Commediografo (Modena 1822 - Milano 1889). Partecipò alle cospirazioni e alle vicende politiche del Risorgimento e nel giugno 1859 annunciò ufficialmente l'annessione del ducato di Modena al Regno di Sardegna; L. C. Farini lo creò quindi direttore della Gazzetta ufficiale. Fu prof. nel liceo di Modena e dal 1861 nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove dimorò costantemente salvo un breve intervallo durante il quale (1883-84) diresse la compagnia del Teatro nazionale di Roma. Una delle prime commedie del F., e il suo capolavoro, è Goldoni e le sue sedici commedie nuove (1851), ispirata a una profonda bonarietà goldoniana; meno bella, ma fortunatissima, è La satira e il Parini (1856). Successivamente il F. si diede prevalentemente alla commedia di argomento contemporaneo, le cui tesi furono spesso assai discusse: Il duello (1868), Cause ed effetti (1871), Il ridicolo (1872), Il suicidio (1875), Le due dame (1877). In queste commedie egli sostanzialmente difende la vita borghese magari coi suoi pregiudizî, la morale spicciola, umana, anche contro una legge morale assoluta, che può condurre al disordine della società. Sono i problemi agitati dal teatro francese del suo tempo (Dumas figlio, É. Augier, É. Pailleron); ma il F. non è servile imitatore. Raccolse le sue opere drammatiche in una edizione in 15 voll. (1877-84).