MACHIAVELLI, Paolo
Nacque a Firenze il 29 genn. 1420 nel quartiere S. Spirito, "gonfalone" Nicchio, da Giovanni di Lorenzo.
Secondo Litta il padre del M. avrebbe contratto matrimonio due volte, la prima con Padovana di Guido di messer Tommaso, la seconda con Lena di Gioacchino Ricci; tuttavia dalle certificazioni catastali, presentate dal 1427 al 1446, Giovanni risulta sposato con Padovana, che verosimilmente era la madre dei figli allora dichiarati, fra cui anche il M.; inoltre la stessa Padovana, alla morte del marito, ne ereditò gran parte delle sostanze. Giovanni ebbe, oltre al M., anche Giovacchino, Fioretta, Lena, Gherardo, nato il 4 giugno 1429, che intraprese la carriera politica acquisendo il priorato nel 1476, Lorenzo e Francesco. Il padre del M. possedeva varie proprietà terriere ed esercitava un'attività legata alla produzione e al commercio della lana (la sua bottega era situata nel palazzo dell'arte della lana a Firenze); morì il 12 apr. 1452.
Il M. si dedicò ben presto alla vita politica, in adesione al regime instaurato dopo il 1434 dai Medici, dei quali fu un fedele partigiano, alternando l'impegno istituzionale con lunghi viaggi, durante i quali effettuò missioni nel Mediterraneo al comando delle galee medicee. Benedetto Dei, riferendosi agli anni 1472-73, lo definisce "de la schiera de retroghuardo" (p. 72), insieme con altri fiorentini come Giovenco Della Stufa, Niccolò Tornabuoni, Niccolò Cerretani e Pierfrancesco de' Medici. In effetti il ruolo del M. fu di rilievo solo nell'ultimo periodo della sua vita, proprio a partire dagli anni Settanta, con l'affermazione del potere laurenziano, quando raggiunse i più alti vertici della gerarchia politica, fino a essere cooptato nel 1484 nel Consiglio dei settanta.
Nel 1444 il M. dovette ottenere l'abilitazione a ricoprire cariche pubbliche: il 2 sett. 1446, infatti, entrò in carica come castellano della porta di Ponte di Borgo per tre mesi, in sostituzione di Alessandro di Filippo Machiavelli, che il 17 giugno aveva nominato il M. al suo posto. Nel maggio 1449 partecipò nuovamente alle elezioni indette per gli uffici maggiori. Il 14 maggio 1453 venne eletto podestà a Buggiano e il 1 apr. 1455 fu degli Ufficiali dei superstiti delle Stinche.
La prima dichiarazione catastale presentata dal M. fu quella del 28 febbr. 1458, dove risulta che abitava in una casa nel chiasso dei Ramaglianti (confinante con quella abitata dalla madre), acquistata il 13 gennaio dello stesso anno dall'ospedale di S. Maria Nuova, e che alla morte del padre aveva ereditato alcune proprietà. Alla data della dichiarazione la moglie Vaggia di Zenobi, di 19 anni, era in attesa di un figlio.
Il 14 ag. 1458 fu iscritto nelle liste riguardanti l'elezione degli arroti alla Balia, indetta per la tenuta del nuovo scrutinio; il 28 agosto fu chiamato a sostituire nella carica di gonfaloniere di Compagnia Filippo Guidetti, morto in quello stesso giorno; sempre nel 1458 il M. venne anche imborsato per i Consigli del Popolo e del Comune.
Negli anni successivi il M. trascorse un lungo periodo lontano da Firenze, impegnato in una missione in Oriente: nel dicembre 1461, infatti, era stato deliberato che, a causa dei pirati che infestavano il Mediterraneo, i Consoli del mare di Pisa avrebbero dovuto predisporre due galee armate per recuperare in Levante due galee fiorentine in pericolo e scortarle fino a Porto Pisano. Di una di queste imbarcazioni era "padrone" il M., mentre l'altra era di proprietà di Piero di Niccolò Placiti; entrambe sarebbero state comandate da Filippo di Giovanni Bonsignori. Il 25 apr. 1462 il M. scrisse da Napoli a Piero de' Medici, informandolo della perdita di una galea del re di Napoli, Ferdinando d'Aragona, e della richiesta da parte del sovrano di una nuova imbarcazione. Tra la fine del 1465 e gli inizi del 1466 il M. è citato più volte nella corrispondenza tra Marco Parenti e Filippo Strozzi.
Il 2 sett. 1466 fu ascritto alla Balia con la quale, superando una grave crisi politica, il regime mediceo riuscì a ripristinare i precedenti sistemi di controllo politico e giudiziario. Quando nel 1467 il duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, si recò a Firenze per un colloquio con Piero de' Medici, il M. fu tra i cittadini fiorentini che presenziarono all'incontro. Nel bimestre gennaio-febbraio 1468 esercitò per la prima volta la carica di priore.
