PAOLUCCI di VALMAGGIORE, Raffaele
– Nacque a Roma il 1° giugno 1892 da Nicola, ufficiale del corpo di commissariato della Regia Marina, e da Rachele De Crecchio, entrambi abruzzesi.
Nel 1910 si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Napoli e tre anni dopo interruppe la frequenza delle lezioni per svolgere il servizio militare come volontario per un anno nel Regio Esercito. Fu assegnato alla 10a compagnia di sanità ottenendo, il 30 novembre 1914, la promozione a sergente contemporaneamente al congedo. Il 4 gennaio 1915 fu richiamato in servizio e il 5 settembre ebbe il grado di aspirante medico mentre era in forza al Distretto militare di Roma. Inviato in zona di operazioni, meritò la medaglia di bronzo per i benemeriti della salute pubblica grazie all’impegno profuso durante un’epidemia di colera manifestatasi a Cormons nell’estate del 1915.
Riuscì a laurearsi in medicina e chirurgia a Napoli il 3 aprile 1916 e fu assegnato come ufficiale medico sul fronte trentino. Il 9 luglio 1916, avendo vinto un concorso per il corpo sanitario militare marittimo, fu nominato sottotenente medico di complemento e dal 14 luglio 1916 fino al 17 giugno 1917 fu all’ospedale militare marittimo di Napoli e poi in quello di Venezia.
Il 19 agosto 1917 si imbarcò come secondo medico sulla nave da battaglia "Emanuele Filiberto", di base nella città lagunare, e il 1° febbraio 1918 fu promosso tenente in servizio attivo permanente. Durante la permanenza a bordo di questa unità, Paolucci cominciò a interessarsi di armi subacquee e concepì un ordigno trasportabile a nuoto con facilità: era sua intenzione offrirsi volontario per tentare un attacco con quest'arma contro le navi austro-ungariche ormeggiate nella base di Pola e, al fine di verificare la sua idoneità fisica per compiere tale impresa, iniziò a compiere di notte nella laguna lunghe nuotate trascinando una botte che per dimensioni e peso equivaleva all’arma che egli aveva ideato.
Nel maggio 1918 informò lo stato maggiore della Marina del suo piano per ottenere il consenso e i mezzi necessari a compiere l’operazione. Dopo alcune insistenze, fu messo in contatto con il maggiore del genio navale Raffaele Rossetti, che aveva in quello stesso periodo realizzato un apparecchio, partendo da un siluro, in grado di navigare in affioramento con motore ad aria compressa e dotato di due cariche di esplosivo con innesco a orologeria.
Con tale mezzo Paolucci e Rossetti riuscirono a penetrare, la notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre, dentro Pola, affondandovi la corazzata "Viribus Unitis" e probabilmente anche la nave appoggio sommergibili "Wien". Per tale impresa Paolucci fu decorato con la medaglia d’oro al valore militare e promosso capitano per merito di guerra.
Dal 21 dicembre 1918 fu trasferito all’ospedale militare marittimo di Napoli dove, a sua richiesta, il 14 novembre 1919 fu dispensato dal servizio attivo permanente e inscritto nel ruolo degli ufficiali medici di complemento, in modo da potersi dedicare all’attività politica e chirurgica. Paolucci frequentò così le strutture delle università di Napoli e di Siena, finché nel 1920 fu nominato assistente effettivo presso la clinica chirurgica dell’Ateneo di Modena.
Nel maggio 1921 iniziò la sua attività di deputato, che sarebbe continuata ininterrottamente da posizioni nazionaliste e filofasciste fino al 1943, ma fu costretto a lasciare il ruolo di assistente, allora incompatibile con l’incarico parlamentare, per accontentarsi di frequentare come aiuto volontario la clinica chirurgica dell’Università di Roma.
Nel 1924 conseguì la libera docenza in patologia chirurgica e l’anno successivo ebbe l’incarico per questa disciplina nell’Ateneo di Bari.
Per un quinquennio, contemporaneamente all’insegnamento universitario e alla ricerca scientifica, svolse attività chirurgica presso l’ospedale di Lanciano. Nella sua carriera eseguì circa trentamila interventi, molti dei quali di chirurgia gastrica e toracico-polmonare, settore in cui portò grandi contributi allo studio degli ascessi e del cancro al polmone, acquisendo grande rinomanza a livello internazionale.
