MAGRI, Paolo
Figlio di Antonio Maria, nacque intorno al 1530 presumibilmente a Bologna, dove, dal 1550, è registrato, con il salario di una lira al mese, tra le fila dei chierici della basilica di S. Petronio. Successivamente, dal marzo 1554, come era in uso, venne ammesso tra i cantori, con una retribuzione mensile di due lire. Nessuna annotazione a suo nome risulta fra aprile 1558 e gennaio 1562, ma da febbraio 1563 compare di nuovo in elenco fino a dicembre 1568, mese in cui beneficiò di un compenso di 5 lire. Il 1 genn. 1569 era a Vercelli dove, con firma autografa, sottoscrisse un capitolato pattuito con gli amministratori del collegio degli innocenti (istituzione eretta presso la cattedrale di S. Eusebio e preposta all'insegnamento e all'educazione dei giovani cantori detti "chiantri"): in esso si stabiliva che il maestro di cappella, contro il pagamento di 180 scudi d'oro, doveva insegnare a sei chiantri canto fermo e figurato, educarli a "buona creanza e politia", e assicurarsi della loro puntualità nell'assolvimento dei doveri.
In un successivo documento del 4 sett. 1570, riguardante la contestata unione del collegio degli innocenti al seminario, imposta in ossequio ai decreti tridentini (con disordini che provocarono richieste di intervento dei soldati di giustizia per il trasferimento coatto dei "putti"), il maestro di cappella risulta essere Pietro Ferregrato. Ciò fa supporre che a quella data il M. avesse già lasciato la carica. Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che la permanenza del M. nella locale cattedrale si prolungasse fino al 1580, ma a oggi manca documentazione probante al riguardo. Anche la possibilità dell'esistenza di due organismi musicali, uno della cattedrale, presso la quale aveva appunto sede il collegio degli innocenti, e uno del seminario, è un punto che resta ancora da verificare.
Accettando il fatto che il M. sia stato impegnato al massimo per un anno presso la cattedrale vercellese, potrebbe essere riconsiderata l'ipotesi, fino a oggi ritenuta improbabile, che il Paolo da Bologna aiuto del maestro di cappella della Santa Casa di Loreto, possa essere identificato con il Magri. Comunque sia, qualche anno dopo il M. fu invitato dal cardinale Filippo Guastavillani, allora governatore pontificio delle Marche, a sostituire, dall'8 sett. 1582 nel ruolo di maestro di cappella, Giovanni Ferretti. Per questo incarico, mantenuto fino al 31 ag. 1584, il M. percepì uno stipendio annuo di 240 fiorini. Il 4 ott. 1584 è annotato ancora un mandato in suo favore per vari pagamenti e per avere tenuto a pigione tre putti, per tre mesi e dieci giorni. Due cardinali furono determinanti per la carriera del M.: Giovanni Morone e Filippo Guastavillani, cui sono dedicati gli unici due libri di musica noti del M., dati alle stampe.
Dopo il 1597 non si hanno notizie sul Magri.
La prima opera a stampa del M., il Liber primus mottetorum, quae quinis concinuntur vocibus, duo tamen addiciuntur dialogi, septem, et octo etiam vocibus concinendi, apparsa a Venezia nel 1581 "apud Haeredum Hieronymi Scoti", fu dedicata al cardinale Guastavillani. Se la dedica non aggiunge nulla di biograficamente rilevante a quanto già noto, un dato interessante è invece offerto dal frontespizio che qualifica l'autore come "bononiensis Ardentium academiae magister". L'Accademia degli Ardenti, fondata nel 1558 da Camillo Paleotti, fratello di Gabriele, futuro cardinale e arcivescovo della città, si distinse negli anni successivi per le sue finalità educative, tanto che poteva considerarsi più "collegio che accademia [(]. Fino dal 1581 quell'accademia era in sostanza un istituto di educazione pei giovani di famiglie illustri, e quindi ben s'addiceva che all'istruzione scientifica o letteraria quella pur s'accoppiasse della musica per ornamento e diletto" (Gaspari, p. 255).
L'altra opera del M., la raccolta di Lamentationes Ieremiae prophetae quae quinis concinuntur vocibus, duo tamen adiciuntur psalmi Benedictus, et Miserere cum hymno ad Crucem septem, octo, novem, decem, ac tredecim etiam vocibus concinendi (Venezia, R. Amadino, 1597), reca una dedica a Giovanni Morone, datata da Venezia "octavo Idus Martii" (23 marzo) 1597, che suscita molte perplessità sull'effettivo anno di pubblicazione, in quanto il cardinale era morto già nel 1580, mentre il tono della lettera sembra decisamente far riferimento a persona viva e presente.
L'ipotesi di un possibile errore di stampa riguardo la data di impressione, non è sostenibile se si osserva la marca tipografica. L'Amadino, infatti, a partire dal 1586, anno dello scioglimento della società con l'altro stampatore veneziano Vincenti, usò porre nel frontespizio l'immagine di un organo. Prima di tale data, all'epoca del sodalizio con Vincenti, la marca tipografica era invece costituita da una pigna. Il libro del M., nel cui frontespizio è rappresentato un organo, può quindi essere datato con sicurezza dal 1586 in poi. L'ipotesi più plausibile è che possa trattarsi della ristampa di un libro uscito in precedenza, riproposto dallo stampatore veneziano con la dedica originaria, secondo un uso testimoniato anche in qualche altro caso. I due libri furono composti probabilmente in epoca ravvicinata, come lasciano ritenere anche i rapporti tra i due cardinali e l'autore, documentati negli stessi anni e nelle stesse aree geografiche.
Altre opere a stampa del M., oltre alle due conservate, sono menzionate nei cataloghi di alcuni stampatori musicali veneziani fra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento.
La stampa di mottetti che compare negli Indici di musica (1596) dello Scotto potrebbe corrispondere al Liber primus motettorum, pubblicato nel 1581 dagli eredi di questo stesso stampatore. Un'altra raccolta di mottetti, non sappiamo se quella del 1581 o un'altra, è invece elencata negli Indici (1604) degli eredi di Filippo Giunta. Nello stesso catalogo è citato anche un libro di madrigali a 5 voci, attribuito a un tale Paolo Maggio, che Mischiati ha proposto di identificare con il Magri. Anche nel Catalogo (1591) di Angelo Gardano, compare un libro di madrigali a 5 voci del Magri. È probabile che alle opere del M. attualmente conosciute, si debbano aggiungere un'altra raccolta di mottetti e due di madrigali, delle quali almeno una pubblicata prima del 1591.
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. della Fabbriceria di S. Petronio, Quaderni di cassa, 1552-85, f. 559; Vercelli, Arch. e Biblioteca capitolare, Collegio degli innocenti, Maestro di cappella, 87/3; G. Gaspari, Musica e musicisti a Bologna, Bologna 1969, pp. 252-257; La cappella musicale di Loreto nel Cinquecento. Note d'archivio, a cura di F. Grimaldi, Loreto 1981, pp. 46, 59 s., 123; Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali dal 1591 al 1798, a cura di O. Mischiati, Firenze 1984, pp. 92, 105, 121, 125, 509; O. Gambassi, La cappella musicale di S. Petronio, Firenze 1987, pp. 74 s., 77-80; R.J. Agee, The Gardano music printing firms. 1569-1611, Rochester 1988, pp. 382, 405; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 572; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, p. 598.