Parco scientifico e tecnologico
La concorrenza e la competitività che accompagnano l'internazionalizzazione dei mercati e delle produzioni richiedono alle imprese manifatturiere l'adozione di continui miglioramenti, o di innovazioni, nei processi produttivi e/o nei prodotti offerti. Questi fenomeni, inoltre, se da un lato impongono un crescente investimento aziendale in spese di ricerca e sviluppo, dall'altro si riverberano sulle politiche pubbliche di settore e di sostegno all'imprenditoria. Accanto alle misure 'correnti' di politica industriale sono andate progressivamente affermandosi anche iniziative tese a favorire l'attivazione di rapporti più stringenti tra le imprese produttive e le unità (pubbliche e private) attive nei campi della ricerca di base e applicata, con l'obiettivo plurimo di accrescere il patrimonio tecnologico circolante nell'ambito degli apparati produttivi, di rafforzare le competenze e i servizi indispensabili per il suo utilizzo e di favorire la nascita di imprese in grado di focalizzare la produzione su questo stesso fattore.
I p. s. e t. rappresentano le strutture destinate a ospitare l'insieme delle attività o delle funzioni che assicurano queste missioni. Dal punto di vista fisico-insediativo un p. s. e t. si identifica con un insieme unitario di uffici, di laboratori e di edifici assai simili a quelli che connotano le aree industriali delle nostre città. Ciò che tuttavia lo differenzia da queste ultime sono gli attori che operano al suo interno, rappresentati da ricercatori di università e di istituzioni accademiche, da dipendenti di laboratori di ricerca pubblici e privati, da personale tecnico dei comparti manifatturieri, nonché dai gestori del parco stesso. Nel p. s. e t. questa struttura professionale può essere ascritta a tre diversi moduli elementari: quello delle unità manifatturiere che partecipano allo sviluppo e all'applicazione delle innovazioni; quello delle unità di ricerca attive nei settori tecnologici affini; quello delle unità di servizio che costituiscono il tramite tra i primi due e operano come perno organizzativo dei processi e delle funzioni del parco, nonché come nucleo promotore della sperimentazione, progettazione e promozione dei risultati tecnico-scientifici prodotti.
L'idea a fondamento del p. s. e t. è riconducibile a iniziative intraprese negli Stati Uniti già negli anni Cinquanta del 20° secolo. Da quelle prime esperienze sono scaturite numerose tipologie di p. s. e t. in relazione alla dimensione degli impianti, al peso prevalente attribuito alla componente della ricerca, della sperimentazione e della produzione manifatturiera e ai risultati operativi che questi impianti si prefiggono.
I parchi tecnologici veri e propri o technology parks sono impianti di grande dimensione che ospitano sia imprese impegnate nell'adozione di innovazioni di prodotto o di processo, sia quelle che operano a supporto della progettazione e dell'adattamento delle stesse innovazioni su differenti sistemi di produzione, sia altre attive nel campo della commercializzazione, del marketing tecnologico e infine dei servizi postvendita, queste unità sono tra loro organizzate funzionalmente per conseguire l'innalzamento dello standard tecnologico e del vantaggio competitivo delle imprese ospitate o di quelle localizzate nei territori confinanti.
I poli tecnologici sono impianti di dimensioni assai più limitate dei precedenti, ma con obiettivi pressoché analoghi.
I parchi commerciali, detti anche business parks, sono aree attrezzate per accogliere imprese produttrici e utilizzatrici di alta tecnologia, generalmente nate da collaborazioni o da spin-off congiunti di natura imprenditoriale e scientifica. Questi impianti sono dunque destinati a svolgere esclusivamente attività produttiva presentando le maggiori similitudini con le aree industriali tradizionali.
I parchi scientifici o science parks sono impianti generalmente localizzati in prossimità di università, istituti di istruzione superiore o centri di ricerca avanzata, che presentano collegamenti operativi con questi organismi. Hanno come scopi principali la trasformazione dei risultati che scaturiscono dalla ricerca di base in applicazioni destinate al mercato, la creazione e lo sviluppo di aziende che utilizzano le nuove conoscenze prodotte e la promozione del trasferimento tecnologico dalle università e dalle altre istituzioni di ricerca alle imprese di progettazione e di adattamento delle conoscenze acquisite nell'ambito dei processi produttivi.
I parchi di ricerca o research parks sono anch'essi impianti localizzati nei pressi di sedi universitarie o di istituzioni accademiche e costituiti in prevalenza da uffici e laboratori destinati ad attività di ricerca e sviluppo. L'elemento distintivo dei parchi di ricerca è l'esclusione dell'attività produttiva e l'esercizio dell'incubazione aziendale.
