MANTEGAZZA, Paolo
Antropologo, igienista, patologo e scrittore, nato a Monza il 31 ottobre 1831, morto a S.. Terenzo in Liguria il 26 agosto 1910. Si laureò in medicina a Pavia; compì viaggi in varie parti d'Europa e a Parigi, giovanissimo, scriveva la sua Fisiologia del piacere (Milano 1880). Nel 1854 si recava in Argentina, per esercitarvi la professione medica. I contatti con gl'Indiani. che egli studiò durante una permanenza abbastanza lunga nel NO. argentino, lo avviarono verso gli studi di antropologia. Nel 1858 rientrava in Italia, dove, l'anno dopo, vinceva la cattedra di patologia generale pressò l'università di Pavia. Egli fondava così il primo laboratorio di patologia generale sorto in Europa, e lì compiva i primi esperimenti sugl'innesti animali, esperimenti che dovevano aver sì forte sviluppo. Deputato al parlamento dal'65 al'76, anno in cui fu fatto senatore, fece creare a Firenze la prima cattedra italiana di antropologia e ne prese l'insegnamento nel 1870.
Fu uno dei banditori più vivaci del nuovo verbo darwiniano dal'70 all'80. Studiò ad es.: teoria della pangenesi, efficacia della selezione sessuale, atavismo, influenza dell'isolamento geografico per la produzione delle varietà umane; si occupò di fisiologia dell'alimentazione, di neurologia. Alternava a conferenze, libri di volgarizzazione nel campo dell'igiene, della fisiologia, dell'etnografia, specialmente psicologica (Fisiologia del dolore, Firenze 1888; Fisiologia dell'amore, Milano 1873; Fisiologia dell'odio, ivi 1889), romanzi e opere di carattere letterario dallo stile tra sentenzioso e galante, tra scientifico e ispirato (Profili e paesaggi della Sardegna, Milano 1870; Un giorno a Madera: una pagina dell'igiene dell'amore, ivi 1876; Upilio Faimali: memorie di un domatore di belve, ivi 1879, Il secolo nevrotico, Firenze 1887; Il secolo tartufo, Milano 1888; L'anno 3000: sogno, ivi 1897, ecc.), e lavori speciali di antropologia fisica. Fra questi ricordiamo gli studî sui caratteri del cranio, gli studî sui rapporti di volume fra organi di senso, cavità midollare da una parte e cranio cerebrale dall'altra, quello sui caratteri gerarchici e in modo particolare le sue critiche alla craniometria e il suo metodo "linneano" di descrizione, che da molti è giudicato il punto di partenza del metodo di Sergi per le forme del cranio umano. Fondò il Museo antropologico-etnografico di Firenze con i doni che a lui affluivano da viaggiatori studiosi, dilettanti che egli aveva l'arte di appassionare alla scienza, onde forse questa istituzione è la più importante fra le consimili in Italia; la Società italiana di antropologia da lui fondata nel 1871, che creò alla giovine scienza un'atmosfera favorevole; e l'Archivio di antropologia ed etnologia. Meriti che raccomandano alla storia delle scienze il suo nome più che non lo raccomandino le sue doti di oratore e di scrittore.