parere (sost.; parire, in rima)
Infinito sostantivato del verbo (v. voce seguente), di cui ripete - trasposte nella forma nominale - le due accezioni fondamentali di " sembrare " e " apparire ". Più frequente la prima: queste donne non mi pottero intendere, secondo il mio parere, la mia " opinione ", Vn XXIII 13; la figura sua mi par sì spenta, / ch'al mio parere [" al mio giudizio ", Pazzaglia] ella non rappresenta / quella che fa parer [" apparire "] l'altre beate, Rime LXXI 7 (si osservi il triplice ricorrere di p. con funzioni e valori diversi. La stessa espressione nell'incipit di un sonetto del Cavalcanti, citato in Vn III 14); Cv IV Le dolci rime 22, e VIII 6 quando lo Filosofo dice: " Quello che pare a li più, impossibile è del tutto essere falso ", non intende dicere del parere di fuori, cioè sensuale, ma di quello dentro, cioè razionale; con ciò sia cosa che 'l sensuale parere secondo la più gente, sia molte volte falsissimo, dove all' " opinione secondo il senso " (p. sensuale) si contrappone quella secondo ragione (p. razionale); così ancora Pd II 84, e XXII 17 La spada di qua sù non taglia in fretta / né tardo, ma' ch'al parer di colui / che... l'aspetta, " fuorché... per quel che sembra a colui che la desidera " (Chimenz). Si aggiungano Fiore XCIV 4 e CXIII 3.
Ma p. è anche " ciò che appare alla vista ", l'" apparenza ", l'" immagine ": nella processione nel Paradiso terrestre sette alberi d'oro / falsava nel parere il lungo tratto / del mezzo ch'era ancor tra noi e loro (Pg XXIX 44), " idest, falso ostendebat mihi in apparentia, quia in rei veritate non erant arbores, sed candelabra " (Benvenuto: per questa ‛ falsa apparenza ', cfr. PARERE [verbo] 2.); e così in Pd XXX 6, dove D. osserva che quando il cielo incomincia a rischiararsi, alcuna stella / perde il parere, " la sua visibilità " (Rossi-Frascino e altri; Scartazzini-Vandelli considerano qui p. come infinito sostantivato, che è ipotesi certo da non respingere; ma il passo di Pg XXIX prima citato rende accettabile anche l'interpretazione del termine come sostantivo vero e proprio).
Ancora nel senso di " opinione " ricorre anche la forma parire, in rima con piacire, servire, ringioire (ma per tali forme in rima, v. RIMA): più bella siete, al mio parire, / d'ogni altra donna, Rime dubbie XVIII 5.