I centri di innovazione o innovation centers sono strutture che offrono assistenza e servizi tecnologici, produttivi e finanziari a imprese perlopiù nuove, impegnate nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti o di processi innovativi. Il loro obiettivo è di promuovere la creazione di imprese ad alta tecnologia e di sostenere il trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese già attive sul mercato. In quest'ultimo caso i servizi che sono forniti comprendono la consulenza tecnica, quella finanziaria connessa alla prima e quella commerciale indirizzata alla penetrazione di nuovi mercati. Il carattere specialistico porta talvolta al loro inserimento in iniziative più ampie (quelle che connotano i parchi tecnologici o di ricerca dei quali divengono parte integrante).
Lo sviluppo e l'affinamento raggiunti nella programmazione e della gestione dei p. s. e t. consente altresì di classificarli per generazioni successive in ragione dell'evoluzione delle loro formule organizzative e della natura dei loro mandatari. Appartengono alla prima generazione i parchi realizzati negli Stati Uniti negli anni Cinquanta. Essi si identificano con l'iniziativa intrapresa da alcuni grandi campus universitari allo scopo di favorire l'aggregazione e l'agglomerazione di competenze scientifiche ed esperienze imprenditoriali e commerciali, per adeguare l'attività di ricerca alle esigenze e alle istanze che scaturivano nei settori produttivi e nei mercati.
L'esempio più emblematico è anche il più noto, si tratta del p. s. e t. di Silicon Valley, la zona urbana che si estende attorno alla Baia di San Francisco tra la Contea di Santa Clara e le città di San Jose e Palo Alto. Qui la cooperazione tra la Stanford University e alcune delle più grandi società di alta tecnologia e di informatica del tempo ha dato il via alla formazione di nuove imprese attorno a cui si sono progressivamente catalizzate le attenzioni delle aziende del tessuto produttivo locale e dei loro dipendenti desiderosi di svolgere attività in proprio. In questo contesto si sono generate per fasi successive le imprese e le innovazioni che hanno contrassegnato l'informatica di base, i circuiti integrati, la produzione dei microprocessori, dei personal computer e delle workstations, il software informatico e, infine, le apparecchiature per le telecomunicazioni e Internet. Queste stesse innovazioni sono altresì da ritenersi alla base dello sviluppo di imprese di altri settori importanti, quali le biotecnologie, l'ingegneria medicale e farmaceutica e aerospaziale. Si conta che da questo p. s. e t. siano scaturiti migliaia di brevetti e si siano formati altrettanti posti di lavoro. Il valore di mercato di tutte le imprese prodotte fino al 2001 superava i mille miliardi di dollari. Sulla scia del successo ottenuto, il modello di Silicon Valley è stato replicato in quasi tutti gli Stati Uniti e in Occidente (per es., MetroTech Center di Brooklyn, Route 128 nel Massachusetts, Research Triangle Park nel North Carolina, e così via). Dopo l'avvento di Silicon Valley interessanti evoluzioni si sono verificate nell'ambito di iniziative da parte dei governi locali, regionali e nazionali che assumevano come modello le dinamiche di sviluppo dei rispettivi territori di riferimento. L'elemento distintivo di questa seconda generazione è dunque il passaggio della 'cabina di regia' del parco dal sistema accademico a quello dell'amministrazione pubblica, ritenuta interprete dei bisogni di crescita delle rispettive collettività, detentrice di risorse finanziarie e di considerevoli strumenti di natura organizzativa. Sulla base della programmazione di questi enti risulta sensibilmente aumentato il numero di parchi realizzati, nonché il successo delle collaborazioni, degli scambi informativi e degli esiti delle attività connesse con il trasferimento tecnologico. A questa generazione sono ascrivibili sia le 'tecnopoli' giapponesi, sia gli impianti europei, di cui quello di Sophia Antipolis in Costa Azzurra, quello di Stoccarda in Germania e dei Politecnici italiani risultano i più noti. Già solo queste strutture ospitano infatti più di 1000 aziende e 30.000 occupati in svariati settori innovativi (dall'elettronica alla geologia, dalla comunicazione alla salute).
L'ultima generazione di p. s. e t. è quella 'reticolare' che si è affermata a seguito della diffusione delle tecnologie di comunicazione informatica e delle conseguenti possibilità che esse offrono nel veicolare e proporre l'innovazione. I p. s. e t., utilizzando queste tecnologie, si vanno ulteriormente configurando come strutture locali di un più esteso parco 'virtuale' che li connette l'un l'altro in tempo reale e contemporaneamente offre la possibilità di veicolare i servizi e le innovazioni prodotte in ciascuna unità a tutte le altre. Fanno qui da caposcuola le iniziative-parco delle università e dei college inglesi e in particolare la rete scientifica UKSPA (United Kingdom Science Park Association) che li connette reciprocamente. Tra questi risulta assumere una posizione di spicco quello di Oxford (Oxford Science Park) che accomuna due università con un'offerta scientifica e tecnica di 3700 ricercatori, 5000 dottorandi e 40 premi Nobel. Analoghe esperienze sono riscontrabili in Svezia e in Danimarca.