ONORIO II, papa
ONORIO II, papa. – Di nome Lamberto, originario di Fagnano (Fiagnano), oggi Casalfiumanese presso Imola, se ne hanno scarse notizie prima del 1117, quando papa Pasquale II lo nominò vescovo di Ostia.
Bosone nel Liber pontificalis lo definisce «patria Bononiensis» (1892, p. 379). Secondo Romualdo (Chronicon…, 1935, p. 213) fu arcidiacono a Bologna, poi cardinale e vescovo ostiense. Di origine modesta, ma di notevole cultura, è detto «senex eruditissimus» da Orderico Vitale (1838-55, IV, p. 466). Il Liber Pontificalis di Pandolfo (II, 1978, p. 750) lo ritiene «de mediocri plebe» ma «litteratus» e l’abate Oderisio ignora di chi fosse figlio ma sa che era «plenus… litteris a capite usque ad pedes» (Chronica monasterii Casinensis, 1980, p. 546). Ciaconius (citato da Hüls, 1977, p. 215) lo ascrive tra i cardinali preti di S. Prassede, mentre esclude che appartenga alla nobile famiglia Scannabecchi.
Partecipò all’elezione del papa Gelasio II (1118), alla cui morte, avvenuta a Cluny, contribuì alla designazione del borgognone Guido, arcivescovo di Vienne, che nel marzo 1119 fu acclamato col nome di Callisto II. Nel 1122 era alla guida della delegazione pontificia che, con altri cardinali tra cui Saxo di Santo Stefano e Gregorio di Sant’Angelo, aveva il compito di negoziare un accordo con l’imperatore Enrico V; il pieno successo dell’impresa si concretizzò nel concordato di Worms (23 settembre 1122) che, chiudendo la lotta per le investiture, diede inizio a un periodo di pace tra il Papato e l’Impero. L’anno seguente tornò a Roma, dove venne celebrato il I concilio Lateranense.
Callisto II morì il 13 o il 14 dicembre 1124 e l’elezione del nuovo papa fu al centro del conflitto fra due famiglie romane, i Pierleoni e i Frangipane.
I Pierleoni erano legati al monachesimo tradizionale mentre i Frangipane, con il cancelliere Aimerico di Borgogna, guidavano i ‘nuovi gregoriani’, provenienti per lo più dalla Francia e dall’Italia settentrionale e vicini ai canonici regolari – come i premonstratensi fondati da s. Norberto – e ai cistercensi.
Saxo di Santo Stefano era il favorito, tuttavia i cardinali, riuniti nella chiesa di S. Pancrazio, elessero all’unanimità – secondo il Liber pontificalis di Pandolfo (1978) – il candidato dei Pierleoni, il romano Teobaldo, cardinale prete di S. Anastasia, che scelse il nome di Celestino II. I Frangipane non accettarono la sconfitta: intervennero in armi, aggredirono Teobaldo e acclamarono papa Lamberto. Sembra che solo le cospicue donazioni che poi fecero ai loro avversari riuscissero a evitare lo scisma. La biografia di Onorio scritta da Bosone dice che Lamberto, consapevole della non canonicità della sua elezione, il 21 dicembre depose le insegne papali al cospetto degli altri cardinali, i quali, notando la sua umiltà, vollero comunque eleggerlo. Prese il nome di Onorio II.
Secondo Pandolfo, sostenitore dei Pierleoni, invece, Onorio II si sarebbe recato a S. Pancrazio già indossando il manto rosso papale sotto l’abito nero, per iniziativa dei Frangipane. Il giudizio negativo su Onorio II percorre tutta la biografia redatta da Pandolfo e rivista da Pietro Guglielmo (Liber pontificalis..., 1978); l’insistenza sull’episodio dell’elezione contrastata del papa indica come esso fosse letto nella prospettiva dell’elezione successiva, quella del 1130, quando alla morte di Onorio II ancora una volta Frangipane e Pierleoni si affrontarono, dando vita, questa volta, a uno scisma.
Alla morte di Enrico V (1125), Onorio II appoggiò la candidatura di Lotario di Suplimburgo che fu incoronato il 30 agosto 1125. Scoppiato l’anno successivo il conflitto tra Lotario e la casa sveva degli Hohenstaufen, che sosteneva le mire imperiali dei nipoti di Enrico V, Federico e Corrado, il papa si schierò apertamente per Lotario, giungendo a scomunicare l’arcivescovo di Milano, Anselmo, che aveva incoronato Corrado re d’Italia.