Nel 1469 presentò la dichiarazione fiscale, dalla quale risultava che dal suo matrimonio erano nati quattro figli: Filippo Maria; Giovanni, che sposò nel 1489 Costanza di Piero Carnesecchi e che seguì le orme del padre dedicandosi alla carriera politica divenendo, fra l'altro, priore nel 1513 e nel 1519; Lena, che sposò Francesco Sapiti, e Contessina; dovette avere anche un altro figlio, forse morto prematuramente: infatti, nella portata al Catasto del 1469 la moglie Vaggia risultava incinta, ma in quella successiva, del 1480, non è registrato un nuovo nato.
Da questa medesima portata si ricava che il M. aveva acquisito una modesta parte dell'eredità paterna: possedeva, infatti, oltre all'abitazione, il podere della Colombaia; una casetta con orto comprata insieme con altri beni dagli Ufficiali di torre e dei ribelli, facenti parte delle proprietà confiscate a Girolamo e Piero Machiavelli, banditi da Firenze nel 1458; una casa a uso di locanda, fuori della porta di S. Piero Gattolini, per la maggior parte dell'anno sfitta a causa delle gabelle che lo costringevano a cambiare il gestore ogni anno; un'altra casetta adiacente, comprata da messer Nastagio Salviati, priore di San Sepolcro, che aveva acquistato per evitare che fosse adibita ad albergo, creandogli problemi di concorrenza. Aveva anche in affitto un podere di proprietà dell'arte della lana, nel "popolo" di S. Stefano a Pozzolatico, ed era debitore di 60 fiorini alla stessa arte e di 80 fiorini a ser Nastagio Vespucci.
Il 1 ott. 1469 entrò a far parte del magistrato degli Otto di guardia e balia. Il 3 luglio 1471 fu inserito tra i componenti della Balia convocata per la tenuta del nuovo scrutinio; il 3 e 5 agosto seguenti, in qualità di capitano delle galee medicee, scrisse a Lorenzo de' Medici da Porto Pisano comunicandogli che era in procinto di partire per il Levante; il 5 settembre inviò allo stesso Lorenzo una lettera da Rodi e un'altra da Chio, il 30 ottobre, informandolo che la galea "Ferrandina" si trovava a Candia con il suo "padrone", Francesco Benci; proseguì poi per Alessandria e Costantinopoli. Dovette tornare a Firenze nel luglio 1472: ad agosto, infatti, il M. partecipò allo scrutinio per i tre maggiori uffici, risultando tra i vincitori. Nel maggio 1473 risulta commissario delle Armi e il 27 settembre assunse l'ufficio di vicario e commissario di Vico Pisano.
Il 25 marzo 1475 entrò in carica come conservatore di Legge e dal 1 ottobre divenne per un anno ufficiale dei Pupilli. Nel febbraio 1476 era commissario a Barga; dal 1 settembre fu provveditore di Pisa per un anno. Il 14 apr. 1477, in una lettera inviata a Lorenzo de' Medici, il M. risulta nuovamente in viaggio sulla nave "Ferrandina" insieme con Bartolomeo Pucci. Il 1 luglio 1478 assunse per la prima volta la carica di gonfaloniere di Giustizia. Il 1 luglio 1479 fu eletto maestro di Dogana; nello stesso anno fu nominato commissario a San Gimignano. Il 13 apr. 1480 entrò a far parte della Balia convocata per definire una nuova forma costituzionale dello Stato.
Nello stesso anno presentò la sua ultima dichiarazione catastale, dove risulta essere proprietario di alcuni beni fuori della porta di S. Piero Gattolini, fra cui la casa a uso di locanda. Il 29 ott. 1480 divenne podestà di Prato. Il 26 febbr. 1482 fu estratto per il priorato, ufficio che svolse nel bimestre marzo-aprile; dal 1 settembre dello stesso anno entrò in carica come vicario del Casentino. Il 16 sett. 1483 assunse l'ufficio di capitano di Pisa; durante questo incarico dovette affrontare numerose questioni inerenti l'Università che dal 1473 aveva sede in quella città, soprattutto in materia di ordine pubblico e di contenziosi tra privati.
Il 15 sett. 1484 fu designato alla carica di capitano del Bigallo per un anno con Piero di Piero Marchi; il 29 settembre, in vista del nuovo scrutinio generale per gli uffici maggiori e per quelli amministrativi interni ed esterni alla città, il M. entrò a far parte del Consiglio dei settanta, magistratura istituita da Lorenzo de' Medici nell'aprile del 1480. Le elezioni per i Settanta del 1484 avvennero tramite scrutinio, in quanto si era reso necessario integrare i componenti dello stesso Consiglio: il nome del M. è il primo della lista tra i vincitori; come membro dei Settanta partecipò allo scrutinio. Mancano gli atti relativi alle cariche maggiori, ma si sa che il M. si qualificò nel 1484 per i XIV uffici. Dal 1 ott. 1484 fu ufficiale dei Pupilli per un anno; il 9 genn. 1486 divenne vicario del Valdarno Inferiore e il 1 novembre seguente entrò in ufficio negli Otto di guardia e balia. Il 1 genn. 1487 fu eletto tra gli Approvatori degli statuti e il 28 aprile divenne ancora priore per il bimestre maggio-giugno. L'ultima carica ricoperta dal M. fu quella di capitano di Livorno dal 18 apr. 1488, che sarebbe dovuta durare quattro mesi. Durante lo svolgimento del suo ufficio venne incaricato dagli Otto di pratica di effettuare ispezioni in tutte le fortezze del Capitanato per verificarne lo stato e le relative dotazioni di uomini e munizioni, provvedendo in caso di necessità.
