RENOSTO, Paolo
RENOSTO, Paolo. – Nacque a Firenze il 10 ottobre 1935, da Bruno, ferroviere, e da Assunta Bucci, casalinga. Primogenito, ebbe una sorella, Giovanna.
Iniziò a studiare pianoforte all’età di dieci anni, incoraggiato e sostenuto economicamente dalla zia materna, Maria Bucci. Frequentò il conservatorio di Firenze, diplomandosi nel 1956 in pianoforte con Paolo Rio Nardi. Contemporaneamente agli studi svolse attività concertistica, dedicandosi di preferenza agli autori contemporanei (il 20 maggio 1952, a Firenze nella Sala del Buonamore, eseguì con Gianpiero Taverna e Giuliana Zaccagnini Musica per tre pianoforti di Luigi Dallapiccola; il 25 luglio 1953, ai Giardini di Boboli, con Taverna e Lucia Ganzerli, Il filo errante, balletto su musiche di Dallapiccola per tre pianoforti). Durante gli ultimi anni del corso di pianoforte si iscrisse a quello di composizione di Paolo Frangipane, passando poi nella classe di Roberto Lupi; seguì le lezioni di lettura della partitura di Dallapiccola. Nel 1956 frequentò all’Accademia Chigiana di Siena i corsi estivi di perfezionamento in composizione e, nel 1956 e 1957, in musica da film, tenuti da Francesco Lavagnino. Appassionato di letteratura e poesia, conobbe negli anni di studio i futuri scrittori Aldo Ro amicizia e collaborò poi alla realizzazione di opere di teatro musicale. Altra importante amicizia fiorentina fu il compagno di giochi Aldo Bennici, violista e violinista, che avrebbe poi eseguito musiche di Renosto in Italia e all’estero. Diplomatosi in composizione, il 10 ottobre 1962 sposò Manuela Borri, giovane pianista aretina; insieme si stabilirono a Roma. Ebbe due figli: Paul, nato nel 1959 da una relazione con Freda Allen, e Silvia, nel 1963, dal matrimonio con Borri.
Iniziò l’attività compositiva nel 1954 con Five Little pieces per pianoforte, cui seguirono Variazioni per quartetto d’archi (1955), Musica per 2 pianoforti, onde Martenot e percussione (1956) e Tre liriche di E. E. Cummings per canto e pianoforte (1957); nel 1958 compose Due studi su C. Pavese per soprano e 9 strumenti, che Roberto Lupi diresse il 30 giugno a Firenze al Chiostro nuovo, in un concerto monografico. In queste prime prove Renosto puntò ad assimilare l’eredità della libera atonalità e della dodecafonia; non meno evidente fu la lezione di Dallapiccola. Il 23 marzo 1962 fu eseguito a Firenze (Concerti di Vita musicale contemporanea) Dinamica I per flauto: entrò nel repertorio di Severino Gazzelloni, che lo presentò anche a Darmstadt, ai Ferienkurse del 1966, con il titolo Strutture. All’inizio dell’attività professionale, Renosto si mosse anche in altri ambienti musicali: insieme all’amico di studi Riccardo Luciani si dedicò alla composizione di canzoni, cercando il successo nella musica ‘leggera’; nel 1963-64 lavorò come direttore d’orchestra per la trasmissione RAI Gran Premio abbinata alla Lotteria di Capodanno; dal 1964 al 1971 intraprese una fitta collaborazione, come coautore e arrangiatore-orchestratore, con compositori di musica da film (Alessandro Alessandroni, Francesco de Masi, Coriolano Gori, Vassil Kojucharov, Armando Trovajoli, Piero Umiliani). Nel 1965 conobbe Bruno Maderna, del quale diventò allievo per la direzione d’orchestra.
Alla metà degli anni Sessanta appartengono lavori chiave nell’iter di Renosto, che sperimentò i campi del serialismo, dell’alea e dell’indeterminazione improvvisativa. Nel 1965 compose Mixage per flauto e pianoforte, Avant d’écrire per viola e pianoforte, e Scops, strutture e improvvisazioni per viola e orchestra; con questo lavoro Renosto cominciò a essere pubblicato da Ricordi. Nel 1966 compose Du côté sensible per 11 archi; nel 1967 Players per «qualsiasi strumento o gruppo (cameristico) di strumenti», e The Al(do)us Quartet dedicato a Rostagno, Rosselli e Bennici. Membro di Nuova Consonanza, fece parte del direttivo nel 1967-68 e ancora brevemente nel 1972, come vicepresidente. Nel 1969 Maderna diresse due prime esecuzioni di opere di Renosto, Nacht, nella versione per due orchestre e voce femminile, con lo stesso Renosto (14 giugno, Auditorium del Foro Italico di Roma), e Forma op. 7 per grande orchestra (12 settembre, 32° Festival di Musica contemporanea della Biennale di Venezia).
