PARANOIA (dal gr. παράνοι "demenza, stoltezza")
Il concetto della paranoia - paranoia pura - si affermò attraverso le molte incertezze determinate da complessi deliranti, simili o uguali, dominati dal contenuto persecutorio o di grandezza. La paranoia pura è "una psicosi primitiva, autonoma, sistematica, lucida e cronica" e, per questi suoi attributi, si differenzia da ogni altra forma che, secondaria o sintomatica, presenti i delirî che riproducono quelli tipici che la caratterizzano; essa è primitiva perché indipendente nei suoi fattori etiogenetici originarî; autonoma, perché non ha legami e interferenze con altre psicosi; sistematica, perché attraverso la sua evoluzione, fatalmente progressiva, conserva tenace e immutabile tutto un sistema di convinzioni; lucida, perche non s'accompagna ad alterazioni della coscienza; cronica, perché anche se evolve a tappe, e con remissioni più o meno notevoli, è insanabile.
Le sindromi similari, come quelle della schizofrenia (demenza precoce paranoide), delle forme distimiche, di alcune intossicazioni esogene (alcoolismo), della demenza paralitica progressiva, ecc. si definiranno come stati paranoici o paranoidi, e tutte quelle forme costituzionali, essenzialmente degenerative, poste da B. Ball "sulle frontiere della pazzia" e che formano gli anormali per eccellenza, i cosiddetti mattoidi, pazzi lucidi, persecutori ragionanti, ecc., si intenderanno come costituzionali paranoidi, non paranoici, pur essendo candidati a divenirlo.
La paranoia pura fa parte delle psicosi dette endogene e ha le sue basi in quella anomalia costituzionale di cui E. Tanzi ed E. Lugaro fecero l'essenza della malattia stessa, "una aberrazione dello sviluppo mentale" (G. Gaupp, R. Wilmans e altri). Il complesso ideativo delirante trova nella coscienza lucida fattori antagonistici e correttivi che, soccombenti nella lotta, ne esaltano sempre più la potenza e la prevalenza, e figurazioni plastiche nei continui errori d'interpretazione, nelle illusioni sensoriali, nelle falsificazioni della memoria; ed è per il sommarsi di tali fattori che i caratteri originarî, costitutivi della personalità del soggetto, con la sua originaria tendenza all'esaltazione di particolari rappresentazioni ideative, perdono l'impronta di un'anomalia per divenire delirio, e si costituisce la deformazione della personalità stessa in quella del paranoico. Sintesi di tale deformazione sono gli errori di giudizio, fenomeno fondamentale di tutta la psicosi, per cui costituitosi un giudizio falso, come sin dal 1795 aveva messo in evidenza V. Chiarugi, tutti gli altri giudizî che a esso si connettono divengono falsi, con i relativi atti che ne conseguono, mentre atti e giudizî fuori del campo dell'errore permangono normali e conservano nei rapporti sociali l'apparenza della normalità.
La paranoia presenta delle varietà, che corrispondono alla varietà del delirio e che si possono raccogliere in due grandi gruppi, quello con delirio persecutorio puro, varietà detta anche persecutorio-interpretativa, e quello con delirio di grandezza. Nella prima emergono due tipi secondarî: "la paranoia con delirio di gelosia" e "la paranoia querulomane".
La paranoia persecutoria, generalmente a lenta evoluzione, dopo un periodo di incubazione o di apprensione (E. Morselli), spesso si rivela con un atteggiamento ipocondriaco, a fondo sensitivo-cenestopatico, che di quello distimico, con il quale fu voluto confondere anche etiogenicamente, non ha alcuna espressione sintomatica a fondo affettivo; atteggiamento che attraverso dubbî, incertezze, indagini si orienta verso una nuova credenza, un nuovo convincimento, che sarà il suo delirio, il quale, per i più diversi e inverosimili fattori d'influenzamento esterno, organizza la trasformazione e quindi la demolizione della personalità fisica, morale e sociale dell'ammalato. Questi, passivo in principio, subisce la presunta offesa e la dissimula, finché, insofferente e irritabile, è travolto dall'impulso alla difesa e da perseguitato diviene persecutore. La trasformazione in persecutore tenace, irriducibile, inflessibile, e quindi talvolta pericolosissimo, si osserva specialmente nella varietà con delirio di gelosia e in quella querulomane, che s'impernia sulla falsa eonvinzione di essere defraudato del riconoscimento del giusto e legale diritto che si riferisce ai suoi materiali interessi.
La paranoia con delirio di grandezza è costituita da una valutazione ipertrofica, assurda, paradossale della personalità psico-fisica: bellezza apollinea, forza atletica, genio nelle più verosimili e inverosimili espressioni, potenza, ricchezza e quindi delirio di grandezza generico, delirio genealogico, delirio inventivo o pseudo-scientifico, delirio riformatorio, politico, religioso e messianico, delirio erotico (paranoia sessuale), ecc.
Le dette varietà rimangono per lo più a carattere costante e invariabile: ma non rari sono i casi in cui la malattia s'inizia con delirio di persecuzione e finisce con quello di grandezza e viceversa.
Esiste una forma di paranoia che per la costante frequenza di allucinazioni fu della paranoia allucinatoria; essa può sorgere acutamente, ma, salvo rare eccezioni, è sempre cronica, a lentissima evoluzione, dominata dalla poliallucinosi, associata a stati confusionali e crisi di agitazione, che possono indurre a grande pericolosità e imporre l'internamento tempestivo e precoce in un ospedale psichiatrico.
Il paranoico puro per un tempo variabile, anche lungo, può conservare la sua figura sociale, finché la sistematizzazione e l'impero del delirio lo rendono egocentrico, ostile, minaccioso, estraneo a ogni rapporto di vita di relazione; infine anche l'intelligenza decade in uno stato che, se non è demenza, molto vi assomiglia.
Se la paranoia è inguaribile, è ugualmente incurabile: essa sfugge anche a qualunque tentativo terapeutico finché l'ammalato è libero, poiché il suo delirio, intessuto di riflessi culturali e ambientali, di credenze e di principî, per lui è l'assoluta realtà della sua vita e non malattia. Qualunque cura, anche sintomatica, non è applicabile che nella coercizione dell'ospedale. Nelle forme iniziali in cui ancora esistono dubbî e lacune nell'errato convincimento, può essere di qualche utilità una molto saggia e prudente psicoterapia. Il pericolo sociale del paranoico in genere e quello fisico per sé e per gli altri del paranoico allucinato) impongono il sollecito isolamento nell'adatto ricovero.
Bibl.: E. Krueger, Die Paranoja, Berlino 1917; E. Kraepelin, Trattato di psichiatria, traduz. ital., Milano 1907; E. Tanzi ed E. Lugaro, Malattie mentali, 3ª ed., Milano 1926; G. Moglie, Manuale di psichiatria, Roma 1930.