Park Chan-wook
‒ Regista e sceneggiatore sudcoreano (n. Seul 1963). Dopo la laurea in filosofia e un percorso come critico cinematografico, P. esordisce alla regia negli anni Novanta, con lavori che però non ottengono grandi riconoscimenti né di critica né di pubblico. Nel 2000, con Gongdong gyeongbi guyeok JSA (JSA ‒ Joint security area), thriller di ambientazione militare, rivela il suo talento sia in patria che all’estero. Dopo il successo del film, P. può dedicarsi a un progetto personale, Boksuneun naui geot (2002; Mr. Vendetta), prima parte di una trilogia sul tema della vendetta, a cui faranno seguito Oldeuboi (2003; Old boy), che riceve il gran premio della giuria al festival di Cannes del 2004, e Chinjeolhan geumjassi (2005; Lady Vendetta). I tre film rappresentano altrettante declinazioni del tema (la vendetta al maschile il primo, la violenza della vendetta in sé il secondo, e la vendetta come redenzione il terzo) e al tempo stesso si pongono come riflessioni teoriche ed etiche sul rapporto tra immagine e violenza. Soprattutto nel capitolo finale della trilogia, P. costruisce un racconto cinematografico complesso, in cui l’astrazione (l’uso dei colori e la costruzione raffinata dell’inquadratura) e l’iperrealismo (la violenza, la tortura e l’omicidio) sono entrambi presenti, come parti integranti di una forma volutamente perturbante. Sempre più interessato a un lavoro formale sull’immagine, P. realizza due versioni di Lady Vendetta, una delle quali (che non ha avuto distribuzione all’estero) inizia a colori e vira gradualmente in bianco e nero, sottolineando la dimensione al tempo stesso astratta e realista del film. Successivamente P. si dedica ad altri progetti, come Saibogujiman kwenchana (2006; I’m a cyborg, but that’s OK), storia d’amore ambientata nel mondo della malattia mentale, dove, pur nella diversità di stili, continua a sperimentare i limiti anche etici del rappresentabile, proponendo una propria visione del rapporto tra amore e follia. Attratto da nuove sfide, P. si confronta, forte del riconoscimento internazionale, con un classico della letteratura francese, Thérèse Raquin di Émile Zola, realizzandone una versione molto libera, Bakjwi (2009; Thirst), in cui, ancora una volta, il suo sguardo è concentrato sull’esplorazione di un processo di trasformazione di un personaggio (un sacerdote in un vampiro) che giunge ai limiti dell’umano seguendo fino in fondo la sua ossessione. Nel 2011, P. ha firmato un contratto con la Fox searchlight pictures per la realizzazione di un film in lingua inglese, The stoker (2013), in cui il regista si misura con il cinema dell’orrore e il thriller.