Parigi
La città-faro
Pochissime altre città al mondo rappresentano l’idea stessa di ‘città’ come Parigi, e poche altre sono diventate, come Parigi, il simbolo e la sintesi di un intero, grande paese. Ma forse nessuna ha conservato l’enorme importanza che la capitale francese ha, nello stesso tempo, come città viva e concreta – una delle più grandi e importanti metropoli del mondo attuale – e come ‘luogo dello spirito’, riferimento ideale della cultura occidentale, emblema della creazione artistica, crocevia di stili e innovazioni. Forse nessun’altra città riesce a essere, come Parigi, patrimonio di una tradizione secolare e, insieme, laboratorio di continua innovazione
Come molte città di antica fondazione, Parigi è sorta e si è sviluppata in un luogo in cui convergevano vie di comunicazione particolarmente agevoli. Innanzi tutto, la regione circostante (Île-de-France) fa parte della vasta pianura che occupa l’Europa centrosettentrionale dall’Oceano Atlantico alla Russia. La piccola isola (detta Cité) che ospitò il primo nucleo di Parigi, poi, si trova su un fiume, la Senna, ampio e navigabile fino al mare, che già anticamente veniva seguito nei percorsi tra la Manica e il Mediterraneo. Altri fiumi poco lontani potevano essere utilizzati per raggiungere la costa atlantica, da una parte, e il Reno e l’Europa centrale dall’altra.
Sull’isola, nel 3° secolo a.C. si stabilì un gruppo di Galli Parisii (da cui il nome della città), mentre sulla riva sinistra del fiume i Romani costruirono un insediamento militare e commerciale che chiamarono Lutetia Parisiorum. Per tutta l’antichità e l’alto Medioevo, Parigi rimase un centro non molto importante, ma in epoca carolingia diventò sede di una contea, proprio per la sua rilevanza strategica.
I conti di Parigi, soprattutto la famiglia dei Capetingi, aggiunsero alla contea nuovi territori e, nel corso del tempo, ingrandirono la città. Già nel Duecento, Parigi era la più popolosa città europea (200.000 abitanti) ed era diventata il centro politico della Francia: lo Stato francese, in pratica, si formò intorno a Parigi.
Mentre la Francia diventava una grande potenza europea, anche Parigi cresceva. All’epoca di Luigi XIV aveva mezzo milione di abitanti e le mura ricostruite nel Duecento dovettero essere abbattute per fare posto a nuovi quartieri residenziali – anche se, nel frattempo, il re aveva trasferito la sua corte e le funzioni politiche in una piccola città nuova (Versailles) a qualche decina di chilometri. Il Seicento fu un secolo particolarmente importante per la Francia e per Parigi, e la sua impronta architettonica è molto evidente nel centro storico (per esempio, a place des Vosges e a place Vendôme).
Parigi diventava anche una città manifatturiera e i sobborghi (faubourgs) operai e commerciali si estendevano sempre più. All’epoca di Napoleone questa trasformazione si stava completando, e ancora nuove strade e piazze – come la famosa place de l’Étoile (dal 1970 place Charles de Gaulle), con l’Arc de Triomphe al centro – vennero aperte per dare modo alla città di espandersi in maniera ordinata.
A metà dell’Ottocento, Parigi superava il milione di abitanti, che raddoppiarono ancora nel giro di appena trent’anni. Nel 19° secolo venne data alla città l’impostazione attuale: le mura vennero prima ampliate e poi definitivamente abbattute, e al loro posto furono aperti grandi viali di circonvallazione (boulevards). Furono realizzate molte stazioni ferroviarie (le principali sono sei), il famosissimo Teatro dell’Opéra, nel 1885 la Tour Eiffel, subito diventata il simbolo della città e della modernità ottocentesca, accanto al simbolo della Parigi medievale, cioè la cattedrale gotica di Notre-Dame; si cominciò a costruire la splendida rete sotterranea della metropolitana, vennero sistemati enormi parchi come il Bois de Boulogne. Nel centro più antico e sulla rive gauche (la «riva sinistra», dov’è il Quartiere latino) rimasero i vicoli e gli edifici medievali e rinascimentali.
