• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CAROSIO, Paolo Giuseppe

di Marina Caffiero Trincia - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)
  • Condividi

CAROSIO (Carrosio), Paolo Giuseppe

Marina Caffiero Trincia

Nato a Genova, in una famiglia agiata, da Girolamo e Maria Maddalena, l'11 sett. 1771, vestì l'abito degli scolopi nella casa di noviziato di Paverano il 14 sett. 1788, e fece la solenne professione nelle mani del provinciale, p. Girolamo Laura, il 27 sett. 1789. Mentre compiva il cursus studiorum consueto per quanti intendevano abbracciare la vita sacerdotale, seguì, nel 1791, i corsi teologici di G. B. Molinelli, che fu il maestro e l'educatore di molti giansenisti liguri della fine del XVIII secolo. Compiuti gli studi, il C. rimase per tre anni a Genova come maestro nelle scuole primarie; quindi passò a Chiavari, ove insegnò umanità e grammatica. Debole di costituzione e malato di tisi, fu inviato a Pavia affinché si ristabilisse e si riposasse dalle fatiche dello studio; da Pavia passò a Finale, nella casa dell'Ordine, per insegnarvi filosofia dal 1793 al 1796. Riapparsi i sintomi della malattia, che non lo abbandonò più, per consiglio dei medici, nel 1798, venne trasferito nella casa di Carcare (presso Savona), in cui, dapprima come prorettore, poi come rettore del collegio e superiore della casa, rimase fino alla morte. Questo istituto, benché fosse il più antico della provincia ligure, fondato dallo stesso s. Giuseppe Calasanzio, era allora il più povero e il più abbandonato fra tutti quelli delle Scuole pie: il C. lo fece rifiorire. Infatti, benché nel 1798 venissero soppressi dal governo della Repubblica ligure gli ordini religiosi, quello degli scolopi poté continuare a svolgere, in alcune case, la propria attività d'insegnamento: il C. cominciò proprio allora ad accogliere a Carcare come alunni interni alcuni giovani, che in breve tempo aumentarono notevolmente di numero in conseguenza della fama e della considerazione che il collegio e i suoi metodi educativi acquistarono.

Amico del Vignoli, del Degola, del Carrega e della maggior parte degli esponenti del giansenismo ligure della fine del XVIII secolo e dell'inizio del XIX, il C. era assai influenzato, data anche la sua formazione culturale giovanile, dalle idealità e dalle concezioni del mondo di impronta giansenistica; tuttavia egli non ebbe mai parte nelle numerose polemiche ecclesiastico-politiche del momento, ma si dedicò interamente all'attività pedagogica, volgendosi al rinnovamento dei metodi educativi e del curriculum scolastico. Alle cure del collegio di Carcare il Degola e il Descalzi, poi maestro di G. Mazzini, affidarono l'educazione dei loro nipoti; ancora sotto la guida del C. e dei suoi collaboratori si formò Giuseppe Elia Benza, il quale fu condiscepolo del Mazzini, e che secondo E. Codignola (I, p. CCXLII), avrebbe esercitato un'indubbia influenza.

Fin dai primi anni della sua permanenza a Carcare il C. ebbe quale stretto collaboratore ed amico il confratello Domenico Maurizio Buccelli, e con lui poté avviare l'opera di trasformazione dei metodi dell'insegnamento, incontrando non pochi ostacoli anche fra gli stessi correligionari delle altre case dell'Ordine, e, in particolar modo, della casa di Savona. Nel 1824, quando il Buccelli pubblicò a Torino La ragion della lingua per le prime scuoli composta da un individuo delle Scuole Pie, tanto il libro quanto tutta l'attività scolastica del collegio di Carcare furono posti sotto accusa, a Torino, dal magistrato della Riforma degli studi, Gian Carlo Brignole.

