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PARIGI

di Giorgio Piccinato - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)
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PARIGI (XXVI, p. 331; App. II, 11, p. 506; III, 11, p. 365)

Giorgio Piccinato

Architettura e urbanistica. - Nel 1972 risiedevano, nella Région de Paris, 9.800.000 persone, poco meno di un quinto dell'intera popolazione francese.

P. continua ad essere, come in passato, il punto di arrivo di un vasto movimento migratorio originantesi nella provincia: poco più del 50% dei residenti è nato nella regione. Il nucleo centrale, corrispondente alla Ville de Paris (2.700.000 ab.), è costituito da una popolazione relativamente più vecchia della media nazionale e il cui tasso di mortalità appare relativamente basso: i giovani al di sotto dei venti anni non sono che il 20% della popolazione totale, contro un tasso del 34% dei comuni più periferici, simile alla media nazionale. Ciò indica la permanenza di un alto numero di persone in età lavorativa e, nella parte centrale, di bassa fecondità, con attitudini sociologiche e psicologiche nei riguardi della famiglia nettamente diverse da quelle della provincia.

Di 4,6 milioni di attivi, 1,8 milioni sono gli occupati nell'industria - il 23% del totale nazionale - e 2,7 milioni nelle attività terziarie e nei servizi - il 30% del totale nazionale. La percentuale di donne esercitanti un'attività professionale è del 60%, contro una media nazionale del 44%: ciò è da mettere in rapporto con il numero elevato di impieghi nelle attività commerciali e amministrative. Inoltre, i salari parigini sono mediamente più elevati di quelli riscontrabili in altre parti del paese, ciò che indica la presenza di un alto numero di quadri e di lavoratori qualificati.

La concentrazione della popolazione e la sua capacità di reddito, più alta della media nazionale, determina inoltre la formazione di un mercato di beni di consumo tale da condizionare l'intera produzione.

In tema di pianificazione dell'area parigina due tesi di fondo si contrappongono. La prima punta a un contenimento della crescita in favore di un maggiore sviluppo della provincia, in vista di un equilibrato assetto regionale nazionale. La seconda tende invece a un rafforzamento della regione urbana per costituire un'area dominante a livello europeo.

Alla prima tesi si riferiscono sia il piano elaborato da H. Prost nel 1939 sia il successivo Plan d'Aménagement et d'Organisation Générale de la Région Parisienne (PADOG) approvato nel 1960. La strategia del contenimento si rivela però vana e il nuovo Schéma directeur d'aménagement et d'urbanisme de la région de Paris, pubblicato nel 1965, segna un deciso cambiamento d'indirizzo: vengono accettate le dimensioni reali della crescita e si dà il via a una politica di città nuove. Nel decennio precedente la crescita era stata affidata in larga misura ai grands ensembles, quartieri d'iniziativa prevalentemente pubblica di notevoli dimensioni, che avevano tuttavia raccolto numerose critiche per l'assenza di posti di lavoro, la scarsità di servizi pubblici, la segregazione sociale che li caratterizza.

Notevoli difficoltà sembrano peraltro incontrare, a dieci anni dall'inizio delle operazioni, anche le villes nouvelles, che, più lontane dal centro della banlieu tradizionale, non sono state peraltro in grado, finora, di attrarre un numero significativo di posti di lavoro: il risultato è un notevole aumento della pendolarità e della congestione sulla rete infrastrutturale della regione. Evry, la ville nouvelle di più avanzata realizzazione, appare tuttavia come un esempio notevole di disegno urbano.

Le villes nouvelles rientrano nei propositi (dello Schéma directeur) di rafforzamento della regione urbana di P.: altrettanto significativo peraltro è l'incremento degli alloggi - il 20% del totale nazionale negli anni 1968-69 - e quello dei posti di lavoro - il 7,4% contro il 5% nazionale nello stesso periodo. Le modificazioni intervenute nella struttura economica del paese e, soprattutto, la crescita legata a un più stretto inserimento nel mercato internazionale, hanno pesato anche sulle caratteristiche della capitale.

Si viene configurando uno schema generale in cui la regione urbana si caratterizza non solo come massima concentrazione produttiva ma anche come sede dell'industria a più avanzate caratteristiche strutturali, mentre il nucleo parigino assume sempre più chiaramente il ruolo di centro direzionale delle attività industriali e finanziarie. Si viene così accentuando una specializzazione, a scala nazionale e regionale, nell'uso del territorio, che è il riflesso diretto delle trasformazioni sociali ed economiche che hanno interessato il paese. Questa nuova suddivisione di ruoli comporta modificazioni notevoli nell'organizzazione dello spazio urbano.

