PAPILLOMA (dal lat. papilla)
Con questo nome s'indica ogni tumore benigno della pelle o delle mucose, caratterizzato da proliferazione esagerata dell'epitelio di rivestimento o della sottomucosa o del derma. Il termine papilloma non sta però a indicare un tipo ben definito strutturalmente, ma piuttosto ogni formazione patologica che riproduca esageratamente la struttura papillare della cute o delle mucose. La proliferazione a ogni modo non deve turbare il limite che normalmente esiste tra epitelio e derma o sottomucosa; così che il papilloma presenta tutti i caratteri clinici e anatomici della benignità. Si parla è vero anche di "papillomi maligni", ma in tal caso si rientra in tipi meglio definibili come veri "adenocarcinomi papilliferi".
Il papilloma cutaneo è costituito da proliferazione epiteliale circoscritta a un territorio, con formazione di masse, ora sessili ora peduncolate, a superficie fungosa o villosa, o, più facilmente, squamosa; di consistenza ora dura e coriacea, se la proliferazione è limitata allo strato corneo (verruca cutanea), ora molle e facilmente ulcerabile, se lo strato malpighiano è la sede di proliferazione. Lo sviluppo può avvenire in ogni distretto della superficie cutanea, ma anche nella bocca, sulla lingua, sulle corde vocali, ecc.: Da questo tipo di papilloma, che conserva un certo carattere neoplastico sebbene benigno, devono essere distinte quelle formazioni papillomatose legate a processi infiammatorî (condilomi acuminati, creste di gallo, vegetazioni veneree), talvolta di origine specifica (condilomi piani = sifilide) o di genesi dubbia (mollusco contagioso = virus filtrabile o spirocheti) o addirittura incognita.
I papillomi delle mucose si sviluppano in particolar modo nell'intestino crasso e nella vescica urinaria; assai più raramente in altre mucose; essi assumono una forma tipicamente villosa e sono costituiti da un'iperplasia del tessuto sottomucoso, rivestita dallo strato epiteliale generalmente non, molto modificato. Sono anche essi di natura benigna e dànno origine tutt'al più a disturbi clinici di natura meccanica (ostruzione, stiramento) o a emorragie; però è possibile, e anzi facile, la loro ulteriore trasformazione in neoplasie con carattere maligno (adeno-carcinomi).
Una distinzione netta tra papillomi e polipi delle mucose non è agevole a stabilire; essa si basa specie su lievi differenze dell'aspetto microscopico. Si parla di papilloma se i tessuti sono disposti a modo di villi, piu più o meno cilindrici o filiformi; i polipi hanno piuttosto l'estremo libero globoso, rotondeggiante e sono attaccati alle mucose (stomaco, intestino, utero, ecc.) da un peduncolo più o meno sottile (v. Polipo).