GAIDANO, Paolo
Nacque il 28 dic. 1861 a Poirino, presso Torino, da Matteo, di professione muratore, e da Maria Campiglia, tessitrice. Dal 1875 al 1878 studiò all'Accademia Albertina di Torino; frequentò diversi corsi e ottenne più volte premi ai concorsi accademici. Fu allievo di A. Moja per i corsi di prospettiva e architettura elementare, di G. Desclos per ornato, di A. Gamba (1876-77) per anatomia, di E. Gamba per figura e di A. Gastaldi per pittura.
Terminati gli studi, il G. indirizzò la sua attività verso la decorazione murale di soggetto sacro. Con l'appoggio del Gastaldi, nel 1879 subentrò a E. Appendini nei lavori di decorazione del duomo di Carignano: l'impresa, che lo occupò fino al 1885, rivelava con chiarezza le influenze della pittura storico-religiosa del maestro (Ghirardi, 1889).
Negli anni successivi il G. fu chiamato dall'ingegnere C. Caselli a lavorare nelle parrocchiali di Camagna Monferrato (1887), Roncaglia Monferrato (1892) e Vinovo (1897); fu inoltre attivo a Novara e nel Biellese. Nell'ambito della decorazione murale di soggetto profano, nel 1891 il G. affrescò il soffitto del teatro Verdi di Carrara, costruito tra il 1888 e il 1892 su progetto di L. Caselli.
Nel 1890 venne nominato insegnante aggiunto di disegno di figura presso l'Accademia Albertina. A partire dallo stesso anno iniziò a operare anche a Torino (Le Virtù cardinali nella chiesa di S. Rocco) e venne coinvolto in alcune delle più importanti decorazioni di edifici sacri realizzate in previsione dell'Esposizione di arte sacra del 1898. Sono da citare la VI stazione (1897) della Via Crucis dipinta per la chiesa di S. Gioacchino - le prime stazioni furono realizzate nel 1882-83 da E. Gamba, mentre le altre vennero più tardi portate a termine da L. Morgari, C. Saccaggi, G. Grosso - e le decorazioni per la chiesa del Cottolengo e per quella del Sacro Cuore di Maria, eretta su progetto di C. Ceppi (1887); per quest'ultima il G. disegnò nel 1896 il cartone preparatorio del "finestrone centrale, dove […] il valente Moretti di Perugia raffigurerà sui vetri colorati la gloria della Vergine - Madre" (1898. Arte sacra, p. 20).
Nel fondo di 101 disegni e cartoni del G., conservato al Museo civico di Biella e studiato dal Natale (1996), è documentato L'incontro con la Veronica in S. Gioachino (un disegno e sette frammenti di cartoni per lo spolvero), mentre un altro gruppo di cartoni ricostruisce quasi interamente le due grandi raffigurazioni dell'Ultima Cena e della Pentecoste dipinte nella chiesa del Cottolengo (1898). Il fondo comprende ulteriori testimonianze dell'attività del G., a partire dai primi lavori per il duomo di Carignano (Gesù e la Samaritana al pozzo), Camagna Monferrato (Sacra Famiglia) e Roncaglia Monferrato (Vergine Assunta), fino a quelli per la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Torino del 1900 (Trionfo del Cristianesimo), per la cappella dell'Istituto delle rosine (Presentazione della Vergine al Tempio) e per le Opere pie di S. Paolo del 1909.
Attraverso l'Esposizione di arte sacra del 1898 - nata a fianco dell'Esposizione italiana - il mondo cattolico intese raccogliere il dibattito sull'arte sacra avviato nei congressi cattolici e sviluppato nell'ambito delle mostre eucaristiche tenutesi a Torino, Orvieto e Venezia tra il 1894 e il 1897. In questo contesto l'opera del G. godette di notevole considerazione e venne segnalata su 1898. Arte sacra, giornale ufficiale dell'Esposizione, come modello di "vera e sincera pittura sacra".
Il G. partecipò all'Esposizione con dodici grandi dipinti riguardanti i Fasti delle missioni francescane (se ne conservano alcuni bozzetti presso la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino) e vinse il premio di 10.000 lire istituito dal re - accanto a quello offerto dal papa per "il miglior quadro della Sacra Famiglia" - per "quell'opera sia di pittura che di scultura, la quale in modo degno delle gloriose tradizioni dell'Arte Sacra in Italia, meglio associ al sentimento della religione quello della patria" (1898. Arte sacra, p. 11). Il ciclo completo dei dipinti, esposto nel padiglione delle Missioni di Terra Santa, comprendeva otto quadri dedicati all'opera missionaria francescana prima dell'Ottocento, mentre alla storia e alla cronaca contemporanea erano dedicate le ultime quattro tele: nei Fasti emergevano, relativamente alla cultura accademica del G., istanze di precisione ritrattistica, di esattezza topologica ed etnografica, ma anche di fedeltà cronachistica.
La partecipazione del G. all'Esposizione riguardò anche un intervento per la decorazione di uno degli edifici provvisori progettati da C. Ceppi e S. Molli: su suoi disegni, i pittori E. Calosso e P. Mossello eseguirono a tempera, sulla volta del salone dei concerti, un grande dipinto, perduto, raffigurante Giuseppe Verdi (Barbavara, 1898).
