Oratore sacro (Nettuno 1624 - Roma 1694), gesuita. Celebre è il suo quaresimale (pubbl. per la prima volta nel 1679), che comprende prediche composte a Pistoia e recitate nelle più importanti città di tutta Italia dal 1655 al 1665, anno nel quale S. si diede alle missioni rurali. Grande fu la sua fama come predicatore e molta, pare, la sua efficacia missionaria, dovuta forse anche al fatto che S. rifugge dallo sfoggio di erudizione e il suo insegnamento morale non è astratto, ma anzi non perde mai di vista la pratica della vita quotidiana. Letterariamente, le prediche sono pregevoli e per lo più non cedono al gusto concettistico dell'età, che S. del resto esplicitamente condanna. Notevoli anche i discorsi morali (La manna dell'anima, 4 voll., 1673-80; Il cristiano istruito nella sua legge, 3 voll., 1686), cui si affiancano varie altre opere di edificazione. Negli ultimi anni prese parte alla difesa del probabilismo contro le idee del p. generale T. González, scrivendo tre lettere (1693) fatte circolare con lo pseudonimo di Massimo degli afflitti (Lettere sulla materia del probabile, pubbl. solo nel 1732). Precedentemente aveva polemizzato contro il quietismo (Concordia tra la fatica e la quiete nell'orazione, 1680).