pari (pare; paro, in rima)
Con valore di aggettivo, nel senso generico di " uguale ", in Cv I IV 7 quando questi cotali veggiono la persona famosa, incontanente sono invidi, però che veggiono a s[é] pari membra e pari potenza, e temono, per la eccellenza di quel cotale, meno esser pregiati; Pd XIV 67 Ed ecco intorno, di chiarezza pari, / nascere un lustro sopra quel che v'era.
Così in Rime XLIV 4 conosco ben ch'è scienza di gran nomo, / sì che di quanti saccio nessun par l'à; Rime dubbie XXIV 7 l'altro, ha di me ver lui par signoraggio, e Detto 37 quella... d'ogne bene / è sì guernita bene / e che ' n le' non trov'uon pare. In correlazione con dispari, in Pg XXIX 135 vidi due vecchi in abito dispari, / ma pari in atto e onesto e sodo.
Con valore di sostantivo, in Vn XIV 6 questi spiritelli... diceano: " Se questi non ci infolgorasse così fuori del nostro luogo, noi potremmo stare a vedere la maravidlia di questa donna così come stanno li altri nostri pari ", e Cv II Voi che 'ntendendo 37 Ben ne li occhi di costei / de' star colui che le mie pari ancide! (ripreso in IX 8 e XV 8).
Il sintagma ‛ essere senza p. ' per " non avere uguali " e quindi " essere superiori rispetto agli altri ", in Pd XIII 89 costui fu sanza pare.
Per il numero intero divisibile per due, in contrapposizione a dispari, in Cv II XIII 18 Pittagora... poneva li principii de le cose naturali lo pari e lo dispari, considerando tutte le cose esser numero.
Frequenti le locuzioni avverbiali: ‛ di p. ' per " di pari passo ", senza che uno dei due viandanti superi l'altro, in If XV 44 Io non osava scender de la strada / per andar par di lui, e in Pg XII 1 Di pari, come buoi che vanno a giogo, / m'andava io con quell'anima carca; e il semplice p. usato avverbialmente, in XXIX 8 si mosse contra 'l fiume, andando / su per la riva; e io pari di lei, / picciol passo con picciol seguitando; con uguale valore la locuzione ‛ a p. a p. ' di Pg XXIV 93 io perdo troppo / venendo teco sì a paro a paro.
Ancora ‛ a p. di ' per " nello stesso modo ", in If VI 93 cadde con essa a par de li altri ciechi (lo Scartazzini precisa: " a livello dei suoi compagni "). Cfr. infine ‛ p. che ' per " come ", in Pg XXX 95 'ntesi ne le dolci tempre / lor compartire a me, par che se detto / avesser: ‛ Donna, perché sì lo stempre? ' (tale lezione sembra al Petrocchi più conveniente; la '21 e il Casella, come le edizioni antiche e moderne, leggono più che se detto: cfr. Petrocchi, ad l.).