Perez, Paolo
Patriota e letterato veronese (1822-1879), fu assai noto tra i contemporanei per i suoi studi danteschi, che coltivò insieme con la filosofia rosminiana sin da quando, entrato nell'istituto della Carità fondato dal Rosmini e vestito l'abito ecclesiastico (1856), insegnò nelle scuole dell'ordine e si fece appassionato banditore delle dottrine del filosofo di Rovereto, le quali esercitarono un decisivo influsso sulla sua opera di dantista, di cui massimo documento è il volume I sette cerchi del " Purgatorio " di D. - Saggio di studi di P.P. prete veronese. Per le nozze Zucchini-Gozzadini (Torino 1865; Verona 1867²; Milano 1896³, con il titolo: I sette cerchi del " Purgatorio " di D. - Saggio di studi. Delle fragranze che spirano dal Purgatorio e dal Paradiso di D.), dove lo studioso veronese dà prova della sua vasta cultura filosofica e teologica.
Quest'opera è, fondamentalmente, la sistemazione organica delle ricerche che il P. aveva tesaurizzato nelle lezioni dantesche tenute, da esule, nell'università di Graz, nelle quali, sul fondamento dei dati storici accertati dalla critica, venivano studiate già la morale, la religione, la politica di D. in rapporto ai fatti sincroni della sua vita, nonché la personalità di Beatrice nella storia e nel simbolismo dantesco: in esse il P. si opponeva a quelle tesi della critica dantesca contemporanea che tendevano a vedere nel poeta un preconizzatore di Lutero. Nei Sette cerchi (nella cui parte ‛ generale ' vengono interpretate la teoria e la disciplina della purgazione, mentre nella parte ‛ particolare ' è illustrata la loro attuazione nei sette regni della penitenza) se, da un lato, sono scoperti il carattere e l'intento didattico ed educativo, dall'altro è operante un serio fondamento critico che offre al " rosminiano dantista " (come lo definì il Carducci, in Opere XXVIII 30) la possibilità di toccare alcuni temi essenziali all'esegesi e all'interpretazione artistica della seconda cantica. Tra questi il problema della " unità e dell'armonia " del Purgatorio e la sua " conformità allo squisito senso cristiano de' Padri e Dottori della Chiesa ": un problema che sollecitava il P. a studiare i rapporti di D. con la Sacra Scrittura, i padri e dottori della Chiesa, Ugo di San Vittore e soprattutto con s. Tommaso, nel cui De Malo stava chiusa la ragione prima della radice della pena che affligge le anime del Purgatorio. Felice intuizione del P. è l'aver rilevato la consapevolezza che D. ha di quella distinzione tra " fantasia " e " immaginazione " avanzata ora - egli scrive - da " alcuni de' filosofi moderni ".
Il P. occupa un posto di rilievo tra i commentatori danteschi della prima metà dell'Ottocento: il suo saggio sul Purgatorio, alieno da ogni esegesi di natura storica ed erudita, è un notevole documento di lettura interpretativa che rispecchia la personalità dell'autore, con la sua particolare mentalità e spiritualità di rosminiano. I Sette cerchi, scrisse il Carducci, " sono il più bel commento di scienza scolastica ed ecclesiastica al Purgatorio di Dante che si conosca in Italia e fuori ".
Bibl.-Albo dantesco veronese, Milano 1865; C. Cipolla, Catalogo cronologico delle più importanti pubblicazioni di P.P. in " Arch. Veneto " XVIII (1879) 361-369; G. Carducci, Maria Teresa Gozzadini (1884), in Opere XXIII, Bologna 1945, 350-351; V. De Vit, Vita di P.P., premessa a P.P., Poesie scelte, Intra 1888; A. Fiammazzo, Lettere di dantisti, città di Castello 1901; G. Biadego, Discorsi e profili letterari, Milano 1903, 225-254; G. Bustico, Dantisti e dantofili a Novara, Novara 1921, 66-67; G. Brognoligo, La cultura veneta, in " La Critica " XXII (1924) 93; F. Bonali, P.P. veronese (con pagine inedite), in " Rivista Rosminiana " XXX (1936) 124-139; ibid. XXXI (1937) 45-57, 201-210.