Paraguay
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato interno dell'America Meridionale. La popolazione, che al censimento del 2002 era di 5.206.101 ab., cresce a un ritmo elevato (2,4% nel periodo 2000-2005) e comunque superiore all'incremento del reddito prodotto, con la conseguenza che, in termini reali, il PIL pro capite mostra un forte regresso (dai 1760 dollari del 1998 ai 1280 del 2005). La concentrazione demografica è alta, anche se l'unico vero centro urbano è rappresentato dalla capitale, Asunción (510.910 ab. nel 2002).
Il P. è uno dei Paesi più arretrati dell'America Latina e la riduzione della povertà e delle disuguaglianze sociali rimane il principale problema da risolvere: secondo la Banca mondiale il 16% della popolazione vive ancora con meno di un dollaro al giorno e altri indicatori, come quelli relativi alla salute e all'accesso alle infrastrutture, risultano tra i più bassi del continente. Tale organismo internazionale ha quindi messo in atto un programma di aiuti i cui principali obiettivi sono la stabilizzazione della situazione fiscale e finanziaria, il miglioramento dei servizi pubblici e delle infrastrutture, la crescita dei servizi sociali. Le esportazioni consistono fondamentalmente nei prodotti agricoli (soia, cotone e canna da zucchero) e dell'allevamento, e nella vendita al Brasile di energia elettrica, proveniente dalla più grande centrale idroelettrica del mondo, quella di Itaipú, sul fiume Paraná al confine con lo stesso Brasile. Unnon trascurabile fonte di redditi è rappresentata dalla riesportazione clandestina (prodotti importati, ma non registrati, provenienti dagli Stati Uniti o dall'Asia), che tuttavia favorisce la presenza nel Paese di una corruzione assai generalizzata. Se a queste attività economiche illegali si aggiunge l'agricoltura di sussistenza, che interessa oltre 200.000 famiglie contadine, si può valutare come l'economia informale rappresenti circa la metà dell'attività economica nel suo complesso.
Storia
di Paola Salvatori
L'Asociación Nacional Republicana (ANR, comunemente nota come Partido Colorado), che dal 1948 governava il P. forte del sostegno delle forze armate e degli agrari, continuò a rimanere nei primi anni del 21° sec. la protagonista principale della vita politica del Paese, ancora caratterizzata, peraltro, da una forte instabilità. A rendere precaria la situazione e a ostacolare l'avvio di un effettivo processo di modernizzazione contribuivano la diffusa corruzione che pervadeva l'apparato statale, raggiungendo i suoi massimi rappresentanti, il ciclico incrinarsi del fragile rapporto tra istituzioni civili e militari e i ritardi nell'attuazione della riforma agraria, duramente osteggiata dai grandi proprietari terrieri.
Il governo di coalizione nazionale formato nel 1999, a seguito di una profonda crisi istituzionale che aveva contrapposto il presidente R. Cubas-Grau al Congresso, e guidato dal senatore del Partido Colorado L. Gonzáles Macchi, sembrò offrire la possibilità di avviare una stagione di profonde riforme, ma le aspettative che la popolazione aveva riposto su di esso vennero presto deluse. L'uscita dalla coalizione (febbr. 2000) del centrista Partido Liberal Radical Auténtico (PLRA), ma soprattutto l'incapacità di risolvere i nodi strutturali della questione agraria attraverso una ridistribuzione delle terre, indebolì l'esecutivo, schiacciato negli anni successivi dal peso di numerosi scandali e da una crisi economica e sociale gravissima. Nel maggio 2001 il presidente della Banca centrale, accusato di corruzione, fu costretto a dimettersi; nel procedere dell'inchiesta fu inoltre coinvolto lo stesso presidente Gonzáles Macchi (apr. 2002). In un clima di crescente incertezza e malessere sociale tornarono a manifestarsi gli aspetti più cruenti di un apparato statale soggetto per anni ai militari e ancora poco aduso alle pratiche democratiche: nel gennaio 2002 due esponenti del partito di estrema sinistra Movimiento Patria Libre (MPL) denunciarono di essere stati detenuti illegalmente per 13 giorni e torturati dalle forze di polizia, con il benestare delle autorità governative, nell'ambito di un'inchiesta su un caso di rapimento. Il forte scalpore suscitato dalla notizia portò alle dimissioni del capo della polizia, del ministro degli Interni e alla ristrutturazione dell'intero apparato dei servizi segreti. I provvedimenti presi non riuscirono però a risollevare le sorti dell'esecutivo, la cui popolarità era in costante diminuzione.
Scioperi e manifestazioni di protesta, organizzati dai contadini poveri ma anche da ceti medi urbani, fortemente penalizzati dalla politica di privatizzazione avviata da Gonzáles Macchi e delusi dalla mancata moralizzazione della sfera pubblica, si susseguirono nel corso del 2002. Nel tentativo di alleggerire la tensione il presidente decise (apr. 2002) di rimandare la privatizzazione dell'industria statale di telecomunicazioni, ma le proteste continuarono e in luglio, dopo violenti disordini scoppiati nella capitale, fu proclamato lo stato di emergenza.
Nonostante le contestazioni, nelle elezioni presidenziali svoltesi nell'aprile 2003 si impose nuovamente il candidato del Partido colorado O.N. Duarte Frutos, favorito dal mancato accordo dei partiti di opposizione che, dopo mesi di trattative, si erano presentati ancora una volta divisi all'appuntamento elettorale. Il nuovo presidente pose tra gli obiettivi prioritari del suo mandato la lotta alla corruzione, il miglioramento dei conti pubblici, la riforma fiscale e il rilancio dell'economia, chiamando a far parte del governo numerosi esperti. Venne inoltre promossa la riforma del sistema giudiziario che comportò, tra l'altro, il rinnovo dei componenti della Corte suprema e l'avvio di procedimenti contro numerosi giudici e pubblici ufficiali coinvolti in casi di corruzione. Il nuovo indirizzo incontrò il favore delle organizzazioni internazionali e nel dicembre 2003 il Fondo monetario internazionale (FMI) decise di concedere aiuti finanziari al Paese per favorire la realizzazione delle riforme economiche (nuovi finanziamenti furono stanziati nel giugno 2006).
Per fronteggiare la ripresa delle agitazioni contadine, riacutizzatesi a partire dal 2003, nel settembre 2004 il governo siglò un accordo che prevedeva la distribuzione di circa 13 mila ettari di terre incolte ai contadini poveri soddisfacendo però solo in minima parte le richieste avanzate da questi ultimi, che si aggiravano intorno ai 100 mila ettari. Le occupazioni delle terre e le proteste, guidate dalla Federación Nacional Campesina de Paraguay, proseguirono così anche nel corso del 2005 nonostante il potenziamento delle misure repressive attuate dall'esecutivo per impedirle. Si manifestarono inoltre, sempre in questi anni, contrasti all'interno dello stesso partito di governo sulla politica fiscale promossa dal presidente, che prevedeva tra l'altro un inasprimento delle aliquote relative alle rendite agrarie volto a migliorare i conti pubblici e consentire maggiori interventi nei settori dei servizi e delle infrastrutture. Ciò si tradusse in numerosi rimpasti dell'esecutivo.