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CALLISTO III, papa

di Giorgio Falco - Enciclopedia Italiana (1930)
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CALLISTO III, papa

Giorgio Falco

, Alonso di Domenico Borgia, nacque a Játiva presso Valenza il 31 dicembre 1378; studiò e professò diritto all'università di Lerida; esperto giurista rimase più anni a fianco di Alfonso d'Aragona in qualità di segretario e di consigliere. Prestò in questo periodo importanti servigi alla Santa Sede, persuadendo l'antipapa Clemente VIII a rinunciare alla tiara (1429) e riconciliando re Alfonso con Eugenio IV. In riconoscimento dell'opera sua fu fatto vescovo di Valenza nel 1429, cardinale il 2 maggio 1444, e visse da allora alla corte papale. Eletto alla tiara l'8 aprile 1455, sacrificò gl'ideali umanistici del suo predecessore, Nicolò V (v.), al sogno, perseguito fino alla morte, di cacciare i Turchi e di riconquistare Costantinopoli. In un mondo mutato volle riaccendere lo spirito della crociata e riassumere in essa la missione universale del papato; ma alla bolla con cui veniva bandita la lotta (15 maggio 1455), alle calde, ripetute esortazioni, gli stati cristiani risposero con molta freddezza. Delle due sole notevoli vittorie, l'una, la liberazione di Belgrado dall'assedio di Mohammed (14-21 luglio 1456), fu dovuta al valore di Giovanni Hunyady, al fervore di Giovanni da Capistrano e del legato pontificio Giovanni Carvajal; l'altra, la liberazione dell'Albania (battaglia della Tomornizza, 2 settembre 1457), a Giorgio Lastriota Scanderbeg. La decima per la crociata offerse un nuovo, non l'unico argomento, a mantener viva in Germania l'opposizione antipapale. L'antica amicizia col re di Napoli si convertì in aperta ostilità per le ambizioni dinastiche e le aspirazioni di Alfonso alle terre della Chiesa, per il suo contegno sospetto alla crociata, per il nepotismo del papa e per la sua opposizione a riconoscere come eventuale successore del re, il bastardo Ferdinando. L'odio giunse a tale che, morto Alfonso (27 giugno 1458), C. dichiarava devoluto alla Chiesa il Regno di Sicilia di qua dal Faro.

Dotto, affabile, di rette intenzioni, personalmente onesto, offuscò la sua fama coi favori largiti a congiunti e connazionali indegni. Morì il 6 agosto 1458, mentre l'odio per l'avidità dei Borgia e il malgoverno dei Catalani divampava in aperta rivolta.

Bibl.: L. Pastor, Storia dei papi dalla fine del Medioevo, trad. A. Mercati, Roma 1910, I, p. 580 segg.; Realencyklopädie für protestantische Theologie und Kirche, 3ª ed., III e XXIII, s. v.; Dictionnaire de Théologie Catholique, II, ii, Parigi 1923, col. 1345 segg.

Vedi anche
nepotismo Tendenza dei pontefici romani, in alcuni periodi della storia della Chiesa, a favorire i propri familiari, e specialmente i nipoti, indipendentemente dai loro meriti. Il fenomeno, che si inquadra nelle condizioni generali della Chiesa e dello Stato pontificio, si verificò già dal Duecento, e soprattutto ... Pàolo II papa Pietro Barbo (Venezia 1417 - Roma 1471). Divenuto cardinale prete del titolo di S. Marco (1440) per volontà dello zio materno Eugenio IV, godette di una posizione influente sotto Nicolò V e Callisto III, ma ebbe scarsa influenza sotto Pio II. Pontefice (30 ag. 1464), non rispettò la capitolazione elettorale ... Niccolò V papa Tommaso Parentucelli (forse Sarzana 1397 - Roma 1455). Dottissimo umanista, abile diplomatico, fu vescovo di Bologna (1444), cardinale (1446); papa nel 1447. Pose termine allo scisma d'Occidente, ottenendo la rinuncia di Felice V (1449) e il riconoscimento dei Padri del Concilio di Basilea. Abile reggitore ... Alessandro III papa Rolando Bandinelli (Siena, inizio del sec. 12º - Civita Castellana 1181); scolaro di Graziano, poi lettore di diritto canonico a Bologna (di questo periodo sono frutto le due opere Stroma e Sententiae). Nel 1150 divenne cardinale. Cancelliere di S. Romana Chiesa (1153), appoggiò l'alleanza con i Normanni ...
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Vocabolario
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