Alla fine degli anni Sessanta Renosto iniziò una regolare attività di composizione e arrangiamento di Music Libraries, selezione su disco 33 giri di brani destinati alla sonorizzazione di audiovisivi.
All’inizio degli anni Settanta si accostò per la prima volta alle scene, nel filone del teatro musicale d’avanguardia. Nel gennaio del 1970 fu eseguito a Londra il suo primo lavoro teatrale, Andante amoroso, per voce femminile, nastro magnetico e pianoforte, su testo bilingue, inglese e italiano, di Rosselli e dello stesso Renosto. Nel maggio del 1972 andò in scena alla Piccola Scala di Milano La camera degli sposi, opera in un atto, libretto di Rostagno; con un organico orchestrale più ampio, venne poi riproposta il 9 dicembre 1976 dal Terzo Programma di Radio RAI (Gianluigi Gelmetti direttore, Giorgio Pressburger regista). Nel 1973, su commissione del Goethe Institut di Roma, compose Ah, l’amarvi, cari oggetti…, opera di teatro musicale da camera, per voce femminile e due o più strumenti (eseguita l’8 maggio nell’Aula magna della Deutsche Schule di Roma), in cui ogni diegesi è abbandonata in favore della libera combinazione delle azioni performative. Il 17 maggio dello stesso anno il Terzo Programma trasmise Love’s body, per mezzosoprano, voce recitante, orchestra e nastro magnetico, su testi di William Blake; l’ampio lavoro, commissionato dalla RAI nel 1971, venne poi presentato in una versione rivista nel 1974 al 26° Prix Italia.
Dal 1974 Renosto insegnò composizione in alcuni conservatori italiani: L’Aquila (fino al 1978), Pesaro (1978-81), Bologna (1981-84) e ancora L’Aquila (1984-86); dal 1986 al 1988 diresse il conservatorio di Reggio Calabria, in veste di commissario straordinario. Nel 1975, su segnalazione del critico Nico Garrone, compose le musiche del film Irene Irene di Peter Del Monte, unico lungometraggio cinematografico musicato per intero da Renosto. Dall’amicizia e collaborazione con il musicologo e scrittore Bruno Cagli nacquero L’ombra di Banquo ossia La lezione di potere, scena lirica rappresentata al teatro Caio Melisso di Spoleto nell’ottobre del 1976, e Le campanule, commedia in tre atti, rappresentata al Primo festival di teatro musicale da camera di Casale Monferrato il 27 luglio 1981. In questi lavori teatrali Renosto recuperò forme stilistiche tradizionali entro cornici parzialmente narrative, senza però cedere al neotonalismo. Nel dicembre del 1979 gli furono dedicati due concerti monografici, a Roma (promosso dal gruppo Nuove forme sonore, con la partecipazione di Frederic Rzewski) e a Torino (Camerata strumentale Alfredo Casella); l’anno seguente Renosto compose il Concerto per violino e orchestra, eseguito il 24 febbraio a Milano (nei programmi della rassegna Musica del nostro tempo) e il 19 dicembre a Napoli (concerti pubblici della RAI). Nella primavera del 1981 progettò per Radio Tre RAI il ciclo Vie della Nuova musica, cinque programmi di concerti, ognuno ripetuto nei teatri di Modena, Piacenza e Ferrara.
Nell’ultima sua produzione Renosto, impegnato nella ricerca di un linguaggio sempre più autonomo, si assestò su posizioni di poetica non assimilabili a quelle delle figure di spicco delle neoavanguardie e distanti dal ‘postmodernismo’ italiano. Da una commissione del Ministero della Cultura francese nacque Reflex per 11 strumenti, in prima esecuzione al Centre Pompidou di Parigi il 14 gennaio 1984; nell’aprile dello stesso anno il Quartetto Parrenin eseguì il Quartetto n. 2 all’Accademia di Santa Cecilia; il 9 giugno Radio Tre RAI trasmise Morte di Cleopatra, melologo per voce recitante, mezzosoprano e orchestra da camera con interventi dell’autore. Nel 1985 Renosto iniziò la composizione, non ultimata, di Regina, poema sinfonico per flauto concertante, coro e grande orchestra, pensata per essere diretta da Giuseppe Sinopoli. Il 7 dicembre dello stesso anno la RAI trasmise, sul secondo canale TV, l’opera L’ombra di Banquo (1976), avvenimento di rilievo data la scarsa presenza della ‘nuova musica’ nei programmi televisivi. Al 1987 risalgono le ultime opere; tra queste, Notturno, per quintetto d’archi, e Valse soirée, per 12 strumenti.
