STRANEO, Paolo Pietro Carlo.
Nacque il 20 giugno 1874 ad Alessandria da Stefano Lodovico, ingegnere, e Lydia Camossi.
Nel 1896 si laureò in ingegneria presso il Politecnico federale svizzero di Zurigo e nel 1897 si addottorò in fisica all’università cantonale di quella città, discutendo una tesi sulla conducibilità termica del ghiaccio (le cui acquisizioni furono poi pubblicate in P. Straneo, Sulla conducibilità termica del ghiaccio, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, VI (1897), 2, pp. 262-269; Id., Sulla conducibilità termica del ghiaccio secondo differenti direzioni, ibid., pp. 299-306).
Fu a Zurigo che Straneo, tramite Michele Besso, fece amicizia con Albert Einstein, con il quale, in seguito, rimase in contatto epistolare su questioni di natura scientifica.
Rientrato in Italia, Straneo si trasferì all’Università di Roma dove, sotto la guida di Eugenio Beltrami, conseguì nel 1898 la libera docenza in fisica matematica grazie ai suoi lavori sulla conducibilità termoelettrica nei metalli e sulla termodinamica delle giunzioni metalliche (Id., Sulla determinazione simultanea delle conducibilità termica ed elettrica dei metalli a differenti temperature, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, VII (1898), 1, pp. 197-202 e 310-314; Id., Sulla temperatura di un conduttore lineare bimetallico. Nota I, ibid., s. 5, VII (1898), 1, pp. 346-353; Id., Sulla temperatura di un conduttore lineare bimetallico. Nota II, ibid., s. 5, VII (1898), 2, pp. 206-213).
Straneo passò poi a Torino. Qui ricoprì dal 1899 al 1901 l’insegnamento dell’elettrochimica, una materia nuova nel panorama didattico italiano, presso il Regio Museo industriale italiano; quindi, dal 1902 al 1904, tenne la cattedra universitaria di fisica matematica. La sua attività scientifica proseguì con svariate note che riportavano le misure della diffusione elettrolitica, i numeri di trasporto e di mobilità degli ioni e argomenti analoghi (Id., Misura della diffusione elettrolitica, dei numeri di trasporto e della mobilità dei ioni, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XI (1902), 1, pp. 58-65 e 171-177; i riassunti delle sue lezioni furono raccolti in Corso superiore di elettrochimica nel Regio Museo indrustriale italiano, Torino 1901).
Dal 1899 al 1925 esercitò la libera professione come ingegnere industriale senza però trascurare la carriera accademica, che riprese quota nel 1917 con studi sulla teoria della omogeneità delle equazioni fisiche e della similitudine in fisica, considerate quali mezzi adeguati per caratterizzare l’essenza di una teoria fisica (Id., Omogeneità delle equazioni e similitudine nella fisica, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XXVI (1917), 2, pp. 271-276, 289-294 e 326-330; Id., Relazioni generali fra teorie fisiche e costanti universali, in Atti della Reale Accademia delle scienze di Torino, LIII (1917-1918), pp. 185-204; Id., Omogeneità delle equazioni fisiche. Similitudine e costanti dimensionali, ibid., LX (1925), pp. 94-99).
Fu professore incaricato di fisica tecnica dal 1921 al 1923 nella Reale Scuola superiore di architettura di Roma; poi, incaricato di fisica matematica nell’ateneo di Genova dal 1923 al 1924; infine, professore straordinario nella stessa materia fino al 1927. Contestualmente, dal 1923 al 1926, insegnò elementi di aeronautica presso la Regia Scuola d’ingegneria navale di Genova. In un periodo in cui gli studi aeronautici erano ancora largamente sperimentali, Straneo si concentrò sulle principali questioni di teoria del volo, che furono esaminate in relazione all’aerodinamica classica (Id., Come vola l’aeroplano, in Atti della prima settimana aerotecnica, Roma... 1925, a cura di E. Pistolesi, Pisa 1926, pp. 122-133; Id., Dall’aerodinamica classica all'aerodinamica dell’aeronautica, in L’Aerotecnica, IX (1929), 4-5, pp. 176-194, 287-314).
Nel 1928 fu promosso ordinario in fisica matematica con voto unanime della commissione formata da Vito Volterra, Carlo Somigliana e Antonio Signorini; la commissione giudicò positivamente soprattutto l’impegno nell’analisi della teoria della relatività.
Straneo partecipò infatti all’acceso dibattito tra coloro che l’avversavano, ritenendola solo una semplice collezione di ragionamenti matematici a priori senza alcuna relazione con il mondo fisico, e quelli che viceversa la difendevano. Schieratosi all’inizio con i primi, egli tentò di interpretare il principio di relatività entro la cornice della fisica classica a partire dalle trasformazioni di Woldemar Voigt e Hendrik Lorentz (Id., La trasformazione di Voigt-Lorentz nella fisica classica e nella fisica relativistica, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XXXII (1923), 1, pp. 607-611; Id., Teoria della relatività: saggio di una esposizione secondo il senso fisico, Roma 1924). Già dal 1924 prese progressivamente le distanze dal fronte degli anti-relativisti e, pur continuando a rimproverare ad Einstein un eccesso di formalismo, non lavorò più ad una teoria alternativa, ma cercò di integrarne le formule con considerazioni di ordine fisico e geometrico. Ciò portò a una significativa interpretazione dei campi einsteiniani a simmetria assiale (Id., Intorno alla teoria dei campi einsteiniani a simmetria assiale, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XXXIII (1924), 2, pp. 404-410; Id., Deduzione e interpretazione di qualche ds2 einsteiniano simmetrico intorno ad un asse, ibid., pp. 468-474; Id., Considerazioni generali sulle critiche della teoria della relatività: a proposito dell’opera C. Burali-Forti e T. Boggio "Espaces courbes: critique de la relativité", in Bollettino di Matematica, s. 2, IV (1925), 1 , pp. I-XII).
