese i motivi sentimentali e idillici della tradizione ...
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Vocabolario
pàolo
paolo pàolo s. m. [dal nome del pontefice Paolo III]. – Nome dato al grosso papale (detto anche giulio) a cominciare dal pontificato di Paolo III (1534-1549), che lo volle aumentato di peso e migliorato di titolo; il nome fu poi esteso...
giudicare
giudicare (letter. ant. iudicare) v. tr. e intr. [lat. iūdĭcare, der. di iudex -dĭcis «giudice»] (io giùdico, tu giùdichi, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. a. assol. Esercitare la facoltà del giudizio: essere capace, incapace di g.;...
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