PAOLUCCIO, Anafesto, doge di Venezia
La tradizione tarda gli attribuì un nome, Anafesto; quella più remota ravvisò in lui il primo doge veneziano. Sopra la prima non è il caso d' insistere, perché non è confortata da alcun indizio plausibile, né suffragata da alcun motivo ragionevole. Sopra la seconda si possono fare molte riserve, le quali possono indurre alla contestazione dell'identità della persona, quale è presentata dai cronisti. La notazione della sua vita è collegata a un presunto patto fra re Liutprando e i Veneziani, attribuito al 714, per la delimitazione dei confini di Cittanova. Ma poiché si può ormai dimostrare che il presunto patto non è mai esistito, anche l'argomento principe, che corroborava l'identità del primo duca, irrimediabilmente cade e con esso crolla l'edificio costruito intorno alla sua persona. Sussiste invece l'atto di confinazione pauliciana intorno a Cittanova, ma come atto unilaterale, molto più tardi ratificato da parte longobarda con la largitio astolfina. In quale veste Paoluccio la compiva: come duca veneziano, o in altra qualità? L'identificazione con l'esarca di Ravenna Paolo, vissuto nello stesso tempo, è seducente, ma non sicura. Un indizio assai plausibile può essere offerto da una strana e non casuale coincidenza di date. Paolo esarca è ucciso a Ravenna nel 727; Paulicius muore, secondo la fonte più prossima e più accreditata, nello stesso anno. Di fronte a questo dato cronologico, il solo che con l'atto di confinazione sicuramente si possa accertare intorno alla sua vita, è legittimo il sospetto sopra la veridicità delle fantastiche e opposte tradizioni.
Bibl.: R. Cessi, Venezia ducale, I: Le origini, Padova 1928; P. dux, in Arch. veneto-tridentino, X, p. 158; Pacta veneta, I: Pacta carolina, in Arch. veneto, s. 5ª, v. III, p. 157 segg.