Nonostante la difesa dell'opera del Buccelli assunta dal C., che scrisse più volte in questo senso al Brignole, quest'ultimo, appoggiato dagli ambienti cattolici più retrivi e tradizionalmente ostili all'attivismo pedagogico degli scolopi - quasi costantemente sospettato di eterodossia religiosa, in direzione giansenistica, ma anche di pericolose simpatie politiche liberaleggianti -, proibì, nel 1826, l'uso della grammatica buccelliana, e impose al C. di uniformarsi, nel suo collegio, ai metodi e ai testi d'insegnamento regolamentari.

Il dissidio da molti anni esistente tra la casa di Carcare e quella di Savona relativamente alle questioni dell'insegnamento, si manifestò anche nel campo più strettamente disciplinare-religioso, in quanto erano note le simpatie rigoristico-giansenisteggianti tanto del C. quanto del Buccelli: e infatti il C. fu costretto a giustificarsi col confratello Gatti, appunto della casa di Savona, per aver adottato nel proprio collegio il catechismo del giansenista francese Mésenguy.

Nel 1827 il C. venne nominato provinciale della Liguria, carica che tenne fino al 1833. Subito dopo la nomina egli stabilì di promuovere una riforma disciplinare nella provincia, volta a ricondurre l'Ordine, mediante una serie di minuti "prescritti", alla primitiva osservanza delle costituzioni. Redattore dell'Istruzionee prescritto per la Provincia delle Scuole Pie di Liguria, lettera circolare stampata a Firenze nel 1828, fu, ancora una volta, il Buccelli. Ma il Prescritto venne attaccato dai confratelli di Savona che fecero ricorso al padre generale, accusando esplicitamente il Buccelli di giansenismo; nonostante le lettere di difesa scritte al generale dal Buccelli e dal C., quest'ultimo venne costretto a ritirare la circolare.

Il C. morì a Carcare il 10 febbr. 1836.

Fonti e Bibl.: Carteggi di giansenisti liguri, a cura di E. Codignola, I, Firenze 1941, pp. CCXLIV s. e passim;III, ibid. 1942, ad Indicem;G. Manara, Cenni stor. di G. C.…, Torino 1837; P. Savio, Devoz. di mons. A. Turchi alla S. Sede. DCLXXVI doc. sul giansenismo ital. ed estero, Roma 1938, p. 910 (ma all'indice il C. viene erroneamente confuso col fratello Vincenzo Raffaele); ReligiosiScholarum Piarum qui Provinciae Liguri et Pedemontanae ab anno 1750 ad annum 1800adscripti fuerunt, III, Romae 1941, pp. 102-105; L. Picanyol, Un pedagogista insigne: P. D. M. Buccelli delle Scuole pie, Roma 1943, passim.

Vedi anche
Chiesa cattolica Si definisce cattolica, cioè "universale", la Chiesa cristiana di Roma, a partire all'incirca dal tempo dell'Editto di Costantino (313), che stabilì che il cristianesimo era religione lecita nell'Impero romano. Dopo la riforma protestante, l'attributo di cattolica serve soprattutto a distinguere la Chiesa ... assunzione In senso religioso, elevazione al cielo di una persona con il proprio corpo, vivente o morto, in maniera temporanea o definitiva e operata da una forza divina estranea alla persona stessa. In ciò l’assunzione differisce dall’ascensione. Vanno tenuti distinti i casi in cui l’assunzione è presentata non ... religione Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità, oppure il complesso dei dogmi, dei precetti, dei riti che costituiscono un dato culto religioso (v. fig.). 1. Il concetto di religione Il concetto di religione ... Riforma protestante Movimento religioso, politico, culturale che produsse nel 16° sec. la frattura della cristianità in diverse comunità, gruppi o sette. da lutero alla pace di augustaLa Riforma protestante scaturì principalmente da motivazioni religiose dettate dalla riscoperta del Vangelo come annuncio della libera grazia ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Istruzione e formazione
Vocabolario
pàolo
paolo pàolo s. m. [dal nome del pontefice Paolo III]. – Nome dato al grosso papale (detto anche giulio) a cominciare dal pontificato di Paolo III (1534-1549), che lo volle aumentato di peso e migliorato di titolo; il nome fu poi esteso...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali