isole, parabola delle
Rappresentazione intuitiva ma rigorosa, originariamente proposta da E.S. Phelps (1969), di un sistema economico composto da un insieme di mercati fisicamente separati, tra i quali i flussi informativi sono costosi e dove può esistere un equilibrio con disoccupazione volontaria. La parabola – che consente di spiegare, attraverso il comportamento ottimizzante individuale e l’equilibrio su ciascun mercato, la relazione aggregata tra produzione e inflazione, nota in economia come curva di Phillips (➔ Phillips, curva di) – è stata successivamente utilizzata da R.E. Lucas (1972) per riaffermare la proposizione di neutralità della moneta (➔ moneta, neutralità della) in presenza di agenti con aspettative razionali (➔ aspettativa).
Nel modello di Phelps si ipotizza che l’economia sia composta da molte i. mercati e che gli agenti, dotati di informazione imperfetta e capacidi formare aspettative adattive, possano osservare soltanto i valori delle variabili specifiche dell’i. in cui ognuno di essi vive. I salari che si formano in ogni i. dipendono dalle previsioni degli agenti sull’andamento del salario medio dell’intera economia, la quale può essere colpita sia da shock aggregati che influenzano la domanda di tutti i beni, come variazioni dell’offerta di moneta, sia da shock locali. Ogni operatore conosce il salario vigente nella propria i. e deve decidere se accettare di lavorare nella sua i. o cercare occupazione altrove. In questo contesto gli errori di previsione degli agenti inevitabilmente influenzano l’attività economica aggregata. Per es., se il salario medio atteso è minore di quello effettivo, il lavoratore sarà incline a lavorare nella propria i. e la disoccupazione (volontaria) diminuirà. Inoltre, il sistema economico può registrare disoccupazione in una situazione di equilibrio in ogni mercato (in cui prezzi e quantità effettivi sono uguali a quelli attesi), dato che i lavoratori di un’i. con salari bassi possono decidere di viaggiare verso altre i. alla ricerca di maggiore fortuna. In questo caso, anche in presenza di piena occupazione, si riscontra un certo livello di disoccupazione naturale pari al numero delle persone che si trovano per mare, passando da un’isola, dove avevano un lavoro, a un’altra dove le attende una nuova attività. ● Nel modello di Lucas gli agenti conoscono il prezzo del bene da essi prodotto, ma non quelli dei beni prodotti nelle altre isole. In questa situazione essi devono formulare aspettative razionali su queste variabili, ‘estraendo’ dall’informazione privata e locale un segnale relativo all’andamento del livello generale dei prezzi. Partendo da un equilibrio di lungo periodo, se una manovra monetaria espansiva accresce nella stessa proporzione i prezzi dei beni prodotti in tutte le i., l’offerta di lavoro individuale e la produzione aggregata dovrebbero rimanere immutate. L’imprenditore/lavoratore di una data i., pur avendo aspettative razionali e dunque utilizzando tutta l’informazione disponibile, può però interpretare l’aumento del prezzo del suo bene come una variazione favorevole rispetto al livello generale dei prezzi, causata da uno shock reale sul piano locale (come un cambiamento delle preferenze dei consumatori). Crescono in tal caso l’offerta di lavoro e la quantità prodotta, fino a quando il possesso di nuova informazione (attraverso l’acquisto di beni di consumo prodotti nelle altre i.) non permette di comprendere che l’incremento del prezzo del suo bene era in effetti uguale a quello di tutti gli altri. La conclusione principale è che le autorità monetarie possono influenzare l’output (➔) aggregato soltanto attraverso interventi monetari ‘a sorpresa’ e soltanto nel breve periodo. Quando le previsioni degli agenti sono corrette, vale la neutralità della moneta.