Vedi PARIGI dell'anno: 1963 - 1996
PARIGI (v. vol. V, p. 953)
Importanti scoperte si sono verificate negli ultimi decenni sia nella «Ile de la Cité», sia nella «città senza mura» sviluppatasi sulla riva sinistra della Senna, la cui crescita si mantiene notevole fino al II sec. d.C.
I resti di antiche costruzioni, rinvenuti nell'elle de la Cité», a O della cattedrale, nel corso di scavi terminati nel 1984, sono stati conservati in vista nella vasta cripta archeologica del sagrato di Notre Dame. Dai livelli databili all'alta età imperiale, quasi completamente distrutti nel momento in cui l'isola venne risistemata e circondata da una cinta difensiva dopo la grande ondata di invasioni della fine del III sec., emerge, presso l'estremità occidentale della cripta, una potente muraglia sostenuta da contrafforti. Essa faceva parte di un grande edifìcio pubblico a volte, senza dubbio una basilica civile, costruita presso la sponda del fiume in corrispondenza dello sbocco del «piccolo ponte» romano, in prossimità della banchina.
L'edificio, che sembrerebbe databile alla prima metà del III sec., si affacciava con uno dei suoi lati sul cardo. Del muro di cinta di età tardo-imperiale nella cripta sono visibili tre tratti: il primo addossato al muro della basilica (che pertanto era molto probabilmente utilizzata come fortificazione aggiunta), il secondo al centro, il terzo all'estremità orientale. Quest'ultimo era sormontato dalla fondazione della basilica del VI sec. (Santo Stefano) e poggiava su un muro della banchina. Sembra dunque che il porto gallo-romano non si trovasse sulla riva destra della Senna, in corrispondenza della Place de Grève (ora Place de l'Hotel de Ville), come si sosteneva sino a ora, bensì lungo la sponda meridionale dell'isola: si trattava di una disposizione razionale, dal momento che esso veniva a trovarsi così verso il lato della collina sulla quale era ubicato il settore più importante della città antica.
Nel 1985 sono state scoperte le sostruzioni della parte interna della porta meridionale della cinta muraria. Costruita, così come le fondazioni del muro, in grossi blocchi sovrapposti di reimpiego, aveva una pianta rettangolare e formava una specie di corridoio difensivo o «assommoir». È evidente che il muro di cinta venne eretto immediatamente sulla riva del fiume, facendo scomparire la banchina di età alto-imperiale, certo per guadagnare il massimo spazio all'interno dell'isola che allora era ancora più piccola di quanto non sia oggi. Parimenti vennero abbattute tutte le costruzioni che risalivano alla prima età imperiale: al loro posto vennero costruiti nuovi edifici, come quello al quale appartenevano le due sale a ipocausto visibili nella cripta archeologica. Che esse siano databili a età tardoimperiale è attestato dal fatto che delle loro fondazioni fanno parte blocchi di reimpiego. Esse sono però così modeste che si può difficilmente credere che appartenessero a delle terme, tanto più che l'imperatore Giuliano, nel suo Misopògon, ricorda che le «caldaie sotterranee» erano impiegate a Lutetia come semplice mezzo per il riscaldamento. Sempre in età tarda (a giudicare, anche qui, dai blocchi di reimpiego presenti nelle fondazioni) venne eretta la basilica civile del Mercato dei Fiori, di cui si è appurata l'esistenza nel 1985, utilizzando osservazioni fatte nel corso dei vecchi scavi. Situata a ridosso del muro di cinta, nella parte settentrionaie dell'isola, vicino al palazzo romano, essa era di dimensioni assai grandi (c.a m 70 x 35).
Il quartiere posto in cima alla collina sulla quale sorgeva la città priva di mura della prima età imperiale, a S del Foro e a E della via che conduceva a Genabum, ha restituito (nel corso di campagne condotte, a più riprese, dal 1974 al 1987) i resti di una serie di edifici spesso dotati di piccoli ambienti ipogei con pareti sulle quali si aprivano una o più nicchie, accessibili mediante una scala. Di fattura assai grossolana, essi avevano una destinazione cultuale, secondo la tradizione della Gallia pre-romana. Al contrario, alcuni ambienti degli edifici di cui essi facevano parte erano decorati con pitture parietali di buona qualità, che risalivano al I o al II secolo. La pianta del foro è stata precisata e rettificata grazie a uno scavo condotto nel 1971: il complesso venne ristrutturato tra gli inizi del II sec. e il 150 circa. Si sono individuate strutture forse riferibili a un criptoportico, ma l'interpretazione resta incerta. In età tardo-imperiale il foro venne fortificato: tale fatto, così come altri ancora, in particolare l'esistenza dei suburbana ricordati da Ammiano Marcellino, dimostra che, contrariamente all'opinione corrente, Lutetia nel corso del Basso Impero non era affatto ridotta alla piccola Ile de la Cité. La cinta muraria venne limitata a quest'ultima per rendere più agevole la difesa. Essa costituiva una sorta di cittadella, mentre la città più estesa sopravvisse sulla riva del fiume sino al grande assedio di P. da parte dei Normanni, alla fine del IX secolo.
