SAVI, Paolo
Naturalista, nato a Pisa l'11 luglio 1798, ivi morto il 5 aprile 1871. Dal 1823 professore di storia naturale nell'università di Pisa.
Si occupò di zoologia e zootomia, ma soprattutto di geologia. Con La descrizione della caverna ossifera di Cassano (1825) iniziò la serie di lavori, cui seguirono numerosissimi altri, sulla geologia della Toscana, che studiò in modo completo e perfetto, traendo dai fatti osservati conseguenze di carattere generale, la cui importanza esorbitava dai limiti della geologia regionale. Nel 1832 tradusse l'opera di C. Prévost prendendo posizione per la teoria delle cause attuali. Già nel secolo precedente J. Hutton e G.-L. Buffon avevano cercato di spiegare l'evoluzione della Terra come effetto di un'azione lenta e prolungata di forze analoghe alle attuali. Ma G. Cuvier con Le rivoluzioni del Globo (1821) ritardò il progresso fino a C. Lyell che espose la teoria attualistica sostenuta dal Savi. Questi applicò la teoria del metamorfismo ai marmi apuani, e sebbene attribuisse nella questione dell'origine deile montagne troppa importanza alle forze endogene come causa di sollevamento, vide con chiarezza l'età relativa dei varî sollevamenti alpini. Nel 1842, per la divisione della cattedra, conservò l'insegnamento della zoologia e anatomia comparata e cedette a L. Pilla quella della geologia e mineralogia.
Tra i suoi lavori si possono ricordare: Sul Mischio di Serravezza (Nuovo Giornale d. Lett., XX, Pisa 1930); Catalogo ragionato di una collezione geognostica contenente le rocce più caratteristiche della formazione del Macigno della Toscana, quelle di trabocco, cioè Dolomitiche, Porfiriche e Granitiche le quali hanno disordinato le stratificazioni delle prime e quelle alterate dal contatto delle straboccate (ibid., 1830); Carta geologica dei Monti Pisani levata dal vero (Pisa 1832); Tagli geologici delle Alpi Apuane e del Monte pisano e cenno sull'isola d'Elba (Nuovo Giornale d. Lett., XXVI, 1833); Sulla miniera di ferro dell'Isola d'Elba (ibid., XXXI, 1835); Sui terreni stratificati dipendenti o annessi alle masse serpentinose della Toscana (ibid., XXXIV e XXXV, 1837); Sui vari sollevamenti e abbassamenti che hanno dato alla Toscana l'attuale configurazione (ibid., XXXV, 1837); Delle rocce ofiolitiche della Toscana e delle masse metalliche in esse contenute (ibid., 1839); Sopra i carboni fossili doi terreni miocenici della Maremma Toscana (Pisa 1843); Considerazioni geologiche sull'Appennino Pistoiese (Firenze 1845); Sulla catena metallifera delle Alpi Apuane e sulla costituzione geologica dei Monti Pisani (Pisa 1846); Considerazioni sulla geologia della Toscana, in collaborazione con G. Meneghini (Firenze 1851); Saggio sulla costituzione geologica della Provincia di Pisa (Statist. della provincia di Pisa, Pisa 1863).
Lasciò anche molti notevoli lavori di zoologia e paleontologia e qualcuno di anatomia comparata. Degni di nota, soprattutto, i volumi Ornitologia toscana, Pisa 1827-32, e Ornitologia italiana, Firenze 1873, che gli assicurano un posto di prim'ordine nella storia dell'ornitologia.