RADICALE, PARTITO
. Il termine radicale per designare le formazioni politiche democratiche nacque in Inghilterra: nel 1811 J. Bentham si servì per la prima volta dell'espressione radical reformer, donde presto derivò quella più semplice di radical, per indicare i partigiani d'una riforma razionale del sistema elettorale, e, nel 1819, i radicali inglesi formularono per i primi il programma politico di tutti i partiti democratici d'Europa. Il radicalismo inglese (v. bentham, jeremy; mill, john stuart; inghilterra: Storia), a differenza del democraticismo francese, considera come cellula della società non l'individuo fornito di diritti naturali anteriori a quelli positivi, ma l'homo oeconomicus, e fonda la politica sulla morale utilitaria: ogni uomo è e deve essere il migliore giudice dei proprî interessi; il bene comune non è altro che la somma degl'interessi dei singoli; lo scopo essenziale d'un governo sano è di porre ciascun membro della società politica in tali condizioni che il suo interesse privato coincida con l'interesse generale. Diffuso da una brillante letteratura politica (James Mill, J. St. Mill, T. B. Macaulay, G. Grote) nei libri, nelle riviste (la prima rivista radicale fu la Westminster Review) e nei giornali (la stampa radicale fu inaugurata da W. Cobbet col Weekly Register, ebdomadario, che nel 1816 per avere maggiore diffusione abbassò il prezzo da 1 scellino a 2 pence per numero), il radicalismo fu in Inghilterra un fermento culturale benefico, dal quale fu rinnovata profondamente tutta la vita nazionale, ma non si configurò mai in un vero partito politico: i whigs prima, i conservatori poi, assorbirono e realizzarono gradualmente il programma radicale.
In Francia, invece, la genesi del partito radicale si confonde con quella del partito repubblicano: verso il 1837 i repubblicani, non potendo più chiamarsi così per le severe leggi di polizia che lo vietavano, assunsero il nome di radicali, che esprimeva una sfumatura meno estrema della parola repubblicano; ma il vero e proprio partito radicale francese nacque dalla crisi del partito repubblicano durante il ministero di Jules Ferry (1883-1885). In quell'epoca l'estrema sinistra repubblicana si staccò dalla sinistra e dall'unione repubblicana, cioè dal cosiddetto partito dei moderati e degli opportunisti, e formò il partito radicale col programma della revisione della costituzione per togliere al senato il potere di votare il bilancio, della separazione della Chiesa e dello Stato, della riforma del regime fiscale con l'imposta sulla rendita, dell'abbandono delle imprese coloniali. Per opera d'una vera tempra d'uomo di stato, G. Clemenceau, il radicalismo ha conquistato per la prima volta il potere nel 1906 e ha condotto la grande guerra vittoriosa, ma, scisso in gruppi e sottogruppi dall'azione corrosiva del socialismo e del parlamentarismo, esso, pur conservando un posto notevole nella vita politica del paese, non è più oggi una salda compagine.
Il partito radicale italiano derivò dal partito d'azione garibaldino del Risorgimento e si svolse attraverso quattro fasi: nella prima, per opera principalmente di A. Bertani, pose i problemi delle riforme sociali nella nuova Italia (inchiesta sanitaria, inchiesta agraria, ecc.), nella seconda, sembrò tornare alla pregiudiziale repubblicana e nella persona del suo capo, F. Cavallotti, incarnò la lotta contro l'autoritarismo di F. Crispi e di altri (1890-98); nella terza, sotto la guida di E. Sacchi, riconobbe che "lo stato italiano aveva sempre inteso a immettere nella sua vita tutte le forze e correnti nuove che si affacciassero sulla soglia della società" e contribuì efficacemente all'opera riformatrice di G. Giolitti; nella quarta, nel dopoguerra, si frantumò in gruppi e sottogruppi parlamentari, e fallì ogni tentativo di ridargli unità.
Il partito radicale svizzero è stato ed è l'unico partito radicale europeo saldamente organizzato. Sorto nel 1829 col programma di porre le costituzioni cantonali sulle basi democratiche moderne, e affermatosi con la guerra del Sonderbund (v.), cominciò a realizzare le sue idee con la costituzione del 1848 e, a poco a poco, col sistema del governo diretto e del referendum ha condotto la Svizzera all'avanguardia degli stati democratici.
Il partito radicale spagnolo è stato fondato da A. Lerroux, e, a differenza di tutti gli altri partiti radicali, ha conquistato il potere con una rivoluzione e con la forza lo ha mantenuto. Esso va rinnovando la vita della vecchia Spagna. Quale possa essere la profondità di questo rinnovamento non si può ancora dire, ma un'opera storica almeno è certa ed è che, mercé sua, l'epoca dei grandi di Spagna è finita per sempre.
Bibl.: Manca un buon lavoro d'insieme, e, salvo che per la Svizzera e l'Inghilterra, mancano buoni lavori particolari. Cfr. M. Ostrogorski, La démocratie et l'organisation de partis politiques, voll. 2, Parigi 1903; per l'Inghilterra: E. Halévy, La formation du radicalisme philosophique, voll. 3, ivi 1901-1904; id., Histoire du peuple anglais au XIXe siècle, I, ivi 1924; G. De Ruggiero, Storia del liberalismo europeo, Bari 1925; per la Francia, Ch. Seignobos, Histoire politique de l'Europe contemporaine, I, 7ª ed., Parigi 1926; id., Études de politique et d'histoire, ivi 1934; per la Svizzera: G. Chaudet, Histoire du parti radical suisse, Berna 1917; per l'Italia: M. Ruini, La democrazia e l'unione nazionale, Milano 1925.