Sulla collina di Montmartre erano presenti vari luoghi di culto: si sa dell'esistenza di un tempio di Marte, mentre sul sito detto Jardin du Calvaire sono stati rinvenuti frammenti di una testa alata, che probabilmente apparteneva a una statua di Mercurio. Resti di un tempio sono stati individuati sotto la chiesa di Saint-Pierre.
Scavi condotti, soprattutto in occasione dei lavori per il «Grand Louvre», fra il Louvre stesso e Montmartre hanno portato alla scoperta di un'area agricola, e soprattutto di una cava di argilla che fu molto sfruttata in epoca gallo-romana.
Collezioni pubbliche. - Museo del Louvre. - A partire dal 1981, il Louvre è stato profondamente rinnovato («Grand Louvre»), con una nuova distribuzione degli spazi (resa possibile dallo spostamento di ministeri e uffici) e con nuovi grandiosi allestimenti della Cour Napoléon (con la piramide di vetro e acciaio dell'architetto Ieoh Ming Pei) e delle strutture di accoglienza e di servizio. Sono anche state condotte campagne archeologiche nell'area della stessa Cour Napoléon, dove sono state messe in evidenza testimonianze di età gallo-romana, nonché nell'area della Cour Carrée, dove sono state riportate alla luce e valorizzate («Crypte archéologique») poderose strutture del Louvre medievale. L'assetto delle collezioni di antichità non è stato in genere sostanzialmente modificato; è in corso però la ristrutturazione della sezione egiziana, che secondo i programmi dovrebbe concludersi nel 1997.
Musée Carnavalet o Musée Historique de la Ville de Paris. - È stato ristrutturato (a partire dal 1989), e ha ospitato numerose mostre relative alla storia di P.; le collezioni sono state divise fra l'Hôtel Carnavalet (dove sono state spostate fra l'altro le collezioni di antichità) e l'Hôtel Le Peletier di Saint-Fargeau. La sezione dedicata all'antichità presenta testimonianze dell'antica Lutetia; è stato realizzato di recente un plastico della città romana. È stata inoltre allestita una ricostruzione a grandezza naturale del monumento (v. vol. V, pp. 954-955) dei Nautae Parisiaci.
Musée des Thermes et de l'Hôtel de Cluny. - Anche questo museo è stato rinnovato negli allestimenti e nelle soluzioni espositive. Per quanto riguarda le sezioni antichistiche, il principale pezzo esposto è il monumento dei Nautae Parisiaci.
Bibl.: M. E. Michel, A. Erlande-Brandenburg, C. Quétin, Carte archéologique de Paris. Première série. Notices nos ι à 903, Parigi 1971; P.-M. Duval, Résumé du Paris antique, Parigi 1972; H. Lavagne, Les mosaïques découvertes dans les fouilles du parvis Notre-Dame à Paris, 1847-1966, in BAntFr, 1974, pp. 74-83; H. Eristov, S. de Vaugiraud, Les peintures murales de la rue Amyot (Paris 5ème), in La peinture murale romaine dans les provinces de l'Empire (BAR, Int. S., 165), Oxford 1983, pp. 299-313; AA.VV., Lutèce, Paris de César à Clovis. Musée Carnavalet et Musée national des Thermes et de l'Hôtel de Cluny. Paris, 1984-1985, Parigi 1985; M. Fleury, Paris de la préhistoire au Ve s., in Paris de la préhistoire à nos jours, St Jean d'Angély 1985, pp. 20-50; H. Eristov, S. de Vaugiraud, P. Blanc, Peintures murales de la rue Amyot à Paris, Parigi 1985; D. Busson, Découvertes, rue de Lutèce, in ArcheologiaParis, 217, 1986, pp. 16-21; H. Eristov, S. de Vaugiraud, Peinture murales du Jardin du Luxembourg à Paris, in La peinture murale antique. Restitution et iconographie. Actes du IXe séminaire de l'association française pour la peinture murale antique, Paris 1985, Parigi 1987, pp. 27-31; H. Lavagne, Lutèce: le monument funéraire aux Amours de Mars et les reliefs aux têtes d'Attis (Cahiers de la Rotonde, 10), Parigi 1987; P.-M. Duval, Travaux sur la Gaule, 1946-1986 (Collection de l'Ecole française de Rome, 116), 2 voll., Roma 1989, in part. pp. 863-883, 913-940, 941-946; P. Périn, Paris mérovingien, sedes regia, in Klio, LXXI, 1989, pp. 487-502; M. Fleury, V. Kruta, La Crypte archéologique du pervis Notre-Dame, Parigi 1990; Ph. Velay, De Lutetia à Paris, Parigi 1992; P.-M. Duval, De Lutèce oppidum à Paris capitale de la France (vers 225/500), Parigi 1993; J. Harmand, Lutèce et les jeux. La question du cirques (Cahiers de la Rotonde, 15), Parigi 1994.