Paratiroide
Le paratiroidi (v. cap. Collo, Tiroide e paratiroidi) sono ghiandole endocrine che con il loro secreto, il paratormone, intervengono nella regolazione del metabolismo dei minerali, in particolare del calcio e del fosforo. Sono di norma quattro, divise in due superiori, situate dietro la tiroide, e due inferiori, localizzate fra i rami dell'arteria tiroidea inferiore. È frequente tuttavia trovare un numero maggiore di paratiroidi o anche che esse siano poste in altre regioni del collo o del mediastino (paratiroidi ectopiche).
Le paratiroidi hanno forma di disco, misurano pochi millimetri e pesano circa 35 mg. Sono costituite da tessuto epiteliale ghiandolare, irrorato da numerosi capillari e rivestito da una capsula di tessuto connettivale. Istologicamente le cellule delle paratiroidi vengono distinte in: principali, piccole e di forma poliedrica; chiare, relativamente grandi e con nucleo intensamente colorabile; ossifile, ripiene di granuli acidofili. Secondo moderne ricerche, le cellule sarebbero di un unico tipo e le differenze morfologiche deriverebbero da diversi stadi di attività, nel senso che le cellule principali sarebbero quelle funzionanti normalmente, le chiare quelle iperfunzionanti a fine ciclo, e le ossifile conterrebbero secreto accumulato.
Il paratormone, od ormone paratiroideo (PTH, Parathyroid hormone), è una proteina di 84 aminoacidi, prodotta a partire da un precursore inattivo di 115 aminoacidi, detto ormone preproparatiroideo. In una fase successiva, 25 aminoacidi terminali vengono staccati a opera di enzimi proteolitici a livello del reticolo endoplasmatico rugoso; la porzione staccata viene chiamata 'sequenza leader' e sembra avere il ruolo di dirigere l'ormone in via di attivazione attraverso la membrana del reticolo verso la fase successiva, che consiste nel distacco di ulteriori 6 aminoacidi terminali e nella formazione dell'ormone proparatiroideo. Nell'apparato del Golgi questo si trasforma a opera di un enzima proteolitico nella forma attiva che, trasportata nei granuli presenti nelle cellule principali, viene riversata nel torrente ematico insieme ai frammenti aminoacidici precedentemente distaccati nel meccanismo di attivazione.
Il paratormone contribuisce a regolare il metabolismo del calcio e del fosforo, aumentando la mobilizzazione del calcio dal tessuto osseo e il suo assorbimento nella mucosa intestinale, con un'azione antagonista a quella della calcitonina prodotta dalla tiroide, e diminuendone l'escrezione renale. In particolare, il paratormone agisce sull'osso favorendo la distruzione del collagene e la demineralizzazione, mediante l'attivazione degli osteoclasti. Un eccesso di ormone può determinare fratture ossee, in quanto provoca la demineralizzazione del tessuto osseo e un parallelo aumento dell'escrezione di fosforo. Nel caso di ipoparatiroidismo, invece, viene rallentato lo sviluppo della dentatura. La rimozione delle ghiandole causa convulsioni di tipo tetanico, dovute a una brusca diminuzione del calcio nel sangue e a un concomitante aumento della concentrazione di fosforo; in pochi giorni sopravviene la morte, se non si ripristina la concentrazione normale dei minerali. Le paratiroidi sono state scoperte (nel 1880 da I.V. Sandström) proprio perché pazienti sottoposti a operazioni alla tiroide, ed evidentemente privati casualmente delle paratiroidi, manifestavano in poco tempo i sintomi da carenza di calcio.
