Paolo Treves
Figlio del noto esponente socialista Claudio Treves (Milano 1908-Fregene 1958). Si laureò in giurisprudenza a Torino nel 1929 e l’anno seguente in scienze politiche, seguendo fin da giovanissimo le orme del padre. Collaborò infatti nel 1925 con Filippo Turati nella redazione del periodico «La Giustizia» e fu corrispondente dall’Italia de «La Libertà», organo della Concentrazione d’azione antifascista fondata a Parigi nel 1927. Vigilato speciale per la sua militanza nel Partito socialista clandestino, fu arrestato e incarcerato nel 1929 e nel 1935. Dedicatosi all’attività scientifica, pubblicò importanti studi su Tommaso Campanella (La filosofia politica di Tommaso Campanella, 1930) e su Francesco Guicciardini (Il realismo politico di Francesco Guicciardini, 1931), di cui tracciò anche un breve profilo per una collana dell’editore Formiggini (Francesco Guicciardini, 1932). In alcuni articoli apparsi su varie riviste («Nuova rivista storica», «Rivista di filosofia», «Civiltà moderna») si occupò di Traiano Boccalini, Giovanni Botero, Lodovico Settala, Paolo Sarpi, della ragion di Stato nel Seicento italiano, oltre che di intellettuali e pensatori sia di estrazione liberale (La Mennais, 1934) sia, più frequentemente, conservatrice e reazionaria, come Pierre-Simon Ballanche (1932), Louis-Gabriel-Ambroise de Bonald (1932) e Joseph De Maistre (1936). Pubblicò inoltre alcune edizioni commentate di autori classici (P. Sarpi, Pagine scelte, 1934; Niccolò Machiavelli, Il Principe, 1934; Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, 1935; Francesco Fiorentino, La filosofia della Rinascenza, 1938).
Ingegno estremamente versatile, in questa fase d’intensa operosità dette alle stampe anche un romanzo (La strada nel cerchio, 1932), la Biografia di un poeta: Maurice de Guérin (1937), e un’opera più propriamente storica sulla crisi di Fascioda del 1898 che aveva portato il Regno Unito e la Francia al rischio di una guerra (Il dramma di Fascioda. Francia e Inghilterra sull’alto Nilo, 1937).
Il varo delle leggi razziali nel 1938 lo costrinse a riparare in Inghilterra, dove trovò impiego dapprima presso l’Università di Liverpool e poi a Cambridge come assistente per l’insegnamento dell’italiano. Dal 1940 al 1945 lavorò presso la BBC (British Broadcasting Corporation) dove, tra l’altro, diresse la rubrica Sul fronte e dietro il fronte italiano, dei cui testi alla fine della guerra pubblicò un’antologia (1945). In questi anni non cessò il suo impegno antifascista, che si manifestò anche attraverso due libri specificamente pensati per informare l’opinione pubblica inglese sui misfatti del regime: What Mussolini did to us, 1940 (trad. it. 1945); Italy yesterday, today, tomorrow, 1942. All’esperienza maturata durante il periodo britannico dedicò anche il volume L’isola misteriosa. Saggio psicologico sugli inglesi (1947).
Tornato a Roma nel gennaio 1945, gli venne affidata la direzione del giornale radio, che tenne soltanto fino all’aprile di quell’anno, quando seguì Giuseppe Saragat, nominato ambasciatore a Parigi, come suo consulente politico e addetto culturale. Rientrato in Italia nel marzo 1946, fu eletto all’Assemblea costituente nelle file del Partito socialista. Aderì quindi al Partito socialista dei lavoratori italiani, poi Partito socialista democratico italiano, per il quale fu eletto deputato nel 1948 e nel 1953. Dal 1954 al 1957 ricoprì inoltre la carica di sottosegretario di Stato al ministero del Commercio estero.
Nel frattempo riprese la sua attività di studio e, nel 1950, venne chiamato sulla cattedra di storia delle dottrine politiche della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Firenze. In questi anni, oltre a un volume di riflessione storico-politica sulle origini e i caratteri del fascismo (È inutile avere ragione: saggio su trent’anni di paura, 1949), raccolse e sistemò alcuni suoi lavori precedenti sul pensiero reazionario francese e aprì un filone nuovo di ricerca sul pensiero giuridico e politico inglese del 17° sec. che confluì nel volume Politici inglesi del Seicento (1958).