parete
Il sostantivo ricorre solo nel Purgatorio, ora in senso proprio (con allusione alla p. della montagna), ora in senso figurato.
Virgilio definisce parete (III 99), cioè " pendio, ch'è ritto come una parete " (Scartazzini-Vandelli), quella che già a D. è apparsa come una roccia sì erta, / che 'ndarno vi sarien le gambe pronte (vv. 47-48).
Analogamente in altre due occorrenze, dove il sostantivo è al plurale: l'angelo che invita a salire al quinto girone volseci in sù... / tra due pareti del duro macigno (XIX 48), " idest, saxi, in quo erat excavata scala, ita quod saxum erat excavatum hinc inde tamquam paries rectus " (Benvenuto; il Buti va anche oltre il senso letterale, affermando che " queste du' pareti di pietra dura significano due costanzie e fermesse, che dè avere chi monta a purgarsi del peccato de la avarizia "). Qui dunque è più accentuato il valore di " muro ", p. che chiude; una volta giunti sulla sommità della scala, al sesto girone, i poeti sono liberi da saliri e da pareti (XXII 117).
Quanto al genere del sostantivo, il Petrocchi osserva (a XIX 48): " Si potrebbe anche, con la '21, intendere pareti maschile [come fa più di un commentatore; e v. Parodi, Lingua 246], alla latina (tra ' due pareti), che del resto è nella tradizione letteraria italiana, almeno fino all'Ariosto, ma viene ora meno l'appoggio di Purg. XXII 117 " (il passo sopra citato), dove afferma che " salire dei codici, verbo (donde dal salire) che obbligherebbe a leggere anche da' pareti maschile (così la '21), sarà lectio facilior per saliri (che ricorre in rima a Purg. XIX 78 ".
Il termine è nel significato più esteso di " ostacolo ", " impedimento ", quando allude al corpo di D. (Dinne com'è che fai di te parete / al sol, XXVI 22) e nel contesto figurato del c. XXXII tutti presi dalla contemplazione di Beatrice, gli occhi del poeta quinci e quindi avien parete / di non caler (v. 4): " fixi in Beatrice aveano ‛ parete ', idest muro... ‛ quinci e quindi ', cioè dalla dextra e dalla sinistra parte " (Landino); " erano così raccolti, come da un muro, in lei sola, che loro non caleva di veder altro ", Cesari; e Scartazzini-Vandelli: " agli occhi miei la stessa noncuranza (non caler) di tutte le altre cose era impedimento (parete) a muoversi e vagare ".