SACRATI, Paolo
SACRATI, Paolo. – Nacque a Ferrara nel 1514 da Giambattista, giureconsulto, e Margherita Sadoletti.
Compiuti i primi studi nella città natale, sotto la guida di Giovan Battista Pisone, si trasferì a Padova, dove assistette alle lezioni di Lazzaro Bonamico. La morte improvvisa del padre – che lo costrinse a tornare a Ferrara, per prendersi cura dei diciassette fratelli minori e degli affari della famiglia – non gli impedì di proseguire e approfondire gli studi, affiancando alla retorica la teologia.
In questi anni Sacrati strinse una fitta rete di relazioni con letterati di primo piano, come Carlo Sigonio, Celio Calcagnini e Marc-Antoine Muret. Quest’ultimo, in particolare, intrattenne con Sacrati una fitta e assidua corrispondenza e, a testimonianza della stima che nutriva nei suoi confronti, dedicò proprio a lui il Commentarius in quattuor titulos e libro primo Digestorum iuris civilis, pubblicato a Ferrara nel 1581. All’età di 24 o 25 anni, Sacrati ottenne il canonicato dal cardinale Giovanni Salviati, vescovo di Ferrara.
Nel 1579 fu data alle stampe, per i tipi del ferrarese Vittorio Baldini, la raccolta epistolare che rese noto Sacrati alla comunità dei dotti: gli Epistolarum libri quinque. Letta e apprezzata per la grazia dello stile e l’ampiezza dei temi trattati, questa silloge fu arricchita nel 1580 da un sesto libro – edito ancora da Baldini e dedicato a Giacopo Sacrati, fratello di Paolo e vescovo di Carpentras – ed ebbe una ragguardevole fortuna: Baldini la ristampò nel 1582, informando nel proemio il lettore dell’esistenza di una copia ‘pirata’ dell’epistolario, uscita a Lione al di fuori del controllo dell’autore, contenente moltissimi errori e imprecisioni. Quattro anni dopo, nel 1586, vide infine la luce un’edizione bolognese della raccolta, divisa in cinque libri. Nel frattempo furono stampati altri due volumi di lettere: il primo, dedicato ad Alfonso II, edito nel 1583, fu seguito nel 1589 da un secondo, dedicato al dotto prelato Giannangelo Papio. Chiuse in un linguaggio stereotipo, le lettere di Sacrati costituiscono un esempio-tipo del libro di lettere cinquecentesco, repertorio di ‘luoghi comuni’, offerti al lettore per poter essere riutilizzati all’occorrenza.
Da ricordare sono anche le opere di carattere religioso: la Ad collegas suos, ac parochos, ceterosque sacerdotes paraenesis (Ferrara 1584), i commentari in septem Psalmos Poenitentiales (Ferrara 1585), in XXXIII Psalmos (Bologna 1588), in Genesis principium (Ferrara 1589), in Psalmum CXVIII (Ferrara 1590) e gli Officia ex praecepto sanctissimorum Pii II Gregorii XIII et Sixti V olim Romanorum Pontificum ab omnibus ecclesiasticis statutis diebus celebranda et Sancti Georgii patroni ferrariensis ecclesiae officium totum de proprio (Ferrara 1592).
Morì a Ferrara il 27 febbraio 1590 e fu sepolto nella cattedrale della città.
Fonti e Bibl.: L. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, II, Ferrara 1793, pp. 132-137; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, II, Ferrara 1804, pp. 151 s.