MEDOLAGHI, Paolo.
– Nacque a Firenze, il 24 nov. 1873, da Salvatore e da Clarice Siccoli.
Laureatosi in matematica all’Università di Roma nel 1895, fra il luglio del 1899 e l’ottobre del 1900 prestò servizio come impiegato di ruolo presso il ministero del Tesoro, anche se, già dall’ottobre 1899, gli fu concessa l’aspettativa. Dette inizio allora alla sua attività presso il primo grande istituto italiano di protezione sociale, la Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai, istituita nel 1898. Il M. vi fu prima capo dell’ufficio attuariale, dal 1902 vicedirettore generale e, dall’ottobre 1923 all’ottobre 1936, direttore generale (nel 1933 la Cassa era diventata Istituto nazionale fascista per la previdenza sociale). Già libero docente di analisi infinitesimale alla Sapienza di Roma, nel 1902 aveva vinto insieme con T. Bagni il concorso per la cattedra di matematica attuariale nell’Istituto superiore di scienze economiche e commerciali, sempre nella capitale. Tuttavia entrò nell’insegnamento accademico soltanto alla fine della sua carriera professionale, nel dicembre 1937, quando fu nominato, per chiara fama, professore ordinario di economia e finanza delle imprese assicuratrici nella stessa Università. Collocato a riposo per raggiunti limiti di età nel novembre 1944, fu riassunto in servizio nel novembre 1947 e collocato fuori ruolo.
Il M. ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo della previdenza statale in Italia e nel consolidamento della matematica attuariale come disciplina e come strumento dell’attività assicurativa. Il suo contributo tecnico e scientifico, in un ambito istituzionale centrale nelle politiche sociali, ne fece una figura intellettuale di primo piano dell’Italia fascista. Iscritto al Partito nazionale fascista (PNF) dall’aprile 1926, il 13 giugno 1939 fu nominato senatore del Regno, e fu membro della commissione Finanze dal 23 genn. 1940 fino al 5 ag. 1943. Nell’agosto 1944 fu deferito all’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo (6° gruppo di imputazione: «senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato») e il 30 ottobre successivo dichiarato decaduto.
Partecipò attivamente all’organizzazione della comunità scientifica degli attuari italiani e ai suoi contatti internazionali, a partire dal I convegno nazionale di scienza delle assicurazioni tenutosi a Torino nel settembre 1928 su iniziativa di F. Insolera – già suo collaboratore nei primi anni della Cassa di previdenza – e dalla fondazione, nel dicembre dello stesso anno, dell’Istituto italiano degli attuari (IIA). Nel maggio 1929 fu nominato dal ministero dell’Economia nazionale membro della commissione straordinaria per l’organizzazione dell’Istituto italiano degli attuari, del quale divenne presidente dopo la sua rifondazione come ente morale a Roma nello stesso anno e fino al 1942. Fu membro corrispondente dell’Institut des actuaires français e dell’Association suisse des actuaires, e fece parte del consiglio direttivo del Comité permanent des congrès internationaux d’actuaires e del comitato consultivo della Commissione per le assicurazioni sociali dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ginevra). Fu anche presidente del Credito fondiario sardo, consigliere d’amministrazione del Consorzio di credito per le opere pubbliche e membro del Circolo matematico di Palermo e della Società italiana per il progresso delle scienze. Nel 1934 fu insignito cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia, e fu anche commendatore della Legion d’onore.
Nella sua produzione, oltre a un manuale relativo a un corso (Economia e finanza delle imprese assicuratrici: anno accademico 1939-40, Roma 1940), vanno ricordati: La logica matematica ed il calcolo delle probabilità, in Boll. dell’Associazione degli attuari italiani, 1907, n. 18, pp. 20-40; Su una nuova teoria del rischio, ibid., 1908, n. 20, pp. 1-20; Sull’evoluzione delle previdenze sociali, in Giorn. di matematica finanziaria, VI (1924), 4-5, pp. 149-166; I cicli economici, in Atti dell’Ist. italiano delle assicurazioni, I (1928), pp. 207-228; L’utilità nelle assicurazioni, in Giorn. dell’Ist. italiano degli attuari, VIII (1937), pp. 289-296; Indirizzi di ricerca nelle assicurazioni danni, ibid., IX (1938), pp. 297-307; Matematica attuariale, in Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939
…, a cura di L. Silla, Roma 1939, I, pp. 253-265; Calcolo delle probabilità, ibid., pp. 267-276; Sulla stabilità della curva dei redditi, in Atti della Riunione di Pisa della Soc. italiana di statistica… 1939, Ferrara 1940.
Oltre al lavoro tecnico nella pubblica amministrazione, il M. contribuì alle riflessioni condotte negli anni Venti e Trenta sulla razionalizzazione delle varie forme di assicurazioni sociali e fu anche studioso di matematica pura e applicata e di economia, anche se condusse tali attività in modo discontinuo a causa dei suoi impegni operativi.
Le sue prime ricerche riguardarono l’analisi matematica e, in particolare, i sistemi di equazioni alle derivate parziali, sui quali pubblicò alcuni lavori negli Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Si occupò poi di calcolo delle probabilità e di statistica applicati alle assicurazioni e all’economia. Nell’ambito della teoria del rischio e delle sue applicazioni alla riassicurazione, si occupò del problema di determinare, considerando il complesso delle operazioni di un’azienda di assicurazioni, la probabilità che essa non fallisca (approssimandola oppure trovando un confine inferiore). In questo ambito ottenne nel 1909 una generalizzazione della disuguaglianza di I.-J. Bienaymé - P. Čebicĕv, e il suo lavoro fu sviluppato da F.P. Cantelli (cfr. s.v., in Dizionario biografico degli Italiani, XVIII, Roma 1975, pp. 244-246).
Il M. fu tra i primi in Italia a studiare matematicamente l’attività assicurativa nel ramo danni e si occupò di questioni economico-finanziarie sulle assicurazioni, quali l’uso delle funzioni di utilità, di questioni economiche quali la curva di distribuzione dei redditi e le fluttuazioni economiche e di metodologia econometrica.
Il M. morì a Roma l’8 luglio 1950.
Si era unito in matrimonio con Elisa Marrucchi con cui ebbe i figli Clara, Maria, Amalia e Salvatore.
Fonti e Bibl.: Necr., in Giorn. dell’Ist. italiano degli attuari, XIV (1951), pp. 3 s.; e in Giorn. di matematica finanziaria. Riv. tecnica del credito e della previdenza, s. 3, VIII (1950), pp. 118-120 (F. Insolera); Roma, Arch. centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale istruzione universitaria, Professori ordinari, III versamento (1940-70), b. 310, f. Medolaghi, Paolo; Storia dello Stato italiano dall’Unità a oggi, a cura di R. Romanelli, Roma 1995, ad ind.; F. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Memorie dell’Acc. delle scienze di Torino, cl. di scienze matematiche, fisiche e naturali, s. 4, I (1962), 1, p. 73; Repertorio biografico dei senatori dell’Italia fascista, a cura di E. Gentile - E. Campochiaro, II, Napoli 2003, pp. 1587 s.
A. Millán Gasca