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PARIGI

di Lucio GAMBI - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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PARIGI (XXVI, p. 331; App. II, 11, p. 506)

Lucio GAMBI

Gli economisti, gli urbanisti e i geografi francesi distinguono oggi, con molta maggior chiarezza di trent'anni fa, oltre il classico corpo nucleare e originale della Ville, un perimetro municipale, che corrisponde propriamente al dipartimento della Senna, e una regione urbana che comprende i comuni intorno, fortemente urbanizzati o in corso di forte urbanizzazione, e la cui popolazione lavora in imprese urbane e in maggior parte circola quotidianamente all'interno dell'insieme urbano per l'esercizio delle sue attività professionali. In questo senso la regione urbana parigina conta oggi, oltre gli 81 comuni del dipart. della Senna, 129 comuni in quello Seine-et-Oise e 7 in quello Seineet-Marne, e forma una massa urbana tentacolare che avanza seguendo i grandi assi della circolazione specialmente lungo i fondovalle della Senna, della Marna, dell'Oise. Entro i limiti urbani così delineati viveva nel 1954 una popolazione di 6.436.140 ab. (aumentata nel 1958 a 7 milioni circa) di cui intorno a 2.850.000 nel perimetro della Ville tradizionale.

Urbanisticamente P. dà oggi l'impressione di un abitato nel quale si affrontano diverse generazioni di sviluppo e molte tecniche di costruzione.

Gli sviluppi urbanistici iniziati dopo il 1935 - ma la cui realizzazione poté veramente dispiegarsi dopo la crisi della guerra - hanno cercato, complicando in realtà la situazione, di dare lineamenti più regolari e meno tentacolari a quella vigorosa proliferazione urbana che nel primo dopoguerra si era slanciata per grandi distanze e con topografie molto lineari, lungo le principali vie di circolazione. L'ultimo dopoguerra, specialmente negli anni dopo il 1948, ha visto invece una larga ricolmatura delle aree vuote fra i precedenti tentacoli di sviluppo, mediante la formazione di grandi immobili cosiddetti "d'habitations à loyers modérés", e poi di immobili condominiali e alfine di numerosi quartieri del tipo "città-giardino". Ma in tal modo l'eterogeneità urbanistica dell'abitato si è accresciuta e si è aggravata la sproporzione fra i servizî pubblici e la popolazione nei varî quartieri urbani.

Per quanto riguarda il già vastissimo panorama delle funzioni svolte da P., è da notare che dopo il 1948 esse risultano ulteriormente e fortemente aumentate, in special modo nel campo politico e amministrativo: la residenza a P. degli uffici centrali di alcune fra le principali istituzioni di cooperazione internazionale di recente costituzione (per esempio OECE, UNESCO, Consiglio Nord-Atlantico, ecc.) ha creato nuovi animatissimi centri di vita, con movimento permanente di personalità politiche, funzionarî e giornalisti di ogni continente. In pari tempo però alcune già radicate funzioni della capitale hanno manifestato la tendenza a spostarsi dal vecchio centro - ove erano compresse in poco spazio - per disperdersi nell'area urbana di impianto ottocentesco, e oltre: come ad es. i ministeri, di cui numerose sezioni si sono trasferite dal triangolo fra Palais Bourbon, Palais du Louvre e l'Étoile, in un raggio di una decina di arrondissements; e come gli istituti universitarî che sono in via di decentralizzazione mediante la costruzione di parziali "città universitarie" nei quartieri periferici della conurbazione (la Facoltà di Scienze a Orsay, diversi laboratorî tecnici a Ivry, Châtillon, Bellevue, ecc.). Anche nel campo industriale si verificano tendenze analoghe.

Diverse imprese piccole e medie (ateliers di confezioni d'abbigliamento, fabbricazioni meccaniche ed elettriche) hanno manifestato la tendenza a decentrarsi verso le zone rurali o i piccoli centri dei dipartimenti vicini. Ma d'altra parte certe industrie recenti a struttura molto complessa, e che richiedono l'aiuto di istituti di ricerca scientifica, sono venute pesantemente concentrandosi nella capitale: così l'automobilistica e l'aeronautica, come negli ultimi anni quella per la fabbricazione del materiale elettronico. S'aggiunge che, dopo il 1948, si è fortemente diffuso nel campo delle medie industrie - e specialmente di quelle edili o delle costruzioni in genere - un fenomeno che era tipico, prima della guerra, delle grandi industrie o delle banche o degli istituti previdenziali: il fenomeno per cui da P. sono organizzati, finanziati e diretti lavori in cantiere disseminati un po' ovunque in Francia e qualche volta fuori.

In ogni modo, le forme di operosità che oggi caratterizzano meglio le funzioni di P., cioè quelle politiche, amministrative, finanziarie e commerciali, occupano più di metà della popolazione attiva e giustificano la presenza di almeno 3 milioni di ab. Ma è alla giustapposizione di queste funzioni con quelle industriali e dei servizî pubblici che si deve l'altra metà della popolazione parigina.

Per quel che riguarda la composizione demografica della popolazione parigina, fra il 1946 e il 1954 è ripreso, dopo varî lustri di declino, il tradizionale e rilevante aumento demografico della conurbazione (che la crisi economica del 1931 aveva fermato e l'ultima guerra invertito in una diminuzione del 3,3%). L'aumento si è rianimato in modo rapido negli otto anni indicati e in misura del 10%, che è pari a due volte l'aumento medio della popolazione francese nel medesimo periodo: questo aumento però è molto più forte nella zona della banlieue (intorno al 20% in media) che nei quartieri della Ville propriamente detta (4,6%). E dopo il 1954 la conurbazione parigina è cresciuta annualmente di 140-160.000 ab. in media, per 3/10 dovuti a incrementi naturali e per il resto a immigrazioni: tra il 1954 e il 1958 l'aumento è stato dunque di 1,6% per anno; si è quindi ulteriormente rialzato riguardo agli anni del dopoguerra (fra il 1946 e il 1954 fu di 1,3% per anno). Questo, malgrado le iniziative ufficiali di ogni genere che hanno cercato di favorire il decentramento e hanno avuto per risultato di fare evadere dalla conurbazione, dopo il 1946, per lo meno 300.000 persone.

Comunque, le inchieste degli ultimi anni documentano che la maggior parte (per lo meno il 60%) della popolazione di P. non è nata in P. ma in provincia (e tale aliquota sale a 70% nei comuni della banlieue). I più forti contingenti di questa immigrazione sono venuti, dopo la guerra, dai dipartimenti del bacino parigino, poi dalle regioni povere (la Bretagna e il Massiccio Centrale) e un po' meno dalla Francia settentrionale (in particolare i dipartimenti normandi e il Nord). Molto più numerosi che prima della guerra sono inoltre gli immigrati dai paesi francesi di oltremare (130.000 nordafricani nel 1954) o da altri paesi d'Europa: nel 1954 furono contati 75.000 italiani, 39.000 polacchi, 34.000 spagnoli, 20.000 belgi; 16.000 russi, 12.000 britannici e un egual numero di elvetici, ecc. La popolazione parigina di origine non francese era valutabile, con l'ultimo censimento, in 640.000 persone. Vedi tav. f. t.

Bibl.: L. Chevalier, La formation de la population parisienne au 19e siècle, Parigi 1949; R. Dion, Études sur le développement de la ville de Paris, in Revue des Deux Mondes, 1951; P. H. Chombart de Lauwe, Paris et l'agglomeration parisienne, 2 volumi, Parigi 1952; P. George e P. Randet, La région parisienne, Parigi 1959.

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