BORDONE, Paris
Pittore, nato a Treviso nel luglio del 1500, morto a Venezia il 19 gennaio 1571. A sette anni il B., rimasto orfano del padre, un sellaio, fu mandato a Venezia nella bottega del Tiziano. Non vi stette a lungo, dice il Vasari, perché il Vecellio era poco disposto ad insegnare; e così cupido di denaro, che al B. diciottenne, tolse di mano la commissione di una tavola per la chiesa di San Niccolò di Treviso. Ma il giovane pittore ebbe presto la meritata soddisfazione, chiamato a dipingere nella Loggia di Vicenza una storia a fresco, Noè coi figlioli, sostenendo con onore il confronto con lo stesso Tiziano che nel medesimo luogo aveva dipinto un'altra storia, il Giudizio di Salomone. I due affreschi furono distrutti nel 1539, quando la Loggia fu ricostruita dal Palladio. Levato in alta fama, gli vennero commissioni da ogni parte. Lasciò opere del suo pennello non solamente nelle chiese di Venezia, di Treviso, del Bellunese, dell'Agordino, ma anche in quelle di Milano e di Crema. Tornato a Venezia, si ammogliò. Intanto non rimaneva ristretta all'Italia la fama del pittore, che fu chiamato alla Corte di Francia, nel 1559 secondo alcuni biografi, ma più probabilmente nel 1538, vivo ancora Francesco I, munifico protettore degli artisti. Verso il 1540 accettò anche l'invito dei ricchi banchieri Fugger di ornare il loro palazzo di Augusta in Baviera; ma, fatto poi ritorno in Venezia, vi pose stabile dimora, dipingendo quadri per committenti illustri quali Sigismondo Augusto re di Polonia, Maria d'Austria governatrice dei Paesi Bassi, Margherita moglie del duca di Savoia Emanuele Filiberto, il cardinale di Granvelle cancelliere di Carlo V.
Il B. è considerato uno dei più splendidi coloritori della scuola veneziana, degno in talune opere d'esser messo accanto a Tiziano. Secondo Giovanni Morelli il B. è un coloritore insigne, un nobile artista sempre ragguardevole, ma non di rado troppo volubile e superficiale. E infatti l'attraenza, il fascino delle sue figure muliebri, la morbidezza e armonia del colorito, la potenza del chiaroscuro, principali pregi della sua pittura, sono sminuiti talvolta dal disegno molle e incerto, dalla superficialità del sentimento e da certa maniera trita e spezzata nel piegare. Del grandissimo numero dei suoi dipinti non pochi andarono smarriti e dispersi, ma molti esiston0 ancora. Ricordiamo i più notevoli. In Italia: Santa conversazione nel duomo di Bari; un magnifico Ritratto di un giovane agli Uffizî di Firenze; un altro mirabile Ritratto d'uomo nella galleria Brignole-Sale di Genova, la Vergine e Santi nella galleria Tadini di Lovere, la Sacra famiglia con San Girolamo nella chiesa di San Celso a Milano; L'Annunciazione all'Accademia di Siena; L'Adorazione dei pastori nella cattedrale di Treviso ecc. Fuori d'Italia: la Vergine e Santi nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino; Bersabea nel bagno nel museo Wallraf di Colonia; Venere e Marte nella collezione Panfik di Francoforte sul Meno; Ritratto di cortigiana nella Galleria nazionale di Londra, La disputa di Cristo fra i Dottori nella collezione Richter di Londra; il Ritratto di Gerolamo Crofft al Louvre di Parigi, la Risurrezione nella Galleria di Stoccarda, ecc. L'opera in cui Paris B. sale a maggiore altezza è La consegna dell'anello al doge, dipinto nel 1535 per la Scuola di S Marco in Venezia e ora nella Galleria dell'Accademia. Restituito al B. è anche l'altro dipinto, nella stessa Galleria, che rappresenta il vascello dei demonî e la barchetta dei Santi tra la bufera, dell'Adriatico, e che alcuni credevano di Giorgione, altri di Palma il Vecchio.
Giovanni, primogenito del B., fu anch'esso pittore, ma lontano dal genio paterno.
Bibl.: C. Ridolfi, Le meraviglie dell'arte, ed. Hadeln, I, Berlino 1914; E. Schäffer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910; A. Venturi, Storia dell'arte it., IX, ii, Milano 1928.