La secrezione del paratormone viene regolata principalmente dalla concentrazione plasmatica di calcio ionizzato con meccanismo di feedback: un incremento di calcio inibisce la secrezione dell'ormone e viceversa. Possono intervenire anche altri fattori: per es., un incremento nella concentrazione di magnesio inibisce la secrezione di paratormone, mentre la stimola un'elevata concentrazione di potassio. Infine, è da segnalare la scoperta di una sostanza, detta fattore ipertensivo paratiroideo (PHF, Parathyroid hypertensive factor), prodotta da uno specifico tipo cellulare che è presente nelle paratiroidi e implicata in talune forme di ipertensione. Recentemente, una proteina con una certa omologia per il paratormone (PTHRP, Parathyroid hormone related protein) è stata isolata da tumori di vario tipo associati a ipercalcemia. I numerosi studi in corso hanno permesso di identificare, in vari tipi di cellule, la presenza di recettori comuni per il paratormone e la proteina PTHRP. Quest'ultima sembra implicata nello sviluppo normale del tessuto osseo e, a livello patologico, nelle capacità di diverse cellule tumorali, di formare metastasi ossee; essa svolge inoltre altre funzioni: per es., è coinvolta nell'inibizione dello sviluppo delle ghiandole mammarie dei maschi.
Le paratiroidi sono presenti nei Vertebrati terrestri, in numero variabile: tre paia in alcuni Rettili, un paio in topi, ratti e maiali, due paia in pipistrelli, conigli, cammelli e pecore oltre che nell'uomo. Possono essere situate sulla superficie della tiroide o all'interno di essa; inoltre, isole di tessuto paratiroideo si possono trovare nel connettivo del collo e del mediastino. La regolazione della concentrazione del calcio sembrerebbe un processo di fondamentale importanza per tutti i Vertebrati dotati di scheletro osseo. Nei Pesci ossei (Osteitti) una struttura equivalente alle paratiroidi potrebbe essere la ghiandola ultimobranchiale. In fase embrionale cordoni di tessuto proliferano dall'ultima tasca branchiale, in modo molto simile a quanto avviene per la formazione delle paratiroidi, formando due piccoli corpi ghiandolari, che sono localizzati sotto l'esofago nella maggior parte dei Pesci. Anomalie dei corpi ultimobranchiali sono associate a malformazioni scheletriche e ciò suggerisce che i suddetti corpi abbiano funzioni di controllo del calcio. Queste ghiandole inoltre producono la calcitonina, un ormone secreto dalla tiroide negli altri Vertebrati. Le paratiroidi si formano da evaginazioni delle tasche faringee; nei Rettili le tre paia si formano a partire dalla seconda, terza e quarta tasca faringea. Nella maggior parte dei Tetrapodi, invece, gli abbozzi derivati dalla seconda coppia di tasche non si differenziano ulteriormente, e così si hanno solo due paia di ghiandole; nei casi in cui sia presente una sola coppia funzionante, questa può derivare, a seconda delle specie, dalla terza o dalla quarta tasca, o in rari casi dalla fusione di elementi di entrambe le tasche.
Le paratiroidi possono essere sede di malformazioni, processi infiammatori o neoplastici. Le varie patologie determinano un'alterata funzione degli organi, in seguito alla quale si può instaurare un quadro di ipofunzione (ipoparatiroidismo) oppure di iperfunzione (iperparatiroidismo). Le cause dell'ipoparatiroidismo possono raramente essere di natura congenita (assenza totale o parziale delle paratiroidi); più frequentemente risiedono nell'ablazione delle ghiandole, secondaria a patologia neoplastica (adenoma o carcinoma delle paratiroidi) o involontaria a seguito di intervento di tiroidectomia (nel corso del quale una o più ghiandole paratiroidee possono essere rimosse insieme alla tiroide). Ne deriva una drammatica riduzione della concentrazione plasmatica di calcio, con conseguenze più o meno gravi in funzione della quantità di tessuto paratiroideo ancora funzionante: tetania o insufficienza respiratoria anche fatale. Sono anche osservabili riduzione del fosfato inorganico urinario e iperfosfatemia. L'iperparatiroidismo può essere dovuto a iperplasia delle cellule principali o a sviluppo di un adenoma (più raramente di un carcinoma paratiroideo), con conseguente iperproduzione di paratormone non inibita dall'elevata concentrazione plasmatica di calcio. Il sintomo principale è l'ipercalcemia determinata dall'effetto massivo dell'eccesso di paratormone su ossa, reni e intestino. Si assiste inoltre a osteopenia e alla comparsa di calcificazioni ectopiche a livello renale, aortico e polmonare. L'iperparatiroidismo secondario in genere compare in presenza di insufficienza renale, o a seguito di quei difetti del metabolismo osseo e calcico che si verificano in associazione al deteriorarsi della funzione renale.
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