PARAFFINA
. Miscela di idrocarburi alifatici solidi a temperatura ordinaria; J. N. Fuchs (1809) la isolò dal petrolio di Tegernsee, K. L. von Reichenbach (1830) dal catrame di lignite, Selligne (1832) dai prodotti di distillazione degli scisti bituminosi; dopo il 1850 venne prodotta industrialmente in Germania e in Inghilterra; ora si ottiene principalmente dai petroli, detti appunto a base paraffinica, negli Stati Uniti e in Birmania. Sorgenti industriali della paraffina sono anche il catrame di ligniti bituminose (Turingia, Sassonia), le parti oleose di scisti bituminosi (Scozia, Australia), i prodotti bituminosi estratti, mediante solventi, dalle ligniti (Turingia, Sassonia). La cera minerale od ozocherite è costituita da paraffina: l'ozocherite depurata e imbianchita si chiama ceresina (v. ozocherite). Dal petrolio si ricava portando a bassa temperatura e lasciando cristallizzare le frazioni contenenti l'olio di paraffina e gli olî lubrificanti in genere.
La paraffina del petrolio è costituita da miscela di varî idrocarburi alifatici solidi (C20 H42 fino a C27 H56), quella di altra origine, specie dalla ozocherite, può contenere anche quantità più o meno grandi di idrocarburi naftenici. La densità (d = 0,875÷0,930) e il punto di fusione (40÷85°) variano quindi entro certi limiti in dipendenza dei componenti. I tipi commerciali sono: mezzo raffinata, raffinata, in scaglie; si distingue poi in qualità molle, media e dura a seconda che il punto di fusione va innalzandosi. In farmacia si usano la paraffina liquida (o olio di vaselina), quella molle (o vaselina) e quella solida (o ceresina); questa deve fondere a 68-72°. Quella raffinata si presenta in masse (o in lastre, pani, trucioli) bianche, translucide, senza odore né sapore, insolubili in acqua, poco solubili in alcool, facilmente in etere, solfuro di carbonio, etere di petrolio; si mescola in tutti i rapporti con i grassi, gli acidi grassi e le cere. Brucia con fiamma fuligginosa, è resistente ai reattivi chimici.
È impiegata per fabbricare candele e cerini (d'ordinario mescolata con stearina e cera), per intridere gli steli dei fiammiferi, per dare l'appretto ai tessuti, come materiale isolante in elettrotecnica e galvanoplastica, per preparare carte paraffinate, per assorbire i profumi (enfleurage), per creme da calzature, per spalmare l'interno dei recipienti di vetro che devono contenere reattivi particolari (acido fluoridrico), per chiusura dei tappi sulle bottiglie, per occlusioni in microscopia; in farmacia entra come componente di unguenti, pomate, emulsioni e simili.
L'olio di paraffìna serve nell'industria come lubrificante e come olio per trasformatori: in farmacia è usato come purgativo blando.
Bibl.: Ullmann, Enzyklopädie der technischen Chemie, Berlino 1931.