PARACENTESI (dal gr. παρά "attraverso" e κεντέω "pungo")
Consiste nell'introduzione, a scopo diagnostico o evacuativo, di uno speciale strumento (trequarti) nell'interno di cavità organiche abnormemente ripiene di liquido (trasudati, essudati). Più precisamente si indica come toracentesi la paracentesi del torace, come rachicentesi quella dello speco vertebrale e si riserva per solito il nome di paracentesi alla puntura delle raccolte liquide formatesi nelle cavità peritoneale e pericardica. La paracentesi si pratica anche sull'occhio nel caso di aumento della pressione endoculare [glaucoma) a mezzo di un ago da cataratta che s'introduce nella camera anteriore per dar esito all'umor acqueo la cui pressione sia diventata eccessiva. Raccolte liquide si possono formare nelle cavità sierose in seguito a stasi nel grande circolo o nel circolo portale per effetto di compressione sui tronchi venosi, come manifestazioni locali di un anasarca generalizzato (malattie renali, stati cachettici) e in seguito a flogosi o a neoplasmi che interessano le sierose stesse.
Per eseguire la paracentesi addominale si dispone l'infermo in posizione dorsale, e, dopo la più accurata disinfezione dell'addome, si punge in corrispondenza dell'uno o dell'altro dei punti classici e cioè lungo la linea alba al disotto dell'ombelico (previo svuotamento della vescica) o al punto di mezzo di una linea che vada dall'ombelico alla spina iliaca superiore. In quest'ultimo caso si pone cura di evitare ogni lesione dell'arteria epigastrica inferiore, la quale decorre nella guaina del muscolo retto lungo una linea che parte dall'ombelico e termina a 2 cm. all'indentro del punto medio dell'arcata inguinale. La puntura è praticata con un colpo breve e forte. L'operatore ha la sensazione di essere penetrato nel cavo addominale non avvertendo più nessun senso di resistenza. Tolto il mandrino si dà deflusso al liquido non troppo rapidamente per evitare fenomeni di anemia cerebrale consecutivi al rapido riempirsi dei vasi sanguigni addominali. Estratto il trequarti si chiude la ferita con collodion o con sparadrappo. La paracentesi del pericardio si pratica infiggendo l'ago nel 5° spazio intercostale sinistro rasente lo sterno, in modo da evitare ogni lesione dei vasi mammarî, della pleura mediastinica e del margine anteriore del polmone sinistro.