Giovio, Paolo
Storico (Como 1483-Firenze 1552); nei suoi Elogia veris clarorum virorum imaginibus apposita, quae in Musaeo Joviano Comi spectantur (Venezia 1546) è incluso un elogio di D., breve ma concettoso e importante, anche perché, apparendo in opera nuova nel suo genere e autorevole, subito diffusa in tutta Europa, senza dubbio contribuì alla fortuna internazionale del poeta. L'elogio oppone l'esule D. a Firenze, città faziosa, in accordo con l'atteggiamento antirepubblicano tipico del G., e riconosce in D. colui che, avendo senza colpa perduto la sua cittadinanza fiorentina, meritò di acquisire la cittadinanza di tutta l'Italia. Nell'esilio, che a D. riuscì " vel toto Ethruriae principatu maius et gloriosius ", il G. vede bene lo stimolo decisivo, intellettuale e morale, del supremo sforzo poetico di D.; e anche al G., come già al Landino, la Commedia appare " Platonicae eruditionis lumine perillustris ".
Ma notevole è che, dissentendo dalla moda petrarchesca nel frattempo invalsa, il G. anche si accordi col Landino nel giudicare D. " Ethruscae linguae conditorem ", come il primo in assoluto, non soltanto in ordine di tempo, dei poeti italiani. Storico dell'età sua, piuttosto che di età ormai lontane, il G. ebbe rare occasioni di rifarsi a D.: non mancò di ricordarlo, occorrendo: per es. a proposito di Farinata degli Uberti (" aeterno Dantis poetae praeconio celebratur ") e di Cangrande della Scala, entrambi compresi negli Elogia virorum bellica virtute illustrium (Firenze 1551). Notevole la reazione polemica del lombardo G. a Pg VIII 79-81 (" tam malignum quam postea falsum Dantis poetae iudicium ") nella vita di Galeazzo Visconti, compresa nelle Vitae duodecim Vicecomitum Mediolani principum (Parigi 1549).