Morì a Reggio di Calabria il 10 febbraio 1988, colpito da infarto; venne sepolto ad Arezzo nella cappella di famiglia della moglie.
Negli anni Sessanta e Settanta, Renosto, accanto alla produzione ‘d’autore’, compose molta musica funzionale per il cinema e la televisione; in qualità di coautore o arrangiatore-orchestratore collaborò a circa 30 lungometraggi e cortometraggi, a più di 20 produzioni televisive (programmi, documentari e film-TV) e a quattro sceneggiati per la regia di Daniele D’Anza (Il segno del comando, 1971; Joe Petrosino, 1972; Ho incontrato un’ombra, 1974; L’amaro caso della baronessa di Carini, 1975). Facendo ampio ricorso a stilemi musicali tratti dal jazz e dalla musica leggera sudamericana realizzò, soprattutto negli anni Settanta, numerosi brani per sonorizzazioni generiche, anche sotto gli pseudonimi Lesiman, Ruscigan (con Romolo Grano) e Raskovich (con Giuliano Sorgini): raccolti in edizioni discografiche, godettero e godono di una discreta diffusione. La responsabilità artistico-creativa dei dischi e delle singole tracce realizzate da Renosto, vuoi come coautore vuoi sotto pseudonimo, è difficile da accertare: ciò dipende dallo scarto tra una prassi collettiva basata sul lavoro in équipe e un accreditamento SIAE registrato di volta in volta sotto un singolo nome, anche nei casi in cui vi era stata collaborazione (di solito al fine di ricompensare l’assistenza prestata in un altro brano).
L’Archivio privato Renosto ha sede a Roma e conserva partiture, manoscritti delle opere inedite, materiali preparatori di alcune composizioni, curricula, programmi di sala dei concerti e corrispondenze con editori e amici.
Fonti e Bibl.: P. Renosto, Curriculum vitae (dattiloscritto conservato nell’Archivio privato Renosto), 1984; B. Cagli, L’ombra di Banquo ossia La lezione di potere, in Ente autonomo Teatro alla Scala. Stagione lirica 1971/72, Milano 1972, pp. 69-73; A. Rostagno, La camera degli sposi. Musica di P. R., Milano 1972; D. Cappelletti, La sperimentazione teatrale italiana tra norma e devianza, Torino 1981, ad ind.; P. Renosto, Diario (musicale) di un cavallo da corsa, in 1985. La Musica, I (1985), 1, p. 10; Id., Morte di Cleopatra: retorica e comunicazione in un falso d’autore, ibid., 5, pp. 7-9; Ricordo di P. R. Interviste a Paolo Arcà e Francesco Vizioli, a cura di A. Fasano, ibid., IV (1988), 16, pp. 44 s.; E. Restagno, P. R., in P. R. Catalogo delle opere pubblicate da G. Ricordi & C., a cura di M. Giorgi, Milano 1990, pp. 3 s.; D. Tortora, Nuova Consonanza. Trent’anni di musica contemporanea in Italia (1959-1988), Lucca 1990, ad ind.; C. Salaris, La Roma delle Avanguardie. Dal futurismo all’underground, Roma 1999, ad ind.; The New Grove dictionary of music and musicians, XIX, London-New York 2001, p. 190; Firenze e la musica italiana del secondo Novecento: le tendenze della musica d’arte fiorentina, a cura di R. Cresti - E. Negri, Firenze 2004, ad ind.; A. Mastropietro, Nuovo teatro musicale a Roma e Palermo, 1961-1973, diss., Università di Roma La Sapienza, a.a. 2004-05, ad ind.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005, coll. 1561 s.; S. Gianni, P. R. compositore, in Music@, III (2008), 7, pp. 32-35; Attraversamenti. La musica in Toscana dal 1945 a oggi, a cura di D. Lombardi, Firenze 2009, ad ind.; Per Paolo Renosto, a cura di A. Mastropietro, Lucca 2013.