PARTICOLARE
. Termine filosofico, contrapposto a "universale)" (v.), e perciò spesso identificato o confuso con altri termini che egualmente si contrappongono a quest'ultimo, come "individuale" o "singolo". Il particolare si distingue invece dall'universale in senso assai diverso da quello in cui se ne distingue l'individuale. Quest'ultima distinzione ha la sua origine storica nella concezione platonica delle idee e della loro gerarchia: "individua" è infatti l'idea che, coincidendo con la realtà singola, non ammette ulteriore "divisione" e quindi non può essere predicata di nessun'altra, mentre "universali" sono le altre idee in quanto possibili predicati di una molteplicità di soggetti. La distinzione del particolare dall'universale si riferisce invece specificamente alla dottrina aristotelica del giudizio e del sillogismo. Per Aristotele, universale (πρότασις κατὰ παντός) è il giudizio in cui il predicato è posto in relazione, affermativa o negativa, con la totalità degl'individui compresa nel concetto del soggetto (p. es., "tutti gli uomini sono mortali"; "tutti gli uomini non sono quadrupedi", esprimibile anche nella forma "nessun uomo è quadrupede"); e particolare (πρότασις κατὰ μέρος) è il giudizio in cui tale relazione è enunciata solo per una parte di quella totalita d'individui (p. es., "alcuni uomini sono sapienti"; "alcuni uomini non sono civili"). Tale è la particolarità che, affiancata all'universalità e specificata nelle forme dell'affermazione e della negazione, costituisce uno dei quattro motivi determinanti di tutta la varietà delle forme sillogistiche. S'intende d'altra parte come, anche per la sua stessa designazione di un rapporto con un numero limitato d'individui singoli, questo concetto di particolarità abbia finito per identificarsi con quell'individualità, che all'universalità egualmente si opponeva. "Particolare" ha finito così per diventar sinonimo di "individuale" e "singolo": il "mondo del particolare", p. es., è il mondo delle individualità empiriche, e "scienze particolari" sono quelle che studiano un singolo aspetto della realtà, mentre la filosofia considera la realtà nei suoi principî universali, presupposti da ogni determinazione individua. Questo trasferimento del contenuto del termine "individuale" in quello del termine "particolare" è stato favorito anche dal fatto che "individuo" tendeva piuttosto a significare la consapevole personalità umana, e dalla minore utilità che, scaduto l'interesse per l'antica logica formale, serbava l'originario significato di "particolare".