PACIAUDI, Paolo Maria
Erudito, nato a Torino il 23 novembre 1710, morto a Parma il 1° febbraio 1785. Studiò nell'università sotto la guida del napoletano Bernardo Lama, che vi professava eloquenza. Ai 18 anni, a Venezia, entrò nell'ordine dei teatini. Studiò filosofia a Bologna e teologia a Genova e in questa città insegnò filosofia. Per 10 anni, dal 1739 al 1749, percorse l'Italia come predicatore. Abbandonato per ragioni di salute l'esercizio della predicazione, si diede, a Napoli, allo studio dell'archeologia sacra e profana, che continuò poi a Roma, dove si stabilì nel 1751 e dove godette della benevolenza del papa Benedetto XIV e si procurò l'amicizia del card. D. Passionei, che lo fece suo bibliotecario, e di molti studiosi italiani e stranieri; fra questi J.-J. Barthélemy, che lo mise in relazione col conte di Caylus. Nel 1753 fu nominato procuratore generale dei teatini. Nel 1761 fu chiamato a Parma come bibliotecario e antiquario del duca Filippo di Borbone. Fu a Parigi tra il gennaio e il luglio del 1762 per accompagnarvi l'abate Lanti; approfittò dell'occasione per fare importanti acquisti per l'erigenda biblioteca di Parma, che fu aperta al pubblico nel maggio del 1769. Caduto il ministro G. Du Tillot, suo protettore e amico (1771), fu relegato nel convento di S. Cristina; ma nel febbraio del 1772 fu reintegrato nel suo ufficio di bibliotecario. Allontanatosene spontaneamente nel 1774 per ritirarsi a vita privata nella sua città nativa, ritornò a Parma nel 1778 in seguito a richiamo del duca Ferdinando, e vi rimase fino alla morte.
Conoscitore profondo delle letterature classiche, teologo, archeologo, numismatico, epigrafista, compose molte opere erudite. Fu acerrimo nemico dei gesuiti e intinto di idee giansenistiche. Collaborò strettamente col Du Tillot, specialmente per la fondazione della Biblioteca di Parma e per la riforma degli studî del ducato, che segnò il rifiorire di quella università. A suo suggerimento si dovette la chiamata a Parma di G. B. Bodoni, al quale lasciò in eredità il suo prezioso carteggio, passato più tardi alla Parmense.
Opere principali: De Sacris Christianorum balneis, Venezia 1750; 2ª ed., Roma 1758; De cultu S. Joannis Baptistae, Roma 1755; Ad nummos consulares in viri Marci Antonii animadversiones, Roma 1757; Monumenta Peloponnesiaca commentariis explicata, Roma 1761, voll. 2; Costituzione per i nuovi regi studi, Parma 1768; Epithalamia exoticis linguis reddita, Parma 1775 (sue sono le iscrizioni latine); Memorie de' Gran Maestri del Sacro Militar Ordine Gerosolimitano, Parma 1780, voll. 3; Inscriptiones a J. B. Bodonio collectae, Parma 1798; Lettres au Comte de Caylus par A. Sérieys, Parigi 1802; Memorie ed orazione per la biblioteca, Parma 1815.
Bibl.: Fr. Vezzosi, I Scrittori de' Chierici Regolari detti Teatini, Roma 1780, II, pp. 118-149; A. Fabroni, Vitae Italorum doctrina excellentium..., XIV, Pisa 1789, pp. 180-247; J. Bernardi, in De Tipaldo, Biografia degli Italiani illustri..., X, Venezia 1845, pp. 200-211; F. Odorici, Memorie storiche della nazionale biblioteca di Parma, in Atti e memorie della Dep. di storia patria per le prov. mod. e parmensi, I (1863), pp. 350-378; Ch. Nisard, Correspondance inédite du Comte de Caylus avec le P. Paciaudi Théatin, Parigi 1877, I; W. Cesarini Sforza, Il Padre P. e la riforma dell'Università di Parma, in Arch. stor. ital., LXXIV (1916), pp. 108-136; U. Benassi, La mente del Padre P. collaboratore di un ministro nell'età delle riforme, Lucca 1916 (estr. da Miscell. di studi storici in onore di G. Sforza, Lucca 1923); A. Boselli, Le biblioteche delle provincie di Parma e Piacenza, in Tesori delle biblioteche d'Italia, I: Emilia, Milano 1932, pp. 193-99; id., Un bibliotecario difeso da un ministro (il Padre P. e G. Du Tillot), in Accademie e biblioteche d'Italia, anno VII (1933-34), pp. 55-60; id., Du Tillot, Paciaudi e la Biblioteca di Parma in Mélanges Hauvette, Parigi 1934, pp. 451-460.