Insieme con S. Reordino il G. lavorò alla decorazione della chiesa di S. Desiderio a Vinovo (1897). In vista dell'Esposizione universale di Parigi del 1900, il G. dipinse venti pannelli con Allegorie delle arti (Roma, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea) per il Padiglione italiano delle industrie e delle arti decorative. Con il Reordino il G. si trovò a collaborare ancora nel 1909, quando gli venne affidato il ciclo di affreschi allegorici per la sala del consiglio di amministrazione dell'Istituto delle Opere pie di S. Paolo di Torino (ora Istituto bancario S. Paolo), disegnata dal Ceppi, ove realizzò pitture simboleggianti gli scopi e i propositi benefici dell'Istituto; quattro disegni preparatori, uno dei quali rappresenta una variante della raffigurazione dei Pegni e prestiti, il Monte di pietà, si trovano presso il Museo civico di Biella. Fu questa l'ultima opera decorativa di grande impegno e risonanza cui l'artista si dedicò.
Il G. morì a Torino il 3 febbr. 1916.
Il G. fu anche pittore di genere e ritrattista. All'Esposizione nazionale di Torino del 1884 presentò I delusi (ubicazione ignota), tela esposta successivamente a Roma e segnalata per il "realismo audacissimo" dei "due amanti asfissiati, in stato di avanzata decomposizione cadaverica" (Stella, 1893). Tra il 1882 e il 1909 partecipò alle mostre della Promotrice di Torino con opere come La lezione (1886: ubicazione ignota), e fu presente anche all'Esposizione italiana di Londra del 1888 con il dipinto Il ritorno dal mercato (ubicazione ignota). Un'opera del 1889, La pecoraia, è conservata presso la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino mentre nella collezione del Monte dei Paschi di Siena si trova il quadro Martiri cristiani del 1894.
A partire dal 1893, anno del Ritratto del commediografo Valentino Carrera (Torino, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea), il G. si impose come ritrattista. In questo campo ottenne pubblici riconoscimenti quali il premio Emanuele di Bricherasio alla Quadriennale di Torino del 1908, segnalando il quale G. Marangoni (1911) notò che "è soprattutto nel ritratto che eccelle l'arte tranquilla, sobria, eloquente del Gaidano". Una ricca documentazione fotografica dei ritratti del G., tra cui quelli del Duca d'Aosta e di Vittorio Emanuele III, venne pubblicata da A. Vinardi nel 1916 su Emporium.
Fonti e Bibl.: Torino, Accademia Albertina, Fasc. pers., n. 31; Atti della R. Accademia Albertina in Torino. Atti a stampa, 1845-80, I, f. 26, pp. 13 s., 17; f. 27, pp. 13 s., 16-18; f. 28, pp. 16, 22 s.; f. 29, pp. 24 s.; f. 30, p. 20; 1880-1930, II, f. 7, p. 56; f. 10, p. 60; Esposizione italiana di Londra, Torino 1888, sala D, n. 103; G.B. Ghirardi, Il duomo di Carignano e gli affreschi di P. G., in L'Illustrazione italiana, 21 apr. 1889, pp. 235-238; A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte 1842-1891, Torino 1893, pp. 545-547; V. Carrera, Ritratto d'uomo. Quadro ad olio del prof. P. G., in Società promotrice delle belle arti in Torino. Ricordo della LII Esposizione 1893, Torino 1893, pp. n.n; A. Stella, Intorno alla LXV Esposizione di belle arti in Roma, in Natura ed arte, 1893-94, n. 1, p. 965; n. 2, p. 918; 1898. Arte sacra, Torino 1898, pp. 11, 20, 157, 217, 239; G.C. Barbavara, Cultori dell'arte sacra in Piemonte. P. G., ibid., pp. 113-115; Ricordo dell'Esposizione nazionale e d'arte sacra, Milano 1898, p. 12; A. Cappello, La custodia di Terra Santa e le altre missioni francescane all'Esposizione d'arte sacra di Torino, Torino 1899, pp. 39-82 passim; La Quadriennale. Arti e lettere, Torino 1902, pp. 22, 27, 34, 100; A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, p. 212; Opere pie e opere d'arte. Gli affreschi di P. G. all'Istituto S. Paolo, in Gazzetta del popolo della domenica, 26 sett. 1909; G. Marangoni, Un moderno affreschista italiano. P. G., in Ars et labor, gennaio 1911, pp. 31-41; A. Vinardi, In memoria di un grande affreschista: P. G., in Emporium, XLIII (1916), 257, pp. 387-398; Catalogo della mostra di pittori italiani dell'Ottocento e del Novecento…, Carignano 1928, nn. 16-22; N. Olmo, Proteggiamo l'arte biellese. P. G., in Illustrazione biellese, II (1932), pp. 13 s.; M. Bernardi, Gli affreschi di P. G. nell'Istituo bancario S. Paolo di Torino, Torino 1962; G. (catal.), Poirino 1962; P. Torrione - G. Maina, La testimonianza artistica di P. G. nel Biellese, in Biella, 1965, n. 6, pp. n.n.; L. Mallè, La pittura dell'Ottocento piemontese, Torino 1976, p. 113; F. Percivale, Don Lombardi. La sua vita e il suo messaggio, San Remo 1981, pp. 58, 62, 64, 68, figg. 58 s., 66; F. Pavesio, Artisti poirinesi del passato, Torino 1984, pp. 39-60, 87-104, 106-108; A. Dragone, Da Bagetti a Reycend. Capolavori d'arte e pittura dell'Ottocento piemontese in collezioni private italiane, Torino 1986, pp. 164 s., fig. 103; G. Brizio, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, p. 838; V. Natale, Biella, Museo Civico, in "… quei leggierissimi tocchi di penna o matita…". Le collezioni di disegni in Piemonte, a cura di G.C. Sciolla, Milano 1996, pp. 100-113; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 72.