GAGLIARDI, Paolo
Nacque a Brescia il 15 ag. 1675 da Cristoforo, avvocato fiscale e da Angelica Luzzaga, di antica famiglia nobile bresciana.
Fino all'età di diciotto anni seguì gli studi regolari nella città natale. Nel 1693 fu inviato a Bologna a seguire gli studi giuridici presso l'Università. Nei due anni di soggiorno frequentò i circoli letterari, fu ascritto all'Accademia dei Gelati, che si riuniva nel palazzo dei conti Fava, conobbe e frequentò P. Malvezzi e il giovane P.J. Martelli. Tornato in patria si distinse per erudizione e religiosità. Ottenne inizialmente la coadiutoria di un canonicato della cattedrale di Brescia. Divenuto sacerdote (1705), si dedicò alla teologia e allo studio della patristica, non trascurando gli interessi letterari: compose e pubblicò alcuni sonetti nella Raccolta de' rimatori viventi (Venezia 1717, p. 87). Nel 1715 pronunciò un'orazione in latino in occasione dell'assunzione al vescovato di Brescia di G.F. Barbarigo (Oratio pro adventu Io. Francisco Barbadici, pubblicata a Venezia), per volere del quale intraprese lo studio dei Sermones di s. Gaudenzio. Per seguire la pubblicazione di questi ultimi (Padova 1720, in seguito inserita nell'edizione bresciana della più ampia Veterum Brixiae episcoporum, s. Philastrii et s. Gaudentii opera, Brescia 1738) nel 1720 il G. soggiornò per quattro mesi a Padova. Qui strinse amicizia con l'abate B. Bacchini e con A. Vallisnieri senior. Negli anni successivi fu anche collaboratore di A.M. Querini, vescovo di Brescia, in seguito prefetto della Biblioteca Vaticana. Dal 1723 al '27 inoltre fu spesso a Venezia per questioni riguardanti il suo capitolo. Poco dopo fu costretto a interrompere temporaneamente gli studi per occuparsi della famiglia, in seguito a non meglio precisate difficoltà del fratello Giulio.
Nell'ambito dell'assidua frequentazione dei circoli culturali bresciani il G. ebbe modo di stringersi in affettuosa amicizia col giovane G.M. Mazzuchelli. Più che quarantennali furono anche l'amicizia e i contatti epistolari con gli eruditi Apostolo Zeno e Scipione Maffei. I rapporti con quest'ultimo furono vivacizzati da una polemica di matrice storiografica riguardante una contesa di priorità tra Brescia e Verona, alla quale il G. partecipò con due interventi: il Parere intorno all'antico stato de' Cenomani (Padova 1724) e le Osservazioni intorno ad una iscrizione e ad altre antichità di Brescia, che, dedicate allo Zeno, furono pubblicate sul Giornale de' letterati d'Italia (t. XXX, 1730, pp. 21 ss.).
Un documento della fittissima rete di rapporti epistolari tessuta dal G. è costituita dalle 152 Lettere pubblicate postume da G.B. Chiaramonti (Brescia 1763), risalenti al periodo 1712-42. Tra i destinatari, oltre ai già ricordati Zeno e Mazzuchelli, figurano A. Calogerà e L.A. Muratori. Argomento privilegiato è quello letterario: il G. dava in esse notizia della sua inesausta attività compositoria, manteneva rapporti con le accademie e si informava riguardo l'attività culturale dei suoi amici.
Dal 1720 egli approfondì la conoscenza della lingua greca; più tardi intraprese anche lo studio dell'ebraico. Tra i risultati dei suoi studi linguistici si ricordano le Cento osservazioni di lingua nelle quali si spiegano diversi modi particolari usati dalla lingua toscana (composte nel 1729, in occasione della pubblicazione della 3ª ed. del Vocabolario della Crusca, qui lungamente lodato, ma stampate soltanto nel 1740 a Bologna) e la Lezione intorno alle origini, e ad alcuni modi di dire della lingua bresciana (entrambe pubblicate nel tomo XXII della Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici del Calogerà, Venezia 1740). Nel 1742 ottenne infine la tanto desiderata ammissione all'Accademia della Crusca. Si dedicò inoltre alla stesura di biografie di uomini famosi: compose una Vita di Giovanni Cinelli tratta dalle scanzie della Biblioteca volante (Rovereto 1736) e le inedite Notizie di XXIV de' più illustri letterati bresciani co' loro ritratti (conservate dopo la sua morte dal Mazzuchelli).
Alcune opere del G. furono raccolte e ristampate dopo la sua morte. Nel 1747 il nipote Filippo Cristoforo pubblicò a Venezia la sino ad allora inedita traduzione delle Confessioni di s. Agostino, lasciata incompiuta dallo zio, e la dedicò al Querini. Nel 1757 il Chiaramonti curò un'edizione di Operette e lettere del G. (Brescia 1757), dedicandola al Mazzuchelli.
Il volume contiene - oltre ad alcune lettere in latino e in italiano - una dissertazione Intorno alla qualità dell'amore di messer Francesco Petrarca (del 1709), alcuni discorsi (intorno al viaggiare, sulle traduzioni), una Osservazione… intorno la persona di Niccolò Niccoli e una Difesa del coro dell'atto IV del Pastor fido di G.B. Guarini.
Due anni dopo lo stesso Chiaramonti curò un'edizione di Operette varie (Brescia 1759), con la quale ripropose, per lo più, opere che avevano già visto la luce nei decenni precedenti; tra queste, alcune traduzioni dal greco, lettere di argomento religioso e il frammento di un poema sacro sul Genesi che il G. aveva iniziato nella maturità.
Il G. morì a Brescia il 15 ag. 1742, lasciando lavori incompiuti e manoscritti.
Fonti e Bibl.: G.M. Mazzuchelli, Notizie intorno alla vita e agli scritti del sig. canonico P. G. bresciano, in Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, a cura di A. Calogerà, XXVII, Venezia 1742, pp. I-XV (rist. nelle Novelle letterarie, XVIII [1757], coll. 277-284, 291-297); A. Brognoli, Elogi di bresciani per dottrina eccellenti del secolo XVIII, Brescia 1785, pp. 1-20; V. Peroni, Biblioteca bresciana, Brescia 1818-23, II, pp. 80-85; C. Ugoni, P. G., in Della letteratura italiana nella seconda metà del sec. XVIII, I, Brescia 1820, ad ind.; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Milano 1833, I, p. 339; E. De Tipaldo, G. P., in Biografie degli italiani illustri, VI, Venezia 1838, pp. 165-169 (con elenco completo di scritti editi e inediti); C. Trabalza, Storia della grammatica italiana, Milano 1908, p. 348; C. Godi, Un equilibrio difficile: l'amicizia tra il Mazzuchelli e il Querini, in Aevum, XXXVI (1962), 1-2, pp. 83-108; Storia di Brescia, III, Brescia 1964, pp. 182, 220, 277 s.