PAOLO (Paolino)
Il grosso papale, che sotto Giulio II aveva preso il nome di giulio (v.), lo cambiò in quello di paolo durante il pontificato di Paolo III conservandolo poi fino a tempi recenti, quando non solo erano diversi i nomi dei papi, ma diversi anche il valore e il peso delle monete da dieci baiocchi. Le monete di uguale valore di altri paesi ebbero lo stesso nome, specialmente quelle della Toscana dove, in un certo periodo, il paolo divenne unità base del sistema monetario. Questa denominazione era entrata così profondamente nell'uso, che in qualche luogo s'adopera ancora per designare i prezzi di certe mercanzie, p. es. del bestiame ovino. Vi erano le frazioni del mezzo e del quarto o quartuccio. Paolino d'oro viene detto nei contratti di appalto della zecca della Marca lo scudo d'oro di Paolo III.
Bibl.: E. Martinori, La moneta, ecc., Roma 1915, s. v.