PARIDE dal Pozzo
Giurista del sec. XV, di famiglia originaria di Alessandria della Paglia, che dovette esulare qua e là per l'imperversare delle fazioni politiche. Studiò legge in varie università, e divenne giureconsulto lodato anche per la sua non comune erudizione. A Napoli ammaestrò nel diritto civile Ferdinando, figlio di re Alfonso, e, quando questi affidò a lui l'amministrazione del regno, fu eletto auditor generale di Ferdinando.
È autore di pregevoli monografie, in alcune delle quali tratta argomenti che si potrebbero considerare come i primi sforzi fatti per organizzare giuridicamente istituti di diritto pubblico interno e internazionale.
Fu stimato consulente, in specie in materia di duello; sulla quale serisse il libro De duello (Torino 1525). Noto il suo trattatello De Syndicatu nella raccolta di Tractatus de Syndicatu variorum auctorum pubblicata dal Saragna (Venezia 1571). Il suo De iure prothimiseos è edito a Venezia nel 1499. Il Manzoni nella Storia della colonna infame lo cita come uno dei giureconsulti nostri che biasimavano la stolta ferocia dei torturatori.
Bibl.: G. Panciroli, De cl. legum interpret., Lipsia 1721, p. 497; G. Tiraboschi, Storia della lett. it., VI, Venezia 1796, p. 499; P. Giannone, Storia di Napoli, voll. 3, Prato 1864-65; T. Persico, Gli scrittori politici napoletani dal 1400 al 1700, Napoli 1912; B. Brugi, L'opera degli antichi giuristi italiani e il diritto penale, in Scritti in onore di U. Conti, Città di Castello 1932.