Nel primo Novecento la città vera e propria raggiunse il massimo di popolazione (quasi 3 milioni), poi cominciò a perdere abitanti. Era diventato più ragionevole, infatti, fondare nuovi insediamenti o ingrandire piccole vecchie cittadine dei dintorni, a qualche distanza dalla città (la banlieue). La popolazione dell’intera area parigina, quindi, continuò ad aumentare (oggi raggiunge quasi i 10 milioni di abitanti), mentre quella della città vera e propria si stabilizzava poco sopra i 2 milioni.
Organizzare l’area parigina ha richiesto una serie di interventi infrastrutturali, soprattutto per le vie di comunicazione: centinaia di chilometri di metropolitana, sette autostrade che raggiungono la città, ferrovie urbane, anelli di circonvallazione. E ha richiesto la pianificazione delle aree destinate ai nuovi insediamenti residenziali. Proseguendo una vecchia tradizione parigina, continuano gli interventi radicali e grandiosi – come il modernissimo quartiere della Défense, unito al centro da una lunga strada rettilinea. Il centro storico non è stato trascurato e realizzazioni come la piramide di cristallo nel cortile del Louvre o il Centre Pompidou (o Beaubourg) al posto dei vecchi mercati centrali sono solo due esempi della vitalità architettonica di questa città.
I vecchi sobborghi industriali, che nell’Ottocento e nel Novecento si erano formati intorno a villaggi e cittadine dei dintorni, sono ormai così affollati e costosi che la popolazione cerca di trasferirsi altrove. Si è così formata una ‘corona’ periferica ancora più lontana dal centro, in parte costituita da piccole città completamente nuove. In generale, si tratta di soluzioni molto più economiche, ma molto meno soddisfacenti che vivere in città; in certe parti della banlieue si concentra la popolazione più povera e scontenta della regione, a cominciare dagli immigrati recenti.
Nell’area parigina oggi vive, comunque, circa un Francese su sei. Questa concentrazione, come anche la convergenza su Parigi delle grandi vie di comunicazione moderne (bisogna aggiungere anche due aeroporti intercontinentali), è conseguenza dell’accentramento politico che, almeno dall’epoca di Luigi XIV, ha portato a Parigi tutte le attività importanti della Francia. Ancora oggi, la ricchezza prodotta da Parigi è oltre un quarto del totale francese, e quasi tutte le grandi imprese industriali, comprese quelle più innovative, l’editoria, le banche e le assicurazioni si trovano a Parigi. L’area parigina offre molto più di un quarto dei posti di lavoro di tutta la Francia, anche se ormai la città è più terziaria che industriale.
La concentrazione non è solo economica o politica (la pubblica amministrazione è molto importante come in qualsiasi capitale), ma anche culturale: vi si trovano 13 grandi università (una è l’erede diretta dell’antichissima Sorbona), i principali musei francesi, i centri di produzione cinematografica e televisiva, le più importanti attrattive turistiche (con più di 4 milioni di visitatori ogni anno).
Soprattutto, Parigi è letteralmente sinonimo di Francia: qualsiasi cosa succeda a Parigi, coinvolge immediatamente tutto il paese, chi vuole ‘contare’ e fare carriera va a Parigi, le mode nascono a Parigi, le innovazioni sociali e politiche anche, il francese parlato a Parigi si è diffuso in tutta la Francia.
Questo non è un processo recente, ma risale almeno al Seicento, con una lunga fase di massima importanza tra il Settecento dell’Illuminismo e la prima metà del Novecento. Nei secoli 19° e 20°, almeno fino alla Seconda guerra mondiale, Parigi è stata a tutti gli effetti il centro culturale della Francia – ma anche dell’intera Europa e perfino del mondo: e non per nulla veniva definita ville lumière «città-luce», città-faro.
Centinaia e centinaia furono gli scrittori, i pittori, i musicisti, gli studiosi di tutto il mondo che considerarono (e tuttora considerano) Parigi come seconda patria, come città ideale. In buona parte, questa tendenza fu incoraggiata proprio dai poteri pubblici, che hanno sempre – in Francia – sostenuto la creazione intellettuale come uno dei pilastri dello sviluppo non solo culturale e sociale, ma anche economico.
A iniziative soprattutto pubbliche sono dovute realizzazioni come le raccolte museali del Louvre, continuamente ingrandite e ammodernate, e le molte altre che la città ospita, la fornitissima Biblioteca nazionale, i teatri di prosa e musicali. Ma Parigi è anche una città straordinariamente vivace e cosmopolita, in cui passare il tempo – tra locali caratteristici e vie commerciali – è un’esperienza piacevolissima.