Il M. morì a Livorno il 23 maggio 1488 e fu sepolto in S. Croce. Il fratello Gherardo gli successe nella carica di capitano di Livorno.
Numerose lettere scritte dal M. sono conservate in Arch. di Stato di Firenze, Mediceo avanti il principato, XVI, 223, 234; XVII, 422, 445; XXI, 94, 302, 366, 367; XXII, 135, 137; XXIII, 213, 514; XXV, 235, 240; XXVII, 435, 441, 478, 485; XXIX, 315, 337, 914, 923, 1124, 1182; XXXII, 58; XXXIV, 569: 11 nov. 1479, s. l.; XXXV, 408; XXXVI, 1320, 1324; XC, 78.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 79, cc. 17r, 31v; 80, c. 6r; 172, cc. 104r, 107; 174, cc. 47v, 48, 49, 50; 388, c. 3r; 392, c. 6v; 398, c. 1v; 401, c. 6r; 404, c. 2v; 604, c. 72v; 605, cc. 19r, 70r; 606, cc. 59v, 124v, 226r; 735, c. 1r; 736, cc. 1r, 7r; 986, c. 6v; 1040, c. 75v; Catasto, 65, cc. 182r-183v: 1427; 648, c. 456: 1446; 788, cc. 66r-67v, 68r-70v: 1458; 995, c. 177; Notarile antecosimiano, 9279, cc. 210v-211v; Ufficiali della Grascia, 190, cc. 8v, 191v; Balie, 30, c. 4v; 31, cc. 10r, 93r; Carte Strozziane, s. I, 3, c. 73; Priorista di palazzo, cc. 206r, 214v, 217v, 221r; Mediceo avanti il principato, LXXXVI, 37, c. 7v; Otto di pratica. Missive, 9, cc. 128v-129r; 10, c. 3r; Otto di pratica. Responsive, 4, cc. 360, 407, 417, 432, 449, 474; Firenze, Biblioteca nazionale, Passerini, 171/1; Poligrafo Gargani, 1167-1168; Delizie degli eruditi toscani, XX (1785), pp. 399, 427; XXI (1785), pp. 7, 19, 36; Documenti sulle relazioni delle città toscane coll'Oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1531, a cura di G. Müller, Firenze 1879, p. 298; Archivio Mediceo avanti il principato. Inventario, I, a cura di F. Morandini, Roma 1951, pp. 280, 303; II, a cura di F. Morandini, ibid. 1955, pp. 5, 17, 24, 46, 86, 166, 183, 185, 230, 290, 319, 358; III, a cura di A. D'Addario, ibid. 1957, p. 299; Protocolli del carteggio di Lorenzo il Magnifico per gli anni 1473-74, 1477-92, a cura di M. Del Piazzo, Firenze 1956, pp. 211, 217, 261; Lorenzo de' Medici, Lettere, I, (1460-1474), a cura di R. Fubini, Firenze 1977, p. 79; B. Dei, La cronica dall'anno 1400 all'anno 1500, a cura di R. Barducci, Monte Oriolo-Firenze 1984, pp. 72, 88, 142; U. Martelli, Ricordanze dal 1433 al 1483, a cura di F. Pezzarossa, Roma 1989, p. 292 n.; L. Tornabuoni, Lettere, a cura di P. Salvadori, Firenze 1993, pp. 44, 126 s.; Carteggi delle magistrature dell'età repubblicana, II, Missive, a cura di R.M. Zaccaria, Firenze 1996, pp. 132, 138, 151; M. Parenti, Lettere, a cura di M. Marrese, Firenze 1996, pp. 141, 145, 147, 152, 155 s., 158 s., 164; L. Pecori, Storia della terra di San Gimignano, Firenze 1853, p. 750; M.E. Mallett, The Florentine galleys in the fifteenth century, Oxford 1967, pp. 69 n. 3, 101-103, 166, 173, 175; N. Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze 1971, pp. 113 n., 114, 118 s., 124, 131, 132 n., 146, 160, 165, 204, 351, 361, 369 (nuova ed. ampliata, a cura di G. Ciappelli, Firenze 1999); A.F. Verde, Lo Studio fiorentino (1473-1503), IV, 2, Firenze 1985, pp. 478, 481-483, 519-522, 526 s.; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. Macchiavelli di Firenze, tav. II.