È riscontrabile una tendenza alla diminuzione della popolazione e soprattutto di quella attiva - al centro e via via nei comuni più vicini - mentre crescono, parallelamente, i posti di lavoro. Aumentano enormemente gli spostamenti pendolari all'interno della regione urbana.

Il rapporto di dipendenza esistente tra periferia e aree centrali si è ampliato all'intera regione urbana. Le maggiori concentrazioni industriali vanno a localizzarsi nella regione (la Renault da Boulogne Billancourt a Flins), mentre la vecchia banlieu acquista caratteri più propriamente residenziali.

A sua volta il centro tende a perdere il suo carattere composito per diventare sempre più nettamente un luogo "di prestigio", caratterizzato dalle direzioni delle banche e delle maggiori società industriali, dal commercio e dalle residenze di lusso.

La "riconquista del centro i costituisce in effetti una delle vicende più significative nella storia recente della città. All'inizio degli anni Sessanta prendono il via alcuni programmi di rinnovamento urbano, grazie al concorso di fattori diversi: lo stato di degrado di alcune aree, la domanda di nuovo spazio per le attività amministrative, il pronto intervento dello stato nel patrocinare trasformazioni grandiose e, soprattutto, gli alti profitti assicurati agli operatori.

Le aree destinate al rinnovamento sono generalmente abitate da ceti popolari, operai, artigiani, immigrati. La grande maggioranza vive in affitto, a costi bassi grazie alla vecchiezza e allo stato degli alloggi e, spesso, in condizioni di sovraffollamento. La società incaricata delle operazioni di ristrutturazione è, nella maggior parte dei casi, una Société d'économie mixte, a capitale misto pubblico e privato nel rapporto di 60 a 40 o viceversa. I suoli liberati e attrezzati per la realizzazione del nuovo progetto vengono assegnati in minima parte all'edilizia popolare e, per la parte rimanente, immessi nel libero mercato per la vendita e la ricostruzione secondo indici di fabbricazione notevolmente più elevati di quelli preesistenti. Diversa per alcuni aspetti - non si tratta qui di rinnovamento, ma di costruzione ex novo - anche l'operazione Défense partecipa tuttavia della stessa logica di trasformazione della città in un grande "Centro d'affari". L'area, collocata sulla direttrice ovest Champs Elysées-Avenue C. De Gaulle, è stata occupata, a partire dal 1960, dalle sedi di grandi organismi nazionali e internazionali, pubblici e privati, così da costituire oggi, di fatto, il nuovo centro direzionale di Parigi.

Anche la vicenda architettonica più significativa degli ultimi anni è legata a un'operazione di ristrutturazione. Lo spostamento a Rungis dei mercati generali ha reso disponibile l'area delle Halles, occupata dalle aeree strutture di ferro di v. Baltard. Una forte opposizione si sviluppa tra gli abitanti della Zona e in vasti strati dell'opinione pubblica nazionale e internazionale contro la demolizione delle Halles. Viene discussa l'intera politica di rénovation, accusata di essere uno strumento per l'espulsione dal centro dei cittadini a basso reddito a favore di operazioni meramente speculative e di prestigio. Le Halles vengono demolite (1974) ma i vari progetti di ricostruzione con edifici a destinazione commerciale e alberghiera sono bloccati: con la fine dell'epoca gollista anche le grandi operazioni di prestigio segnano il passo e l'area sembra essere destinata a diventare un parco pubblico. Tuttavia nel 1977 al Plateau Beaubourg è stato inaugurato il Centre National d'Art et de Culture Georges Pompidou; istallato in un imponente edificio progettato da R. Piano e R. Rogers, sul cui disegno sono anche sorte polemiche, il Centre comprende il Musée National d'Art Moderne, un Centre de création industrielle, una biblioteca e altri servizi d'informazione e ricerca, nonché l'IRCAM (Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique). La presenza del Centre Pompidou ha innescato un processo di trasformazione della zona che, da popolare, sta divenendo il cuore del mercato artistico. Vedi tav. f. t.

Bibl.: P. Merlin, Vivre à Paris, 1980, Parigi 1971; J. Lojkine, La politique urbaine dans la région parisienne 1945-1972, ivi 1972; Autori vari, La rénovation urbaine à Paris: structure urbaine et logique de classe, ivi 1973; A.P.U.R. - AUREG, L'avenir de Paris, in Paris Projet, n. 10-11 (1° trim. 1974). Inoltre La Documentation Française ha pubblicato: I. Paris, Présentation d'une capitale, 1968; V. Paris, Villes industrielles, 1970.

Vedi anche
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