In seguito ebbe la direzione della clinica chirurgica dell’Università di Parma, per poi passare nel 1932 a quella dell’Ateneo bolognese.
Nel 1928 aveva sposato Margherita Pollio, figlia di Alberto, generale e capo di Stato maggiore dell’esercito, dalla quale, l’anno successivo, ebbe una figlia, Nicoletta.
Chiamato temporaneamente in servizio, su sua richiesta, dal 10 settembre 1935 in vista dell’inizio della guerra d’Etiopia, fu destinato come tenente colonnello a comandare l’ambulanza chirurgica speciale ‘E’, che avrebbe operato sul fronte settentrionale. Il 18 giugno 1936, poco dopo il suo rientro in Italia, divenne colonnello per meriti eccezionali; il 23 seguente fu esonerato dal temporaneo richiamo in servizio e poi promosso maggiore generale, cosicché poté nuovamente dedicarsi all’attività chirurgica e agli studi. Nel 1938 fu posto alla direzione della clinica chirurgica dell’Università di Roma e l’anno successivo diede alle stampe a Bologna il primo dei cinque volumi della sua più importante opera, Tecniche chirurgiche.
In seguito all’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, fu richiamato in servizio dal 5 settembre 1940, anno nel quale venne nominato conte di Valmaggiore, una località nei pressi di Pola. Fu destinato a Roma al ministero della Marina e il 22 marzo 1943 fu promosso tenente generale, per poi essere esonerato dal richiamo in servizio dal 5 agosto 1944.
A seguito del processo di epurazione che coinvolse la classe dirigente del ventennio fascista, per circa un anno dovette restare lontano dall’università, per poi riprendere l’insegnamento all’Ateneo di Roma, che svolse fino alla morte. Paolucci nell'ottobre del 1946 rimase vedovo. Nel 1949 ebbe una seconda figlia, Ippolita, da Elena Molon, figlia di Carlo, professore e primario tisiologo a Venezia. Nel 1947 pubblicò a Bologna la propria autobiografia con il titolo Il mio piccolo mondo perduto. Iscritto al Partito Nazionale Monarchico (PNM), del quale fu presidente, il 7 giugno 1953 divenne senatore nella II legislatura e il 6 giugno 1958 fu eletto alla Camera dei deputati.
Morì a Roma il 4 settembre 1958.
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M. Loreti, R. P., chirurgo in Africa orientale, Bologna 1937; Enciclopedia biografica e bibliografica «Italiana», A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, Roma 1941, pp. 282 s.; V. Spigai, Cento uomini contro due flotte, Livorno 1954, pp. 112-145; R. Pellegri, R. P., il vessillifero della bianca croce, Milano 1956; G. Bendandi, Omaggio a R. P. (1892-1958), Roma 1961; G. Pezzi, Breve storia del corpo sanitario M. M. nel I centenario della sua istituzione, Roma 1961, p. 11; G. Macchi, R. P., incursore e chirurgo, in Rivista marittima, CXXIV (1991), 10, pp. 101-110; O.O. Miozzi, Le medaglie d’oro al valore militare, Roma 1992, pp. 180 s.; V. Martines, La storia e gli uomini del corpo canitario della Marina militare, Roma 2000, pp. 362-370; M. Gemignani, I mezzi d’assalto italiani nella prima guerra mondiale, in La guerra navale 1914-1918, a cura di A. Rastelli - A. Massignani, Novale 2002, pp. 307-309, 311, 315 s.; A. Turrini - O.O. Miozzi - M.M. Minuto, Sommergibili e mezzi d’assalto subacquei italiani, II, Roma 2010, pp. 909-912; Il corpo sanitario militare marittimo. Centocinquantenario della sua istituzione (Aprile 1861-2011), suppl. a Rivista marittima, CXLIV (2011), 1-2, pp. 97 s., 131; A. Staderini, Fascisti a Roma. Il Partito nazionale fascista nella capitale (1921-1943), Roma 2014, pp. 35, 64, 246; Camera dei Deputati, Portale storico, ad nomen (http://storia.camera.it/deputato/raffaele-paolucci-di-valmaggiore-18920601); Sito del Senato della Repubblica, scheda di attività, ad nomen (http://www.senato.it/leg/02/BGT/Schede/Attsen/00009547.html).