Nel corso degli anni Trenta, Straneo, nell’alveo delle idee di Hermann Weyl, propose un tentativo di teoria unitaria che, utilizzando uno spazio non riemanniano, mirava a unificare gravitazione e elettromagnetismo in termini geometrici. Tale teoria, pur apprezzata da Einstein medesimo, non approdò a una effettiva determinazione geometrica delle equazioni di campo, giacché abdicava sia alla metricità, sia alla gauge-invarianza (Id., Intorno alla teoria unitaria della gravitazione e dell’elettricità, in in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 6, XIII (1930), 1, pp. 364-370, 695-701, 770-794 e ibid., s. 6, XV (1932), 1, pp. 77-82; Id., Nuova teoria unitaria della gravitazione e dell’elettricità a geometrizzazione assoluta, ibid., pp. 462-470).
Straneo esaminò altresì lo sviluppo della meccanica quantistica da un punto di vista storico-critico. Nel dibattito pro o contro l’interpretazione probabilistica della stessa, egli si schierò a favore del determinismo, dapprima con cautela e poi abbracciando pienamente la linea realistica di Max Planck e Einstein (Id., La teoria dei quanta e i suoi nuovi indirizzi, in Il Nuovo Cimento, s. 8, V (1928), pp. LXXXIII-XCVI; Id., Considerazioni attorno al discorso di Enrico Persico “Il principio di causalità nella fisica moderna”, in Atti della Società italiana per il progresso delle scienze, XVIII (1929), 1, pp. 377-378; Id., La caratteristica singolarità delle maggiori sintesi della fisica moderna, in Scientia, XLIX (1931), pp. 267-280).
Sul fronte della didattica, negli anni Trenta e Quaranta, oltre alla cattedra di fisica matematica tenne per incarico svariati insegnamenti, sempre nell’ateneo di Genova: meccanica superiore (1928-1936); fisica teorica (1936-1949); analisi infinitesimale (1942-1947); geometria superiore (1944-1945). La sua carriera proseguì senza scosse fino al giugno 1945, quando in una fase di epurazione fu inquisito per presunti coinvolgimenti con il governo fascista dopo l’8 settembre 1943. Da una successiva istruttoria non emerse però alcun fatto specifico o significativo e l’accusa venne archiviata nel luglio del 1946. Fu collocato a riposo nel 1949. Quell’anno conseguì l’emeritato.
Negli anni Cinquanta pubblicò svariate voci per l’Enciclopedia Cattolica e il lemma Relatività per l’Enciclopedia italiana di Scienze, Lettere ed Arti (s.v. Relatività, teoria della, II Appendice, Roma 1949, II, pp. 681-682), oltre ad alcuni notevoli lavori di rassegna (tra i quali Genesi ed evoluzione della concezione relativistica di Albert Einstein, in Cinquant'anni di Relatività. 1905-1955, a cura di M. Pantaleo, Firenze 1955, pp. 29-134; Le teorie fisiche nel loro sviluppo storico, Brescia 1959).
Nel 1901 aveva sposato Palmira Dagna, insegnante, dalla quale ebbe cinque figli: Stefano Lodovico, Lydia, Vittoria, Carolina e Costanza.
Morì a Genova il 24 novembre 1968.
Fu socio di svariati sodalizi come l’Accademia pontificia dei Nuovi Lincei e dell’Accademia ligure di scienze e lettere. Nel 1932 fu nominato cavaliere della Corona d’Italia.
Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale dell'Istruzione universitaria, Fascicoli personali professori ordinari (1940-1970), b. 448, f. S. P. P. (i documenti non sono concordi sulla data di nascita riportando alcuni il giorno 19, altri il 20); ibid., Direzione generale dell'Istruzione superiore, Professori ordinari epurati (1944-46), b. 33, f. Straneo Pietro Paolo; Università di Genova, Archivio storico, Fascicoli personale docente, f. Straneo Paolo. A. Borsellino, Prof. P. S., Annuario dell’Università di Genova, a.a. 1968-69, pp. 53-54; R. Maiocchi, Einstein in Italia. La scienza e la filosofia italiane di fronte alla teoria della relatività, Milano 1985, pp. 118-124; Id., Non solo Fermi. I fondamenti della meccanica quantistica nella cultura italiana tra le due guerre, Firenze1991, pp. 113-114; F. Pastrone, Fisica matematica e meccanica razionale, in La matematica italiana dopo l’unità. Gli anni tra le due guerre mondiali, a cura di S. Di Sieno - A. Guerraggio - P. Nastasi, Milano, 1998, pp. 479-480; The Collected Papers of Albert Einstein, eds. R. Shulmann et al., Princeton 1998, VIII, pp. 77, 91-92; S. Linguerri - R. Simili, Einstein parla italiano. Itinerari e polemiche, Bologna 2008, pp. 87-88, 162-163, 166-171, 190; R. Balestrieri, P. S. Professore ordinario di fisica matematica all'Università di Genova, uranialigustica.altervista.org/straneo/index.htm, 2018 (4 febbraio 2019), con elenco delle oltre cento pubblicazioni; A. Guerraggio - P. Nastasi, Matematici da epurare. I matematici italiani tra fascismo e democrazia, Milano 2018, pp. 219-225.