ROSSI, Paolo
Italia. Prato, 23 settembre 1956 • Ruolo: centravanti • Esordio in serie A: 9 novembre 1975 (Perugia-Como, 2-0) • Squadre di appartenenza: 1972-75: Juventus; 1975-76: Como; 1976-79: Lanerossi Vicenza; 1979-80: Perugia; 1981-85: Juventus; 1985-86: Milan; 1986-87: Verona • In nazionale: 48 presenze e 20 reti (esordio: 21 dicembre 1977, Belgio-Italia, 0-1) • Vittorie: 2 Campionati italiani (1981-82, 1983-84), 1 Campionato del Mondo (1982), 1 Coppa Italia (1982-83), 1 Coppa dei Campioni (1984-85), 1 Coppa delle Coppe (1983-84), 1 Supercoppa Europea (1984), 1 Pallone d'oro (1982)
Per Paolo, 'Paolino' o 'Pablito', Rossi resta indimenticabile il 5 luglio 1982, giorno in cui ai Mondiali di Spagna segnò tre gol al Brasile: momento decisivo per la vittoria del Campionato da parte dell'Italia perché, superato quell'ostacolo, la Polonia in semifinale e la Germania Ovest in finale non furono altro che esaltanti formalità. Eppure Rossi veniva non soltanto da quattro partite senza gol e da critiche di rara ferocia, ma soprattutto da due anni di squalifica, perché la giustizia sportiva aveva ritenuto che i due gol segnati più di due anni prima nell'incontro Avellino-Perugia fossero stati frutto di un accordo illecito. Tuttavia Enzo Bearzot era ancora convinto, solo contro tutti, che pur fuori allenamento, ingrassato e appesantito nei riflessi, Paolo Rossi fosse l'unico attaccante capace di far vincere i Mondiali all'Italia, tanto che per evitare rivalità di sorta, aveva lasciato a casa Pruzzo, capocannoniere del Campionato. Rossi dimostrò che aveva ragione quel 5 luglio e nei giorni successivi, quando mise a segno ancora tre gol decisivi, due alla Polonia e uno ai tedeschi. Da quel giorno Rossi, oltre ai Mondiali, vinse scudetti, Coppe, Supercoppe e Pallone d'oro, proprio quando, forse, il meglio di sé lo aveva già dato e le sue ginocchia, prive da quando aveva 19 anni di tre menischi su quattro, stavano cominciando a cedere. Il folgorante Paolo Rossi era quello che Italo Allodi aveva scoperto quindicenne a Firenze e si era affrettato a portare alla Juventus, quello che tre anni più tardi, a Vicenza, aveva guidato a forza di gol la squadra prima in serie A e poi a sfiorare lo scudetto del 1978, inducendo il presidente Farina a forti spese per riscattarne la comproprietà. Dopo l'impresa spagnola, Rossi riuscì a reggere per due o tre stagioni, pur con qualche problema, il passo di una grande Juventus, per chiudere poi al Milan e poi al Verona.