In Francia, volle mantenere buoni rapporti con Luigi VI il Grosso a discapito della radicale attività riformatrice sostenuta da s. Bernardo e da altri ecclesiastici francesi come Stefano di Senslis, vescovo di Parigi, che si riconciliò con il re dopo un aspro dissidio dovuto al tentativo di sostituire i canonici secolari di Notre-Dame con i vittorini.
Una figura importante del pontificato di Onorio II fu il cardinale Matteo d’Albano, che aiutò Pietro il Venerabile a riformare l’abbazia di Cluny.
Matteo intervenne nella disputa che oppose Cluny a Cîteaux – «un des quatre ou cinq grands sujets de l’histoire monastique» (A. Wilmart, Une réponse de l’ancien monachisme au manifeste de saint Bernard, in Revue Bénédictine, XLVI [1934], p. 296), sostenendo il valore del monachesimo cluniacense in risposta al manifesto di Bernardo a favore dei cistercensi.
Nel 1128 il papa, dopo averlo inviato a Montecassino per sanare la crisi aperta nell’altro illustre cenobio benedettino dalla deposizione dell’abate Oderisio, nominò Matteo legato in Francia. A Troyes, il 13 gennaio 1129 – la data è stata giustamente modificata da Rudolf Hiestand (1988, p. 302) – Matteo presiedette un concilio che approvò la regola del primo ordine religioso e militare della cristianità, i templari. A questo concilio, voluto da s. Bernardo e dal fondatore dell’Ordine, il cavaliere della Champagne Ugo di Payns, parteciparono gli arcivescovi, i vescovi e gli abati delle due province ecclesiastiche di Reims e di Sens, oltre che laici quali Tebaldo II di Champagne e Guglielmo II di Nevers.
La penisola iberica restò un po’ ai margini degli interessi di Onorio II, anche se nel 1129 egli inviò ad Alfonso VII di Castiglia e León un legato, Umberto di San Clemente, che nel 1130 presiedette a Carrion un concilio riformatore. Molto positivi furono i rapporti con Enrico I d’Inghilterra, presso il quale inviò Giovanni da Crema che, dopo essersi recato in Scozia presso re Davide, presiedette un concilio a Westminster (1125).
In Italia intervenne sulla questione pisana nel 1226, restituendo all’arcivescovo di Pisa il diritto di consacrare i vescovi della Corsica. Solo l’Italia normanna e in parte Roma sfuggivano al suo controllo: quando, alla morte di Guglielmo II di Puglia (1127) Ruggero II di Sicilia invase l’Italia meridionale, Onorio II scese nel Ducato di Puglia e scomunicò il conte, ma finì per firmare un concordato a Benevento (22 agosto 1128) secondo il quale investiva Ruggero del Ducato di Puglia ricevendone il giuramento di fedeltà. Sia pure sotto la sovranità pontificia, l’Italia meridionale era così unificata.
Generalmente, dunque, si può dire che dal punto di vista politico i rapporti tra il papa che aveva negoziato il concordato di Worms e i regnanti d’Europa furono sostanzialmente privi di conflitti e che egli giunse a sacrificare le esigenze riformistiche più radicali pur di mantenere buone relazioni con l’autorità civile. D’altra parte, la sua azione ecclesiastica fu moderatamente favorevole ai nuovi ordini religiosi, come i canonici regolari, i cistercensi o i templari.
Altro personaggio determinante del suo pontificato fu il cancelliere Aimerico. Fu lui a gestire la successione di Onorio II, anche se non riuscì a evitare lo scisma, e in parte anzi lo provocò. Quando il papa, ammalatosi gravemente, si recò dal Laterano al monastero di S. Gregorio al Monte Celio, Aimerico affidò l’elezione del successore a otto arbitri, per la maggior parte vicini ai Frangipane, e dispose che essa non potesse avvenire prima della sepoltura del pontefice.
Onorio II morì nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 1130.
Fu sepolto provvisoriamente e poi inumato in Laterano. Si procedette all’elezione senza attendere la riunione del Collegio ristretto, in quel momento privo dei due cardinali legati ai Pierleoni. In questo modo, certo non impeccabile, fu eletto papa Innocenzo II, ma gli altri cardinali scelsero il candidato dei Pierleoni, Pietro, che prese il nome di Anacleto II. Innocenzo II dovette la vittoria sul suo antagonista, oltre che ad Aimerico, al carisma infaticabile di s. Bernardo.
Epistolae et privilegia di Onorio II sono pubblicati in J.P. Migne, Patrologia latina, CLXVI, coll. 1243-1245.
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